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India: sciopero per milioni di lavoratori

In India è stato proclamato uno sciopero generale che ha bloccato il Paese per 24 ore. A indirlo sono state le 11 maggiori sigle sindacali, non soltanto vicine alla sinistra ed all’opposizione, ma anche attigue al Partito del Congresso, al Governo.

Le istanze avanzate dai lavoratori sono essenzialmente due. La prima, di carattere eminentemente salariale, è l’aumento degli stipendi, che dovrebbero almeno essere allineati all’aumento dell’inflazione in corso. La seconda, contesta invece le politiche adottate in materia di lavoro di economia e di tutela del Welfare State, considerate troppo liberiste e troppo poco rispettose dei diritti dei lavoratori. Lo sciopero, oltre ad aver coinvolto milioni di lavoratori appartenenti ai più grandi sindacati indiani, ha interessato anche migliaia di altre piccole rappresentanze locali, che si sono unite in un coro unanime alla protesta che ha montato, paralizzando il Paese per un’intera giornata.

E’ stata un’altra dura prova per il Governo di coalizione guidato da Manmohan Singh, già precedentemente coinvolto in diversi scandali per corruzione dei suoi vertici. L’ultimo caso che ha scosso l’opinione pubblica del Paese, è stato quello sulla svendita delle licenze telefoniche nel 2008, in cui venne coinvolto come maggiore imputato l’allora ministro delle telecomunicazioni Andimuthu Raja.



La mobilitazione ha avuto delle ripercussioni diverse nelle varie metropoli del Paese, considerati i centri nevralgici delle attività economiche e finanziarie, ora vere e proprie roccaforti delle rappresentanze sindacali più agguerrite. Pochi i disagi a New Delhi e a Mumbai dove assicurazioni, banche e uffici sono rimasti chiusi ma dove non si sono registrati problemi alla circolazione dei mezzi di trasporto pubblico ed al traffico in generale, oltre che per la chiusura di piccole attività commerciali. Di tutt’altro genere invece il tono della protesta a Kolkata, come è attualmente chiamata Calcutta. Agli uffici ed ai negozi chiusi si sono infatti aggiunti, nella città, taxi e risciò fermi ai bordi delle strade, con una conseguente paralisi del traffico cittadino. In completo stallo anche la situazione negli Stati del Kerala, dell’Odisha e di Tripura, dove più forte appare l’influenza dai partiti e dei movimenti comunisti che si oppongono strenuamente al Governo.

Si tratta, per l’India, del quattordicesimo sciopero generale dall’apertura dell’economia e dall’avvio delle liberalizzazioni, nel 1991. In genere l’economia del Paese sembra attraversare una fase di stasi, con una crescita che si va sempre più affievolendo nel corso degli anni. Nel 2011, nel corso dell’ultimo trimestre si è registrato un Prodotto interno lordo in aumento del 6,4%, inferiore al precedente trimestre, in cui era aumentato del 6,9% e al 7,7% registrato invece tra aprile e giugno. La fatica del Governo è dovuta soprattutto al contenimento della galoppante inflazione. Lo stesso assunto sembra valere per i lavoratori che si sono accorti di non poter più convivere con un aumento dei prezzi così gravoso per le loro tasche.

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