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Italiani: dite e non fate, vi lamentate e subite

Su Libero in edicola ieri, è stato pubblicato un mio nuovo articolo. Il tema? La stagnazione degli stipendi che, in Italia, negli ultimi nove anni sono aumentati di soli 72 euro di media.

Se si pensa che, per esempio, in Germania e nello stesso periodo di anni, gli stipendi sono aumentati di circa 5.000 euro, appare chiaro come nel nostro paese sia in atto una politica economica che impone l’impoverimento generalizzato della popolazione, in special modo quella di fascia media.

Che gli italiani, genericamente parlando, non siano alla fame lo dicono i dati relativi al risparmio. Cassa Depositi e Prestiti gode di ottima salute, grazie ai risparmi dei cittadini italiani, tanto che anche il M5S medita da tempo di commutare CdP in banca di Stato.

Proprio ieri un amico farmacista – impiegato quindi non titolare di farmacia – mi ha riportato come le condizioni dei lavoratori del suo settore siano più degne dei campi di cotone ai tempi dello schiavismo che di una nazione civile e socialmente sviluppata.

Farmaciste che rimangono in stato interessante e vengono pesantemente redarguite dai titolari delle farmacie, con frasi di contorno che arrivano a sfiorare il mobbing. Impiegati a cui non viene dato diritto di replica, in special modo quando si accorgono che la loro busta paga è più leggera di quanto si aspettino a fine mese.

Con la scusa della crisi economica, industrie, imprese, esercizi commerciali di vario genere, affondano i diritti dei lavoratori dietro il criterio: “Vuoi lavorare. Zitto, a cuccia e mangia il pappone”. Una vera pacchia, per chi paga i miseri stipendi nazionali. Sfruttamento della forza lavoro, con lo spauracchio del licenziamento sempre lì, a portata di mano, grazie alle oscene politiche del PD che è riuscito nell’impresa che nessuno ha mai rischiato: la cancellazione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Una bastonata che, invece di far insorgere i lavoratori, deve averli rincoglioniti peggio di prima.

Cosa porti il popolo italiano a sopportare tutto questo, mi è ignoto a livello umano. Da giornalista, invece, ribadisco un concetto: se non si è alla fame, si tace. Se non si è alla fame, si va avanti in silenzio, con la garanzia di avere comunque le spalle coperte.

Il vero problema che gli italiani sembrano ignorare è che, un giorno, i loro figli e nipoti si troveranno davvero col culo per terra. Eh si, perché se le generazioni precedenti hanno potuto contare sul grande supporto dei risparmi familiari fiorenti, dei patrimoni immobiliari da ereditare e su una prospettiva lavorativa che garantisse la pagnotta ogni giorno, loro no, non avranno le spalle coperte.

Genitori, nonni e zii, pian piano si trovano costretti a depredare i risparmi, a vendere case e terreni, a lasciare meno di niente – in eredità – ai discendenti.

La cosa che appare meno accettabile, però, è la lamentela di sottofondo che l’italiano medio innesca come fosse una litania dovuta ai tempi che corrono, piuttosto che un sacrosanto diritto a ribellarsi a quanto sta accadendo e quanto ancora accadrà contro l’economia delle famiglie italiane e i segnali ci sono tutti.

Basterebbe provare a chiedere ai lavoratori della Pernigotti, a cui Di Maio aveva garantito che l’azienda non avrebbe chiuso i battenti, e che ora si trovano col culo per terra, per capire che il futuro è più nero del recente passato e dell’attualità.

Stanno distruggendo ciò che è rimasto dei diritti civili, del mercato del lavoro - il reddito di cittadinanzamieterà un numero notevole di vittime - dell’economia riferita alla popolazione.

Eppure, di esempi su come la popolazione possa ribellarsi contro un sistema socio economico vessatorio contro i cittadini, ne abbiamo.

La Francia, coi gilet gialli. Ora anche l’Albania ci mostra come ci si oppone a politiche vessatorie contro la popolazione. A Tirana, proprio in queste ore, sostenitori che fanno parte dell’opposizione dell’attuale governo, capitanato dal socialista Edi Rama, colpevole – a detta degli oppositori – di essere corrotto e di non fare nulla di buono per il bene della popolazione, stanno violentemente manifestando il loro dissenso. Chiedono le dimissioni immediate di Rama e di andare a nuove elezioni.

Qui in Italia? Nulla. Il solito chiacchiericcio sterile sui social network. La pretesa di essere “rivoluzionari” chiedendo di diffondere frasi a effetto contro i politici che stanno più antipatici. Per il resto…Nulla.

Chiedo quindi agli italiani: siete ancora troppo benestanti per occuparvi del futuro dei vostri eredi, e così incapaci di valutare i disastri che avverranno in futuro contro l’economia delle famiglie, o siete preda di una dispercezione sulla realtà, come in effetti si evince da un recente studio internazionale, che fa emergere come gli italiani, oltre a essere il popolo più ignorante del mondo occidentale, abbia anche questo problema di dispercezione della realtà, che non consente - per esempio - di scegliere saggiamente al momento di scegliere i propri rappresentati alla dirigenza del paese?

In ambo i casi, non fate affatto una buona figura. Anche nei confronti delle popolazioni delle altre nazioni.

Dite e non fate. Vi lamentate e subite. Proprio certi di essere “poveri italiani cui è stato tolto tutto”? Non sembrerebbe, e di questo – semmai – c’è solo di che rallegrarsi, a patto che la smettiate di fingere di lamentarvi.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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