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Italia-Libia ancora una tragedia in mare

Da un primo resoconto sarebbero 54 le vittime, morte di sete e fame, tentando di raggiungere le coste italiane a bordo di un gommone.

L'annuncio della tragedia è stato dato dall'Alto commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), dopo aver recuperato l'unico superstite, un peschereccio vicino alle coste tunisine ha avvertito la guardia costiera, immediati i soccorsi, ma non c'è stato nulla da fare. La scena agghiacciante che si è presentata agli agenti è una vera e propria tragedia, le 54 persone a bordo dell'imbarcazione non ce l'hanno fatta, morte lentamente per disidratazione.

Purtroppo non è la prima tragedia; si stima che solo dalla Libia siano 1300 le persone che sono giunte in Europa via mare, dall'inizio del 2012, e il numero dei morti o dispersi è salito a 170. Il Mediterraneo è da sempre uno dei mari più navigati e i flussi di emigranti, che tentano la fortuna su imbarcazioni improbabili, aumentano esponenzialmente nel periodo estivo.

Il rapporto del 2011 del Unhcr parla di 1500 persone morte tentando di raggiungere le coste europee via mare, tale documento ha prodotto lo scorso 28 marzo un'interrogazione parlamentare per chiarire alcuni punti. I dati forniti dal Frontex, l'agenzia europea che si occupa del controllo dei confini, parla di 38 mila attraversamenti illegali intercettati tra il mese di luglio e settembre 2011, di cui la metà nel settore del mediterraneo orientale, tra Grecia e Turchia (la maggior parte lungo il fiume Evros) e un terzo nel settore centrale (nella zona de canale di Sicilia e limitrofi). Nello stesso periodo l'Unione ha respinto circa 30 mila persone e certificato la presenza illegale di altre 88 mila, generando 57 mila decreti di espulsione dei quali solo due su tre realmente effettuati. 

L'unico superstite, dopo essere stato portato all'ospedale di Zarzis, è stato reidratato e curato per sintomi da assideramento, ha raccontato che dopo un giorno di navigazione avendo quasi raggiunto la costa, per colpa dei forti venti hanno perso la rotta e il gommone ha iniziato a sgonfiarsi. Il vice Commissario per i rifugiati, Alexander Aleinikoff ha dichiarato "i comandanti delle imbarcazioni nel Mediterraneo prestino la massima attenzione a possibili casi di migranti e rifugiati in difficoltà che necessitano di essere soccorsi, è fondamentale che l'antica tradizione del salvataggio in mare continui ad essere rispettata".

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