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Informazione corretta in vista delle regionali?

La maggior parte degli italiani effettua le proprie scelte politiche sulla base di informazioni spesso incomplete e talvolta addirittura errate.

Informazione corretta in vista delle regionali?

La maggior parte degli italiani effettua le proprie scelte politiche sulla base di informazioni spesso incomplete e talvolta addirittura errate. Se non bastasse a testimoniarlo il bel libro pubblicato di recente dal collettivo noisefromamerika cose come questa rinfrescano la memoria. La distorsione nel processo che dovrebbe portare a una corretta informazione dei cittadini nel nostro paese deriva da:
 
Rumore Mediatico. Le notizie vengono riportate senza specificare adeguatamente l’attendibilità delle differenti fonti. Dati ufficiali forniti da fonti autorevoli vengono presentati in modo indistinto rispetto a esternazioni estemporanee spesso prive di qualsiasi fondamento e chiaramente tese ad indirizzare l’opinione pubblica in favore di determinate parti politiche. Le dichiarazioni inattendibili o comunque volutamente false costituiscono una sorta di “rumore” che disturba la corretta comprensione degli eventi, in particolar modo quando la fonte dovrebbe essere autorevole (Tremonti docet).
 
Eccessivo Tecnicismo. Le testate o i siti di approfondimento che propongono analisi obiettive (ad esempio lavoce o noisefromamaerika) e non soffrono del disturbo precedente, sono generalmente dirette a persone con conoscenze tecniche elevate e interesse per la materia significativamente superiore alla media dei cittadini.
 
Inefficacia Comunicativa. La maggior parte dell’informazione disponibile a chi deve compiere delle scelte politiche viene veicolata in modo inefficace o per eccesso di superficialità (slogan televisivi, manifesti, titoli di testate giornalistiche nazionali) o per eccesso di dettaglio (ad discussioni e ddibattiti su siti specialistici) . Mancano documenti che dicano in modo sintetico ma esauriente quello che è utile sapere e lo espongano in modo semplice e comprensibile anche a chi non ha una cultura elevata.
 
Non c’è nulla da fare, se non lamentarsi del popolo bifolco che non si sforza di informarsi o semplicemente di pensare? Indulgere in chiacchiere élitarie tra i pochi sconsolati che comprendono veramente cosa succede e si chiedono “come è possibile?”
 
Beh, su internet varie esperienze di collaborazione collettiva hanno avuto successo (ad es. se ne parla in questo libro) e per diffondere un’iniziativa in modo virale ci sono i social network come Facebook (si pensi a quella del pomodoro vs berlusconi). Non penso sia impossibile attivarsi in modo efficace per un’informazione più corretta (ovviamente anche su Agoravox, che putroppo non è immune dai tre diffetti menzionati sopra).
 
Qualcuno ha voglia di rimboccarsi le maniche?
 

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