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 Home page > Tribuna Libera > In Friuli Venezia Giulia a "scuola" di esclusione

In Friuli Venezia Giulia a "scuola" di esclusione

La scuola è il principale pilastro su cui si fonda l'idea di integrazione, conoscenza, di democrazia, di inclusione. Nel mondo dove si chiudono le frontiere, dove ritornano i controlli ai confini, dove la soluzione viene intravista nei nazionalismi, ci si chiude. E chiusura comporta distruggere tutto ciò che è stato integrazione, inclusione, progresso dei diritti civili e umani. La politica del passo del gambero che ci porta indietro nel '900 è effettivamente in corso. Cammina, ora corre, ora rallenta, ora accelera, ma prosegue per la sua strada. Nei luoghi di confine certe istanze sono accadute prima che altrove. E' sempre stato così.
Troppi stranieri in città? Bene. Iniziamo a comportarci di conseguenza sotto il segno del prima gli italiani, in questo caso gli italofoni. Chi rimane fuori dalle scuole può sempre essere accompagnato in autobus, taxi, disco-volante, elicottero, come volete voi, basta che vada altrove. Il prossimo passo sarà di arrivare in FVG a mettere una quota di residenti stranieri per città? Intanto, quota o non quota, si è fatta scuola di esclusione, perché quando si rimane fuori dalla scuola, non si può che parlare di esclusione, che sia o non sia dell'obbligo conta poco, la sostanza dell'integrazione vale per tutti gli ordine e gradi. E che dire delle sconcertanti classi ponte?
 
In questa fantomatica ratio di esclusione, poteva non rientrarvi, nell'ottica di un sistema che pensa e crede nella fantomatica esistenza della "famiglia naturale" inesistente nella realtà, salvo che nella mente di qualcuno, la questione dell'omofobia a scuola?
Quante menzogne si son dovute sentire dalla teoria gender ad altre stronzate del genere non inferiori alla leggenda che voleva che i comunisti mangiassero i bambini. Il FVG è stata per tempo una regione avanzata in materia di contrasto all'omotransfobia. Una conquista durata decenni. Un modello per l'Italia. Un modello che doveva essere smontato. 
Vi è una legge regionale del 2017 che ad esempio prevede espressamente che "l 'Amministrazione regionale sostiene le azioni volte alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere per affermare i principi delle pari opportunità e dell'uguaglianza, della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere." 
E veniva concesso anche un contributo all'Associazione Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia Onlus di Trieste per la realizzazione del progetto "A scuola per conoscerci" volto a realizzare presso gli istituti scolastici della regione interventi didattico - educativi di formazione e aggiornamento per la prevenzione e il contrasto dell'omofobia e del bullismo omofobico a scuola. Un progetto importante.
Che è stato visto con favore, come evidenziano in un comunicato stampa Antonella Nicosia - Presidente Arcigay Arcobaleno Trieste Gorizia Onlus, Nacho Quintana Vergara - Presidente Arcigay Friuli, Angela Cattaneo - Presidente Lune Associazione Lesbiche del Nord Est, anche dalla Presidenza della Repubblica. Ma a quanto pare, vi è la volontà, da parte del nuovo corso politico del FVG, di abrogare in sostanza ciò. 
Il FVG fa scuola in Italia, scuola di esclusione, perché si esclude. 
 
Marco Barone

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