• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > (In)ter(per)culturando: Guida al corpo della donna (dalla A alla (...)

(In)ter(per)culturando: Guida al corpo della donna (dalla A alla Z)

Guida al corpo della donna – dalla A alla Z, Giudizio Universale, Febbraio 2010, collana ‘Le guide’ diretta da Remo Bassetti.
 
Il titolo è decisamente impegnativo, scatena aspettative che è impossibile mantenere per questo testo quanto in assoluto.
La suddivisione in capitoli per macro-tematiche è probabilmente troppo semplicistico come approccio, sebbene funzionale e veloce per chi consulta e legge.
Infine l’oggetto-libro è scoraggiante, nell’era del marketing è impossibile non notarlo con un primo colpo d’occhio.
 
Ciò nonostante è un piccolo testo interessante.
Innanzi tutto per gli autori. Carlo Flamigni, professore di ostetricia e ginecologia e Margherita Granbassi, campionessa di scherma che aspira al mestiere giornalistico. Dalla breve biografia pare inevitabile associare ai due autori immaginari di opinioni e approcci che, in questo testo, non trovano sempre conferme. Il professor Flamigni è preciso, tecnico e aggiornato sulle realtà mediche anche non italiane, ma – allo stesso tempo – è un pensatore libero, laico, che non si nega soggettivismi, opinioni personali quanto domande senza risposte. Margherita Granbassi argomenta con semplicità, carisma e passione, non si cuce addosso etichette ‘altisonanti’ ma espone idee, opinioni e considerazioni con la chiarezza della trasparenza. Due approcci interessanti, insomma, che affrontano questioni comuni senza poggiarsi su retoriche preconfezionate o galleggiamenti di comodo.
 
Sostanzialmente, più che una ‘guida’, questo libro è una raccolta di ‘sfere riflessive’, in ogni sfera si trovano alcuni spunti suddivisi per argomento, macro-categorie per l’appunto. Il formato e la lunghezza del libro, d’altra parte, anticipano l’effettiva natura del testo che già nell’introduzione di Remo Bassetti non si impone etichette, tanto meno presunzioni assolutistiche.
Molto c’è da scavare, ancora, oltre.
Molto resta da affrontare.
Molto ancora si rifiuta.
Eppure “il corpo, inevitabilmente intrecciato col privato, è per la donna una forma di linguaggio sociale” scrive Bassetti. E i linguaggi, si sa, sono mutevoli, deformati dal mittente quanto dal ricevente, subiscono interpretazioni, rischiano di finire piegati dai voleri e i bisogni. Non sono scientifici, insomma.
 
A parte alcuni elementi che avrebbero potuto essere gestiti diversamente, nell’oggetto-libro quanto nella presentazione dei contenuti, è un testo che si legge con scorrevolezza, offre spunti di riflessione, vira tra tematiche dolorose e più frivole, non scivola nelle banalità piuttosto scarica alcune fibrillazioni. La suddivisione dei capitoli permette letture non consequenziali, le due voci degli autori sono distinguibili e forti, non scatenano lagnanze e non si negano esperienze personali e ragionamenti poggiati sull’esperienza, il vissuto.
 
È una trattazione saggistico-argomentativa non esaustiva - evidentemente - ma forse, nemmeno avrebbe voluto o potuto esserlo in questa forma.
 
L’impressione è che entrambi gli autori avrebbero ancora molto da dire sulla maggior parte degli argomenti proposti.
 
E probabilmente, la sottile originalità delle voci, degli approcci, costituiscono un discreto punto di partenza per continuare a trattare e ragionare sui corpi delle donne senza rimanere fermi.
 
Mi offro senza difesa alle critiche e al ridicolo. A diciott’anni sono stato per almeno tre giorni innamorato di una signorina, chiamata la Triestina, che lavorava in un bordello di Forlì. Andavo a trovarla quando uscivo di scuola, c’erano pochi clienti e potevo parlare con lei, i soldi per una marchetta li avevo raramente. Era una donna libera, più di tanti uomini che conosco, e non aveva protettori. Fu lei a chiedermi di non andare più a cercarla, credo che si sia trattato di un gesto materno.
Oggi si stanno aprendo nuovi luoghi per una prostituzione diversa, le ragazze si concedono e vengono ripagate con carriere politiche e televisive, i casini hanno cambiato aspetto e sembrano (sembrano) ville signorili con piscina. Posso sbagliare, quando i ricordi sono tanto sbiaditi è sempre possibile che la retorica li insudici un po’, ma sono convinto che la Triestina non ci sarebbe andata.
(Guida al corpo della donna, capitolo ‘La prostituzione’, di C.Flamigni e M.Granbassi, Giudizio Universale, 2010)

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares