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Inizia il ramadan, ma cos’è?

In questo periodo ricorre il Ramadan.

Il Ramadan è uno dei mesi arabi, mesi diversi dai nostri perché solari, ossia di ventotto giorni. I mesi arabi scorrono rispetto all’anno seguendo le fasi lunari e passando dalla stagione calda alla stagione fredda e viceversa; perciò il Ramadan può capitare in estate oppure in inverno.
 
Anche i giorni arabi sono un poco diversi dai nostri: essi sono una alternanza di giorni e di notti, che cominciano e finiscono quando, presi in mano due pezzi di stoffa, uno bianco ed uno nero, l’occhio umano non distingue più alcuna differenza di colore, alla sera, ovvero comincia a distinguerle, al mattino (ovviamente senza luci artificiali).
 
Insomma, gli arabi riferiscono lo scorrere del tempo al sole, che genera l’alternanza di giorni e di notti, ed alla luna col succedersi delle sue fasi. Il precetto islamico di digiuno e di preghiera riguarda il mese di Ramadan, ed in particolare i suoi giorni: durante essi è prescritta l’astinenza dal cibo, dalle bevande e dal fumo.
 
All’arrivo della sera, solitamente viene preparato e consumato un bel bricco di tè caldo, perché il corpo umano non riesce subito a riprendere a nutrirsi liberamente. Poi, durante la notte, ciascuno è libero di bere, di cibarsi e di fumare.
 
E se il Ramadan capita d’estate, il problema principale per il fedele osservante è la sete, mentre se il Ramadan capita d’inverno, il problema principale è la fame. Invero questo precetto non ha validità rigorosa nell’Islam: ne sono esonerati anziani, bambini, ammalati, etc.; ad esempio, chi non sta bene, non lo segue. In ogni caso, dopo mezzogiorno, il lavoro viene spesso sospeso, soprattutto se esso è manuale: il Ramadan è un mese di orario di lavoro ridotto.
 
Non è questa l’unica causa di alterazione del ritmo di lavoro occidentale da parte della religione islamica: tutti i giorni, quando il muezzin chiama alla preghiera, le attività si fermano per consentire ai fedeli di recarsi alla moschea e di pregare; e questo succede all’alba, al tramonto ed altre tre volte durante al giornata. Inoltre, come universalmente noto, il giorno festivo arabo è il venerdì (per gli ebrei è il sabato).
 
Armonizzare tutte queste differenze non è facile, ma non è neanche impossibile: è solamente necessario parlarsi e capirsi; e rispettarsi reciprocamente. Ad esempio è necessario rifuggire da stupide castronerie in stile marce dei protestanti nord-irlandesi o dall’indossare magliette con su disegnate vignette anche solo potenzialmente offensive della religione islamica.
 
L’esempio da seguire ci viene dalle svedesi, le quali, in zone a prevalenza islamica anche del loro Paese, evitano il topless. In queste zone il rispetto dei mussulmani imporrebbe di astenersi dal bere e dal fumare in pubblico di giorno durante il Ramadan.

Riguardo i costumi da bagno realizzati secondo le esigenze dei mussulmani, le aziende manifatturiere della Brianza farebbero a studiarne il modello ed a proporli
: i potenziali clienti, a questo mondo, sono oltremodo numerosi. Come sono numerosi i consumatori di birra analcolica, solitamente di produzione svizzera.
 
Strano a dirsi, la cosa più complicata da combinare è il rispetto del giorno di riposo settimanale: nei Paesi, in cui convivevano pacificamente mussulmani, cristiani ed ebrei, si finiva per fare un week-end lungo tre giorni. Recentemente la Tunisia, paese a forte vocazione turistica, ha cambiato i suoi due giorni del riposo settimanale da giovedì-venerdì a venerdì-sabato, e ciò per evitare costi ed inconvenienti nelle transazioni internazionali per la lunga sospensione di quattro giorni su sette alla settimana. E ciò sempre, non solo durante il Ramadan.

Commenti all'articolo

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.126) 25 agosto 2009 18:59

    D’accordo per il rispetto o la comprensione ma un conto è capire un conto è accettare e sposare in pieno tradizioni, usi e costumi, che non sono nostri, della nostra cultura e tradizione.Siamo noi che se vogliamo dobbiamo cambiare le nostre usanze, e lo abbiamo fatto, le nostre leggi e abbiamo fatto pure questo: diverso è cambiare ,per forza o per plagio,(non mi viene altro termine ora,ma spero sia chiaro il concetto) le proprie idee o credenze religiose. Senza voler minimizzare o polemizzare, ricordiamoci il Terence Hill in "Trinità" che era pronto a diventare mormone, due belle ragazze, salvo poi scoprire che doveva essere circonciso, lavorare fino al tramonto spaccandosi la schiena...
    Questo per dire che è possibile che alcune usanze possano avere (avuto) una loro logica, un motivo (allora) valido: ma dover ritenere ,come spesso avviene, che tutto ciò che gli altri (stranieri o di altre confessioni religiose) adottano usano o fanno sia meglio, più adatto, rispettoso, insomma sia superiore, non mi trova d’accordo e ,lo ripeto, ancora meno il fatto che io,siccome c’è una percentuale X di persone ,di solito uomini, che è di una confessione religiosa che non accetta certi comportamenti sessuali, mette al bando alcuni alimenti, a scuola (egualmente) certe cose andrebbero (perchè ci sono i loro figli) rettificate (vedi anche il discorso sul crocifisso, sul presepio eccetera), devo cambiare tutto il mio stile di vita, le mie abitudini, e alla fine anche le mie convinzioni religiose (da dire che sono cristiano sui generis) e poi sarà la volta di quelle politiche. Ecco perchè capire è un conto, condividere ed essere partecipe è un’altra cosa.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.162) 26 agosto 2009 11:09
    Damiano Mazzotti

    Ben detto.. Lupo...

    Ci stanno riempiando il paese con i loro figli perchè nei loro paesi sono già troppi...

    Fra vent’anni saremo troppi, faremo la fame nel nostro paese e loro prenderanno il sopravvento...

    Tipica islamica: è incinta e spinge una carozzina e ha anche due bambini più grandicelli a piedi al seguito..

    E spesso questa donna ha appena trent’anni..

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