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 Home page > Tribuna Libera > Italia tanto al chilo. Ignoranza o malafede?

Italia tanto al chilo. Ignoranza o malafede?

Dopo l'indegno spettacolo offerto dal Parlamento in seduta sul MES (meccanismo europeo di stabilità - meglio conosciuto come fondo europeo salva stati), con tanto di botte da orbi e una parlamentare che abbandona l'aula in lacrime terrorizzata da cotanta violenza verbale e fisica, aggravata dalla presenza di due scolaresche in visita, uno non dovrebbe più stupirsi di nulla. Invece capita che il giorno successivo il deputato leghista Flavio Di Muro, di anni 33, in apertura di seduta chieda la parola al presidente Fico e, ottenutola, sfodera repentinamente da sotto il banco un anello e se ne esca con un "Elisa mi vuoi sposare ? ", sfoggiando un sorrisetto compiaciuto che è tutto un programma.

Per la cronaca Elisa è la sua fidanzata che era seduta tra il pubblico. Agli atti risulta che la proposta di matrimonio è stata accettata, poi sarà il tempo a decidere come andrà. Il buontempone, che evidentemente ha scambiato i banchi del Parlamento per una puntata di Barbara D'Urso, si è giustificato dicendo che lo ha fatto "per stemperare la tensione", insomma per rasserenare gli animi. E nel mentre il presidente Fico farfuglia qualcosa in evidente imbarazzo, sul punto interviene la deputata del PD Stefania Pezzopane, relatrice del decreto, con un altro estemporaneo "quando c'è l'amore, l'amore unisce "; e qui si chiude la prima parte di " Amici ". Applausi.

La seconda parte di gossip all'italiana è invece quella che vede protagonisti Matteo Salvini, aspirante primo ministro e l'attuale premier Giuseppe Conte. Come noto tra i due non corre buon sangue. Il leader maximo della Lega accusa il premier "di alto tradimento nei confronti del popolo", sempre in merito alla questione MES, accusa gravissima ed infamente, invocando l'intervento del Presidente della Repubblica Mattarella che, come noto, non ha alcuna facoltà di intervenire in controversie del genere. Conte, dopo avere evidenziato la pretestuosità ed insussistenza delle accuse rivoltegli da Salvini, gli preannuncia a sua volta una querela per diffamazione, invitandolo a rinunciare alla sua immunità parlamentare ed affrontare il giudizio da "uomo d'onore", dal momento che come Presidente del Consiglio lui non gode di tale privilegio. Ricordandogli nel contempo di non fare come nel caso Diciotti, dove si avvalse dell'immunità. E siamo quindi perfettamente in linea con il Renzi show che spara querele a raffica che serviranno, come afferma lui stesso, " a fare tanti bei soldini".

E qui arriva la terza parte di questa rassegna deprimente, dove se i politici offrono una immagine devastante, i media mainstream non perdono occasione per fare di peggio. Capita che siccome non sai cosa fare, e poi fuori piove in un mese orrendo da record, sono le 8,00 sorseggi un caffé, accendi la tv e ti becchi La 7. Conduce Gaia Tortora, presente l'immancabile Minzolini e Piero Sansonetti, due giornalisti di spicco, un esponente di Fratelli d'Italia e il deputato del PD Piero De Luca, figlio del governatore della Campania, ovvero colui che ha scatenato il giorno prima quel putiferio in Parlamento con il suo intervento teso, a suo dire, a smontare le balle provenienti dai banchi dell'opposizione. In collegamento esterno Massimo De Manzoni, vicedirettore de La Verità. Argomento in campo sempre il MES, ovviamente.

Pronti via e subito tra l'esponente di Fratelli d'Italia e quello piddino partono le accuse incrociate, mentre i due giornalisti presenti danno la chiara percezione che sull'argomento in questione non ne sanno una emerita pippa e quindi sorge il dubbio in quale veste siano stati invitati. La Tortora interviene a dividere i due contendenti, tanto per confondere ulteriormente le cose. Ma quello che è veramente stupefacente è che i due politici si rifanno allo stesso documento votato nel giugno 2018, ma che per uno afferma una cosa, mentre per l'altro l'esatto opposto. Misteri della scrittura. A questi punti dall'etere spunta De Manzoni che nel merito della diatriba tra Conte e Salvini se ne esce con questa (sintesi) dichiarazione " fa veramente specie che un giurista come Conte non sappia che la immunità parlamentare non esiste più, se questo è ecc.... ", chiaramente destinato allo sfanculaggio del premier, notoriamente non nelle grazie di La Verità. Silenzio di tomba degli altri due giornalisti presenti, cosi come pure dei due esponenti politici, scontata invece quella della tortorella. Ora in merito alla immunità dei parlamentari vige l'art. 68 della Costituzione, irrinunciabile e non emendabile, che prevede la insindacabilità delle dichiarazioni e degli atti posti in essere dal parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni, eventualmente sottoponibile al via libera della Camera di appartenenza. Siccome è evidente che la grave ed infamante affermazione di Salvini rientra comunque in una valuatazione politica ( vorrei proprio vedere sostenere il contrario), il senatore della Lega potrà avvalersi dell'immunità nei confronti di eventuale querela da parte di Conte. Dunque De Manzoni, vicedirettore di uno dei quotidiani nazionali più importanti, fa palese disinformazione. Se sbaglio mi si rettifichi. L'impressione è che valga tutto ed il contrario di tutto pur di sminuire o mettere in ridicolo l'avversario politico, visto che La Verità è notoriamente pro Salvini e vede Conte come il fumo negli occhi. Sia chiaro che l'infortunio di De Manzoni, se di tale si tratta, rientra in un ampia casistica generale, dove non si capisce più se la molla che spinge a queste prese di posizione è l'ignoranza o la malafede. In entrambe le ipotesi siamo messi piuttosto male.

L'impressione generale quindi è che sia la politica che il giornalismo nostrano, siano entrati in un vortice infernale di scontro all'ultimo sangue dove tutto è permesso, dove le regole deontologiche, l'onestà di riportare i fatti per quello che sono e non per quello che si vorrebbe essi siano, vengono regolarmente buttati nel cesso. Il Parlamento trasformato in un circo Barnum o in un set televisivo da avanspettacolo mentre i media fanno informazione di pura fantasia, stirata da una parte o dall'altra secondo convenienze; nel mezzo cittadini sempre più confusi e sconcertati, ai quali poi viene chiesto di andare a votare. Poi qualcuno si lamenta per le "sardine" in piazza. Presto arriveranno i tonni o le galline, oppure forse sarà la volta buona che gli italiani si decidano a imbracciare i forconi.

Ma poi andare a votare per chi ? E perché ? Per questa Italia tanto al chilo?

Commenti all'articolo

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.157) 30 novembre 2019 18:39
    Enzo Salvà

    paolo, io non vedo molta TV e quel poco è sconcertante, te ne do atto. Sono spesso in macchina e ascolto le cronache parlamentari alla radio: troppe volte è imbarazzante anche solo ascoltare i nostri rappresentanti, ma tralascio, non credo che gli italiani ascoltino granché: nel mio Comune, coloro che assistono ai Consigli Comunali sono 2/3 su 15mila e coloro chi si interessano nei giorni successivi attraverso le riprese postate sui motori di ricerca, sono pochissimi. 

    Il punto invece, "ignoranza o malafede": tu fai una cronaca ma sei chiaro . 

    E se aggiungessi "assuefazione" e conseguente rassegnazione? Io spero di non vedere forconi, spero e mi attendo che i nostri rappresentati si votino alla dignità ed all’onore di persone che si mettono al servizio dei cittadini trascinando questi ultimi a conoscenza e discernimento,

    troppo ottimista? allora si cambino nuovamente i rappresentanti: se il primo cambiamento politico epocale è stato, secondo me, infelice, si butta nel cestino e si passa ad altro. Chi? Non so abbastanza di politica partitica, so che non sarò mai qualunquista, so di temere "le tifoserie" fac-simile di quelle calcistiche e so che per cambiare bisogna capire......altrimenti serve a poco, ma non prendere posizione non votando per sconforto, è anche peggio.

    Un Saluto

    Es.

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