Indovina chi viene a cena
Presente come invitato anche un altro collega togato della Consulta, Paolo Maria Napoletano. Più fonti sostengono che i temi della cena fossero le “riforme costituzionali” e la “separazione delle carriere”. Oltre al fatto forse “poco” rilevante per questa allegra compagnia, che il lodo Alfano (lo scudo-immunità di cui Berlusconi ha usufruito nel processo per corruzione del suo ex avvocato Mills, poi condannato) il 6 Ottobre dovrà essere discusso e poi giudicato dalla Consulta stessa, che ne potrebbe dichiarare l’illegittimità costituzionale.
Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, stigmatizza i due della Consulta che sarebbero “consiglieri del premier” che suggeriscono soluzioni per “mantenerne l’impunità”; inoltre, sempre secondo Di Pietro, “c’è un grave conflitto di interessi” per cui esorta la Corte Costituzionale a “ non pronunciarsi sul lodo Alfano fino a quando i due giudici non si saranno dimessi”.
Mazzella dal canto suo si difende dicendo che “a cena invita chi vuole” e definisce Berlusconi un “vecchio amico”; Niccolò Ghedini, avvocato del premier e responsabile della giustizia del Pdl, dichiara : “Nulla di strano, perché i giudici non vivono sul monte Athos ed è normale che frequentino le alte cariche”. A questo punto c’è da domandarsi, dopo altre recenti esternazioni (come la definizione di “utilizzatore finale” creata apposta per il premier che avrebbe usufruito di donne che altri pagavano), cos’è che reputi scandaloso, inopportuno e imbarazzante l’onorevole Ghedini.
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