• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Io sto con gli anonimi

Io sto con gli anonimi

Il buonismo selvaggio non è sinonimo di difesa dei deboli ma piuttosto deresponsabilizzazione dei furbetti

In tutti i paesi europei quando una banca o un’azienda fallisce pagano gli azionisti e gli obbligazionisti. Quando non si onora un mutuo si è soggetti al pignoramento del bene e chi alla guida ubriaco provoca incidenti viene arrestato. Si chiede insomma che vengano rispettate le regole, che ci si assuma la responsabilità delle proprie azioni non tanto per cinismo quanto perché le conseguenze di tali errori sarebbero altrimenti a carico della collettività. Un ragionamento semplice, di normale logica democratica, chi sbaglia paga e chi merita viene premiato.

In Italia invece no, quella logica non vale. Anzi esiste tutto un apparato qualunquista, rodato ormai da anni, che persegue l’esatto opposto, offre cioè un ricco menù di scuse per sollevare furbetti e voltagabbana dalle loro responsabilità tanto che ormai questa logica ha modificato geneticamente i cittadini fino a crearne un autentico tratto caratterizzante. Fuggire a gambe levate dai propri doveri, soprattutto quando si tratta di pagare di persona. Meglio nascondersi e far pagare gli altri. Da noi è difficile perfino licenziare chi si dedica allo shopping dopo aver timbrato il cartellino o multare chi supera i limiti di velocità. Per non parlare degli evasori fiscali. Il normale cittadino che trasgredisce o che incappa in qualcosa di non gradito si trasforma per incanto in un povero innocente perseguitato dal regime e da fantomatici poteri forti. Una sorta di Calimero del terzo millennio insomma, vessato e ridotto alla fame. E il cittadino comune è così avvezzo a vestire i panni del Giano bifronte che si lamenta con forza di tanta impunità, la stessa che egli invoca invece a gran voce appena svoltato l’angolo. Il risultato è che in fondo conviene più truffare che seguire le regole, tanto c’è sempre la scappatoia.

E quando un cittadino autenticamente responsabile diventa un politico sarà altrettanto responsabile, non esiterà a dimettersi se si scopre che ha copiato qualche passaggio della sua tesi o ha pagato la colf in nero. Quel cittadino sa che deve pagare per i propri errori anche nelle piccole cose. Allo stesso modo quando il furbetto, votato democraticamente, diventa politico resta inevitabilmente voltagabbana. Cambia è vero il contorno ma la sostanza è la stressa. E in questo guazzabuglio il partito trasversale del qualunquismo che va da Grillo a Salvini, urla e strepita riempiendosi la bocca di diritti negati, inciuci e inenarrabili trame oscure. Ma qui gli unici diritti realmente negati sono quelli delle persone serie e oneste, quelle che senza clamore compiono il loro dovere tutti i giorni dando a Cesare quello che è di Cesare senza scorciatoie o sotterfugi da trasformisti. Gli anonimi isomma. Resta da capire chi si ricorderà di loro.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità