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Italia Repubblica illegale

Non credo che sia una mia personale fissazione considerare fasulla la nostra democrazia, delegittimata anche dalla Corte Costituzionale in merito alla legge elettorale, fatto che esigeva una risposta istituzionale (di Napolitano e Renzi) di immediato adeguamento alle osservazioni della Corte andando subito a nuove elezioni in regime di correttezza costituzionale.

La legge elettorale, in quanto base e sostanza della democrazia, deve correggere molte lacune che si sono manifestate negli ultimi venticinque anni in cui abbiamo assistito ad una degenerazione delinquenziale della classe politica, la sua vicinanza alle mafie, lo strapotere del denaro e dei media, che hanno portato un monopolista delle TV al potere politico, in spregio ad una legge dello Stato (361 del 1957 tuttora vigente), che dichiara ineleggibili i titolari di concessioni pubbliche.

Sono consapevole di toccare materia costituzionale, che comunque non va vista come un tabù, ma una nuova legge elettorale deve essere profondamente innovativa ed evitare per prima cosa il peso del denaro e dell’uso dei media, vietando tassativamente l’uso dei manifesti, vietando la pubblicità su giornali e tv, vietando il finanziamento pubblico ai partiti, consentendo solo i comizi in spazi messi gratuitamente a disposizione dai comuni e la propaganda porta a porta.

Nessun candidato partirebbe favorito e non vi è alcun limite alla espressione delle proprie idee, semplicemente viene abolito il potere del denaro, per quei 45 giorni di “par condicio” in cui oggi c’è chi parte a cavallo e chi a piedi.

Per avere una nuova classe politica è necessario essere incensurati, risiedere nel proprio collegio da almeno una legislatura, bisogna abolire l’immunità parlamentare (la legge è uguale per tutti), e, per evitare quelle oscene compravendite di parlamentari, non si può passare da un partito ad un altro nella stessa legislatura, per il principio che il voto espresso dai cittadini pesa di più delle scelte individuali del singolo parlamentare, e l’elettore deve restare sovrano. Questo esige una correzione costituzionale.

Altra regola di salute pubblica dovrebbe essere quella che ci si può presentare solo in un collegio. Devono essere vietate le coalizioni, che generano solo spartizioni, litigi e ingovernabilità, e il premio di maggioranza deve essere dato al singolo partito che riceve più voti, garantendogli l’immediata responsabilità di governo.

Non c’è futuro per il nostro paese senza una rivoluzionaria legge elettorale che generi una classe politica diversa, che dopo due legislature è ineleggibile, senza pregiudicati né voltagabbana, con uno stipendio massimo di diecimila euro, senza voci aggiuntive che si prestano a imbrogli e ruberie.

Proprio in una nuova legge elettorale andrebbe incluso il Referendum propositivo senza quorum, che stimola la partecipazione dei cittadini alle decisioni più importanti, come è giusto che i cittadini tolgano il potere alle segreterie di partito, con primarie di autocandidatura sul modello 5stelle, cosa che viene vigliaccamente definita “antipolitica” da chi mette in lista ladri, mafiosi, capibastone.

La gente si riavvicinerà alla politica solo quando si renderà conto di decidere veramente, con una legge elettorale comprensibile, come è quella a doppio turno utilizzata per eleggere i sindaci, mentre il fasullo “rottamatore” Renzi è infognato in un nulla di fatto per aver scelto come referente istituzionale un pregiudicato legatissimo alla vecchia politica fatta di accordi segreti sottobanco per lasciare le cose come sono.

Se il Movimento 5stelle sarà capace di puntare con chiarezza su una nuova legge elettorale, per cercare il voto di quelli che oggi non vanno a votare (più del 50%), e sul reddito di cittadinanza o meglio reddito di sopravvivenza per tutti i disoccupati, cercando anche di compattarsi al proprio interno dando il potere di elaborare la linea politica ai deputati e senatori eletti, sempre con il voto finale degli iscritti, può forse avvenire il miracolo di poter affrontare il futuro senza incubi, senza uomini della provvidenza, in una ordinaria e mai vissuta democrazia.

Se poi volessimo esagerare ed onorare il concetto di democrazia, sarebbe giusto che ogni partito avesse come candidati rappresentanti delle categorie produttive del paese, in proporzione numerica al peso di ogni categoria. Per capirci se i contadini sono due milioni e non hanno nemmeno un rappresentante in Parlamento mentre gli avvocati come categoria sono circa 200.000 ma hanno più del 50% dei seggi parlamentari, il problema c’è ed è grave.

 

 

 

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