In Tv non ne parlano. Quindi non esiste
E’ la malattia dei nostri tempi: in Tv non ne hanno parlato, per cui non è successo.
Come del resto è vero anche tutto il contrario: se un giornalista qualsiasi, un Cucuzza tra i tanti, presenta un asino che vola ed in contemporanea sforna pizzette da un Delonghi parlando della situazione politica della Groenlandia, beh, deve essere vero, è in Tv.
In realtà le generazioni più giovani si sono distanziate, ma pericolosamente da questa tendenza: ad oggi vale l’adagio "L’ho trovato in internet, quindi è vero".
Fatto sta che i canali di internet sono infiniti, ed infinite le quantità di stupidaggini da poterci riversare; fatto sta che in generale no esiste il vero assoluto, tranne che per gli idioti, ma a loro non ditelo, tendono a prendersela a male.
Questo preambolo perchè qui, sotto i vostri piedi, in quella mera espressioncina geografica che si chiama Italia, una città che aveva conquistato i nostri cuori, che lottava, che faceva sentire la propria voce, ad oggi, non esiste più. E solo perchè non è in Tv.
Non sto parlando di Atlantide o di qualche altro mito.
Vi ricordate questo nome, voglio dire, quella ridente città scolpita nella storia dal Palladio e non solo, una piccola città incantevole. Con accanto un territorio colonizzato per volere dei vari governi che si sono succeduti, ma contro il volere dei cittadini, o quantomeno di una grossa parte di loro.
Per levarmi immediatamente di impiccio, vi dico che non mi interessa in questo articolo chiarire chi abbia ragione, quali ne siano le motivazioni o cose del genere.
Dico semplicemente che se migliaia di persone sono continuamente mobilitate, ed anche in maniera fantasiosa, se la polizia non permette le manifestazioni, se il governo blocca i provvedimenti da loro chiesti a gran voce e via dicendo, beh, bisognerà quantomeno che se ne parli.
Poi ad ognuno giudicare, ma parliamone.
Non è nemmeno politica estera, non è Africa, è la vostra nazione, che lo vogliate o meno.
D’accordo, magari vi piace di più inebetirvi davanti a Do Re Ciak Gulp ascoltando di quanto possa essere osannato Marco Carta o un nuovo piccolo imbecille che si crede pieno di talento.
Quindi, un buon articolo, e per carità, questo non lo vuole essere, ha anche un fine. Informativo di solito, o quantomeno rivelatore.
Sbagliato, ve l’ho detto, questo non è un buon articolo.
Consideratelo un invito: andate a leggervi cosa succede a Vicenza, e poi parlatene, parliamone.
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