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Italia, 150 anni e una (stupida) polemica

Tra qualche giorno questo nostro sgangherato Paese compirà 150 anni. E come disse Massimo D'Azeglio, una volta fatta l'Italia era tempo di “fare” gli italiani. Cioè insegnar loro ad essere un popolo, una Nazione. Purtroppo questo compito sembra essere ancora incompiuto. Vuoi per l'incapacità della classe dirigente, vuoi per la nostra storia o per la nostra strana vocazione a non voler essere governati.

Nonostante queste premesse, il 17 marzo è stato - a mio avviso giustamente- proclamato giorno di festa nazionale. Certo un giorno di festa non necessariamente è funzionale al compito di formare una Nazione, ma può essere uno dei - pochi - momenti di aggregazione della nostra Storia. Proprio in questi giorni, però, è sorta una stupida ed inutile polemica. La presidente di confindustria, sig.ra Emma Marcegaglia, invece di preoccuparsi dei guai giudiziari del fratello, pronuncia una filippica contro la festa del 17 marzo, affermando che quel giorno di festa (ribadisco: UN giorno di festa) farebbe perdere alle industrie italiane circa 4 miliardi di euro.

A parte il numero (probabilmente esagerato) di moneta sonante persa, fa strano sentir parlare di giorni di lavoro in un Paese in cui lo scorso anno ci sono state più di 1.200.000.000 di ore di cassa integrazione. Hanno intenzione di recuperarle tutte il 17 marzo? Inoltre quest'anno non saranno presenti ponti né il 25 aprile, né il 1 maggio, siccome cadono tutti di sabato o domenica.

Ma la presidentessa è in buona compagnia. Il ministro Calderoli ha detto che ciò che vale per le industrie vale anche per la pubblica amministrazione. Qualcuno potrebbe spiegare a Calderoli che se non se ne fosse accorto la pubblica amministrazione italiana è una delle più corrotte ed inefficienti del mondo e non sarà un giorno in più o in meno di lavoro a cambiarla. Ma d'altronde uno con la faccia di Calderoli non sarebbe mai diventato ministro in un Paese efficiente e serio. In realtà è che questi energumeni vorrebbero cancellare il ricordo dell'Unità, per impedire all'Italia di fare un cambiamento per diventare un Paese migliore. Quindi chiunque dice che il 17 marzo non deve essere un iorno di festa,ma un giorno di lavoro, merita una sola, semplice, concisa risposta: vaffanculo.

Ps: e nonostante tutto, viva l'Italia!

Commenti all'articolo

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.21) 9 febbraio 2011 16:57

    Certo che la Marcegaglia ha dato la stura a quella rabbia che i leghisti avevano fin qui represso, per evitare problemi ulteriori con gli alleati del PDL. Ma se lo dice la Marcegaglia, allora si piò osare. Alla Lega non pare vero di avere questo assist per osteggiare quel concetto di nazione e di unità che sta cercando di minare ormai da tempo ed è evidente che la festa lavorando, oltre che essere una contraddizione in termini, non è che un mero espediente strumentale alla disgregazione ulteriore del Paese. Come nella fede cristiana per la quale non si vive di solo pane, anche una nazione non vive di sola materialità ma necessita anche di simbologie e ricorrenze per coltivare la memoria della propria storia, tramandarla ai posteri, evitare di ripetere gli errori commessi, riscoprire il civismo sul quale si fonda la convivenza della propria gente. Già....ed è qui che casca l’asino: parlare di civismo in Italia è come pretendere di dare la vista a un cieco: ci vorrebbe un miracolo!
    Cordialmente,
    LN

  • Di (---.---.---.84) 9 febbraio 2011 21:14

    Ma quale viva l’italia??? Perchè si dovrebbe festeggiare qualcosa che non esiste? non ne abbiamo già troppa di retorica in questo paese scassato? L’Italia è nata perchè alcuni uomini (pochi tra l’altro,e tutti borghesotti) correvano dietro alla scia romantica dell’epoca.L’idea era buona, ma è stata messa in pratica male. Ne hanno pagato le spese per primi i meridionali col sangue,ed oggi stanno cominciando a pagare qualcosa (per fortuna loro solo in termini economici) anche i settentrionali. Assassini sono passati alla storia come eroi solo perchè vincitori.Decine di migliaia di partigiani duosiciliani massacrati dalle baionette piemontesi, arsi vivi dentro le loro case e deportati come carne da macello a Fenestrelle.Chi si oppose con onore a questo schifo, venne trucidato e bollato come "brigante" o come sporco borbonico!Eppure lo stesso Ricciotti,figlio di Garibaldi,finiti i suoi studi in Inghilterra fu talmente colpito dallo scempio che la nuova italia stava facendo sulle spalle dei meridionali,che andò egli stesso in prima persona a combattere schierandosi tra le fila dei briganti! Una "questione meridionale"inesistente all’alba del 1861, creata più o meno volutamente dall’unità e mai risolta dallo stato italiano,ma anzi aggravata.Insomma,una storia con ancora troppe ombre per essere festeggiata! Della Lega me ne frega poco,anche se il Veneto in effetti ha avuto una storia di forzata sottomissione simile a quella attuata nel Regno Duosiciliano, ma di sicuro il ricordo di questo evento storico in molte zone del Sud avrà più il tono della commemorazione che non del festeggiamento!

  • Di paolo (---.---.---.118) 10 febbraio 2011 09:12

    Il meridione borbonico è stato sottomesso e schiacciato dai piemontesi ,oggi è schiacciato dalle mafie e dalle camorre (gran bel passo avanti ), i veneti sono stati colonizzati eppure hanno espresso una parte scudocraciata importante della politica italiana con tutti gli annessi e connessi ,il sud Tirolo si autodefinisce ,per bocca del sindaco di Bolzano , di etnia austriaca , i lombardi e i veneti ,o meglio una parte di essi , vogliono la secessione .La Lega mette il sole delle alpi anche sui water delle scuole pubbliche, la Marcegaglia ,presidente di confindustria ,lancia un segnale di laboriosità e dice che bisogna stare al pezzo ,come se si trattasse di festeggiare l’Epifania .Bossi invita i padani ,regione di fantasia,ha spazzarsi il culo con la bandiera e quando devono giurare come ministri nelle mani del Presidente della Repubblica dicono " l’ho duro ! " ,come facevano le reclute di sinistra al servizio militare , inquadrate da sottoufficiali fascisti.Il nostro premier bunga bunga dice che i magistrati sono una congrega di eversivi che attaccano la Costituzione e la vuole riscrivere lui stesso, ovviamente migliorata .

    Io sono Toscano e mi sento , malgrado tutto , italiano . Un pò a disagio ,ma italiano.

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