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Nucleare Iran. L’Ue minaccia sanzioni, Cina e Russia si oppongono

L'8 novembre scorso è stato reso pubblico il rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) nel quale si accusa Teheran di lavorare alla costruzione di ordigni nucleari in vista di prospettive belliche.

La notizia era giunta all'agenzia da fonti dell'Intelligence, ma dopo la fallimentare ricerca di ordigni nucleari in Iraq nel più recente passato, gli ispettori dell'Aiea hanno deciso di approfondire la questione e sono riusciti a mettersi in contatto con Vyacheslav Danilenko, scienziato russo esperto di testate nucleari che avrebbe iniziato a collaborare con l'Iran a metà degli anni novanta.

Nonostante l'uomo assicuri che la sua collaborazione era volta a scopi civili, sembra che lo scienziato abbia tenuto lezioni e fornito informazioni di carattere tecnico per la costruzione di una carica esplosiva (generatore R26) da incorporare in un missile nucleare.

Al Dipartimento di Stato Americano, il segretario Mark Toner considera "molto gravi" le accuse mosse dell'Aiea, secono Toner il dossier "dimostra quello che gli Stati sanno e dicono da anni, e cioè che l'Iran ha avuto un programma di armi nucleari, e che spetta a Teheran dimostrare di aver rinunciato al suo piano di sviluppo di armi nucleari".

Se gli Stati Uniti aumentano la pressione su Teheran, l'Europa minaccia possibili sanzioni; pur sottolineando che l'opzione militare, voluta da Israele, non è contemplata, fonti diplomatiche dell'Ue affermano che "la risposta della Ue e della comunità internazionale sarà adeguata al livello delle preoccupazioni sollevate dai risultati del rapporto dell'Aiea, che mettono in luce gli scopi militari del programma nucleare dell'Iran."

Il Ministro francese agli Affari esteri ed europei, Alain Juppé, si spinge più in là ed invoca il Consiglio Sicurezza Onu per condannare ufficialmente l'operato di Teheran e valutare le inevitabili sanzioni:

Non possiamo accettare questa situazione che rappresenta una minaccia. Siamo decisi a reagire. Il consiglio dei governatori dell'Aiea deve condannare esplicitamente la condotta dell'Iran e si impone una sessione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. La Francia è pronta, con chi lo vorrà, ad adottare sanzioni più dure, in grado di piegare Teheran.

Se la Gran Bretagna si unisce all'appello statunitense e "sta valutando con gli alleati iniziative per aumentare la pressione sull'Iran", il Ministro degli Esteri della Germania, Guido Westerwelle, fa sapere stamani che i tedeschi rifiutano "una discussione sulle opzioni militari" seppur fortemente allarmati dai contenuti del dossier dell'Aiea.

Mosca si oppone ad un inasprimento delle sanzioni ai danni dell'Iran, afferma il vice Ministro degli esteri russo, Gennady Gatilov:

La Russia non sosterrà nuove e più severe sanzioni contro l'Iran. Eventuali ulteriori sanzioni nei confronti dell'Iran saranno viste dalla comunità internazionale come strumento per il cambiamento di regime nel Paese. Questo approccio è inaccettabile per noi e la Russia non intende prendere in considerazione tali proposte.

Anche la Cina si allinea alle posizioni di Mosca, il portavoce del Ministro degli esteri cinese valuta "inutili" le sanzioni auspicate dalle Europa, poichè "non possono risolvere alle radici il problema del programma nucleare iraniano"

Intanto Teheran alza i toni rispetto alle dichiarazioni di ieri, da parte del portavoce del Ministro degli Esteri ("l'Iran rimane pronta a colloqui positivi e utili con le potenze mondiali, ma solo in un clima di rispetto"), è notizia di poche ore fa che la Guida Suprema dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei, fa sapere che l'Iran si opporrà "con schiaffi e pugno di ferro" ad una eventuale decisione bellica da parte di Stati Uniti ed Israele:

I nostri nemici, in particolare il regime sionista, l'America e i loro alleati sappiano che risponderemo fermamente a qualunque minaccia o attacco.


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