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Ingenui clienti della mafia

Per chi ha vissuto in una regione difficile come la Calabria, i contatti anche indiretti con le organizzazioni criminali sono quasi inevitabili.

Da ragazzino mi ricordo lo stupore quando appresi dalla cronaca locale di Catanzaro che il tizio che lavorava al supermercato sotto casa era finito agli arresti per associazione a delinquere di stampo mafioso.

 

Lo stesso imbarazzo lo provai quando scoprii che una graziosa trattoria di Cirò (in provincia di Crotone, ndr) dove avevo consumato più volte gustosi piatti della cucina calabrese, rientrò tra i beni confiscati ad una famiglia locale.

 

Dopo essermi informato che l’ex marito di un’amica di mia madre era stato murato nel cemento, decisi di sperimentare il cambiamento trasferendomi per studi in un’altra città, stanco di finanziare nel mio piccolo le molteplici attività economiche della ’ndrangheta.

 

Da parecchi anni vivo a Roma, ma anche qui come la cronaca ci insegna, la presenza della Piovra è diffusa e impenetrabile. Nel 2007 un grande supermercato sulla via Cassia, in uno dei quartieri più benestanti della capitale, è stato vittima di un incendio doloso. Si potrebbe pensare ad un normale incidente, ma quando si è a conoscenza del forte controllo delle attività economiche che le ‘ndrine esercitano da tempo nella zona Nord di Roma, più di un semplice dubbio ti assale.

 

Sono stato tra i numerosi clienti del ristorante “La Rampa”, famoso locale di Piazza di Spagna, frequentato da turisti e vip (una volta cenai vicino a Pippo Franco…). Anche in questo caso avverto un profondo senso di amarezza nel leggere sui giornali che il gestore del ristorante, Domenico Giorgi, risulta essere lo stesso proprietario della pizzeria italiana di Tonhallenstrabe, teatro lo scorso anno della sanguinosa strage di Duisburg. Un sospetto che ha condotto il pm Salvatore Vitello a depositare una memoria di 100 pagine per la richiesta di sequestro preventivo del locale, ritenuto uno dei canali di scolo per il riciclaggio di denaro delle cosche di Locri e San Luca.

 

Ancora una volta mi ritrovo mio malgrado ad essere un cliente della ‘ndrangheta, insieme a molti altri ignari cittadini onesti.

 

Purtroppo non basta odiare la mafia e cercare di combatterla nella vita di tutti i giorni. Bisogna stare attenti anche quando si va a fare la spesa.

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