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Incontro PD e M5S. Dialogo difficile ma possibile

Alla fine si sono incontrati e si sono confrontati sul tema della riforma elettorale, il tutto in diretta streaming, che ormai sembra diventata prassi consolidata.

Gli uni e gli altri di fronte, sui lati opposti del tavolo che ha già visto tre precedenti incontri finiti a pesci in faccia. Ma questa volta le premesse erano decisamente diverse, sia perché la richiesta è partita dal M5S, sia perché non è in discussione un'alleanza o un appoggio politico e infine perché il tema è circoscritto alla sola legge elettorale.

Da un parte la delegazione del M5S, guidata dal vice presidente della Camera Luigi Di Maio affiancato da Danilo Toninelli, relatore del "Democratellum", la riforma del M5S partorita, come sottolineato proprio in premessa da Di Maio, dal "contributo di migliaia di iscritti sul blog e con il supporto di professori universitari" (se c'è anche Paolo Becchi siamo a posto); a completare la delegazione i due capigruppo Giuseppe Brescia e Maurizio Buccarella, come compresenza. Dall'altra parte del tavolo, quella del PD, guidata a sorpresa da Matteo Renzi, affiancato da Alessandra Moretti, l'unica che ha potuto spiccicare due parole verso la fine dell'incontro e da Roberto Speranza e Barbara Serracchiani, rimasti perennemente impallati dalla telecamera per tutto il tempo dell'incontro, muti come pesci perché se parla Matteo "ubi maior minor cessat".

Sul piatto della discussione, la ricerca di punti di incontro tra il "Democratellum" (M5S) e l'"Italicum", la riforma scaturita dall'accordo tra il PD, Forza Italia, NCD e altri, ovvero tutti coloro che si sono resi disponibili a trovare un'intesa, essendo ormai arcinoto che malgrado i ripetuti inviti a partecipare, e questo è stato proprio il senso dell'unico e fulmineo intervento della Moretti, il M5S si era sempre tirato fuori; aggiungo io, per paura della "contaminazione". Dopo il risultato delle europee, la strategia del M5S è cambiata e adesso cercano il dialogo. Bene.

Senza entrare nei tecnicismi delle due riforme che lascio con piacere a chi è cultore della materia, a me interessa sottolineare l'aspetto psicologico e politico dell'incontro. Vediamone i punti cardine in somma sintesi. Il Democratellum (M5S), ripetutamente chiamato da Renzi il Toninellum, non si sa se in buona fede con il nome del patrocinante, si fonda sul concetto che devono essere i partiti e non le coalizioni a presentarsi al voto, introduce le preferenze, è di tipo proporzionale con un premio ristretto al vincitore, introduce inoltre le "preferenze negative", una sorta di meccanismo di sottrazione che riduce, nella misura di un decimo per voto, la preferenza positiva espressa per un candidato di altra lista e, infine, si articola su collegi elettorali molto ampi. Secondo Toninelli questo meccanismo, che sembra essere in vigore soltanto in Svizzera, dovrebbe ridurre il rischio del voto di scambio. Giuro che, matematicamente parlando, non riesco a capire come possa garantire una cosa del genere.

L'Italicum (PD) è sostanzialmente di tipo maggioritario, non prevede (per ora) le preferenze, presenta una soglia attorno al 40% (in via di definizione) per avere il premio di governabilità, è aperto alle coalizioni, prevede il ballottaggio in secondo turno e si articola su collegi molto ristretti. Inoltre, e su questo punto c'è stato un scontro sulla tempistica dell'iter di approvazione che il M5S vorrebbe in termini strettissimi, il PD intende prima sottoporre il testo definitivo della riforma al vaglio della Corte Costituzionale, per evitare precedenti come quello del "Porcellum".

Spero di non avere travisato i contenuti.

Diciamo subito che se il timore era quello che il M5S andasse a far teatro per scopi propangadistici, lo scorrevole, dialetticamente parlando, Di Maio ha dato la positiva impressione che effettivamente, pur restando su posizioni ben definite, ci sia la volontà di trovare un punto di incontro. Sarebbe veramente meschino se questa architettura dialogante fosse diabolicamente congegnata per ribaltare il tavolo delle riforme da far poi seguire con i soliti slogan, che ormai conosciamo a memoria. Ma credo che ciò sia improbabile perché verrebbe subito smascherato da Renzi che, quanto ad impatto mediatico, non è secondo a nessuno.

Secondo i pentastellati la riforma del PD e soci presenta i rischi di un mancato filtro in ingresso dei candidati, quindi è totalmente aperta al voto di scambio o peggio ancora mafioso e qui di Maio ci ha messo un carico da undici : "Non si possono escludere che vengano eletti coloro che poi vengono inquisiti o arrestati come succede spesso da voi, noi abbiamo soltanto gente pulita". Renzi ha risposto acido che loro hanno sempre votato per l'arresto anche dei loro parlamentari e quanto alla rappresentatività ha preso in giro Di Maio con quel (sintesi) "Con quanti voti siete stati eletti? Venti, trenta, no lo dico senza malizia". Infine Toninelli batte il ferro: "Temiamo dei profili di incostituzionalità dell'Italicum, non vorremmo che si ripetesse la storia del Porcellum ".

Introduco una mia osservazione, solo di buon senso, sulla provocazione di Di Maio che, se non esce dal cliché del barricadero come spesso gli capita, non farà molta strada. I pentastellati sono "puliti" anche e soprattutto perché non hanno ancora le mani in pasta, aspettiamoli alla prova dei fatti poi giudicheremo. Per rubare ci vuole il malloppo e devi avere la possibilità di farlo. Il PD, nelle sue variegate versioni è una settantina di anni che armeggia in molte, per non dire la stragrande maggioranza, delle amministrazioni dove circolano i soldi. Quindi se io fossi Di Maio ci andrei un po' più cauto, visto che la teoria del "primato morale" ha già avuto illustri smentite.

Renzi, che sarebbe meglio evitasse le battute di spirito per fare il piacione ad ogni costo, ravvisa nella proposta del M5S un elevato rischio di ingovernabilità, non essendo garantito il ballottaggio al secondo turno, sul modello dell'elezione dei sindaci. Insomma Renzi, dopo il voto, vuole un vincitore certo. Inoltre ci sono forti perplessità sul meccanismo delle preferenze negative e sulla dimensione dei collegi. Poi c'è il punto delle eventuali alleanze di governo che Renzi vorrebbe fossero definite prima del voto, per evitare, e qui è stato malizioso e acido come Di Maio, che si formino alleanze del tipo Grillo-Farage (in sede UE) che (testuale): "Io non so se il M5S avrebbe preso, sapendolo prima, gli stessi voti, forse più, forse meno, ma chissà... "

Ciò riportato, per quanto mi è stato possibile capire, Renzi ha promesso di valutare attentamente la proposta di riforma del M5S e di apporre, nel giro di qualche giorno, le sue osservazioni sul sito ufficiale del PD, attendendosi le controdeduzioni dei pentastellati.

Verrebbe quindi da dire: Oh che bello! Invece io credo che, al di là delle buone intenzioni, la montagna partorirà il topolino. Non credo cioè che nessuno dei due interlocutori sia disposto a modifiche sostanziali. Non c'è la volontà e inoltre il M5S arriva abbondantemente fuori tempo massimo. Fossi smentito sarei il primo a gioirne.

Tuttavia, se non altro, si è inaugurata una strada di confronto "civile" che fa ben sperare per il futuro, visto che l'intenzione di entrambe le parti è quella di un "confronto" di largo respiro, quindi esteso anche a tutte le altre riforme ."Riformino" Renzi dovrà tenerne conto che gli attuali alleati di governo certamente non staranno brindando.

Mi chiedo solo: ma ci voleva tanto? Non si poteva farlo prima?

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.184) 26 giugno 2014 15:53

    Debora Serracchiani.... o Barbara?!


    Secondo me sei troppo ottimista, Paolo.

    Il fatto che un tavolo di confronto sia stato pacifico (tavolo richiesto dai M5S) non significa che i prossimi lo siano.

    O che ci sia la stessa disponibilità al dialogo quando i confronti li chiedono altri.
    Vedremo.


  • Di paolo (---.---.---.219) 26 giugno 2014 16:39

    Debora , ma per quello che è sevita potava anche chiamarsi Barbara .
    Chi vuol esser lieto sia ..del doman non v’è certezza "
    ciao

  • Di (---.---.---.77) 26 giugno 2014 20:37

    Mia opinione: siamo al solito teatrino. Ho commentato e approvato l’articolo di Mandia: a tutti conviene, dal loro punto di vista: a Renzi, dialogante ma decisionista, a 5S che sembra quello delle favole: la volpe e l’uva oggi, domani il lupo che perde il pelo...forse, ma anche no, il nano che può tornare a prendersela con qualcuno....Ed è vero, salvo che per 5S: o sono andati in palla e da antisistema diventano sistema, da 25% a 5% o si tratta di soldi: si vedrà...! Noi, e solo noi, ci rimetteremo: dal 2005 abbiamo il Porcellum, ora è tutto un fermento, ma, avete sentito parlare di lavoro, scuola, pensioni varie, spending review, industria ecc.....quali i provvedimenti?....tutti su riforme fantasiose.... Ne vedremo ancora delle belle... e sì, se tutto va bene la montagna partorirà un topolino, altrimenti un ulteriore aborto...!
    Un Saluto

    Enzo

  • Di paolo (---.---.---.219) 26 giugno 2014 21:28

    Enzo , dammi retta prendi il respiro , rilassati .
    L’Italia il fondo lo ha già toccato con un signore che in qualunque altro paese del mondo avrebbe già almeno una trentina d’anni di sole a quadretti sul groppone . I suoi pseudo antagonisti erano una allegra compagnia di giro che serviva a confondere i cittadini .
    Siamo un paese in declino , per certi versi inevitabile , ma Renzi non può fare di peggio . E’ impossibile.
    ciao

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