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Impiegati Mediaset in sciopero: non ne parlano nemmeno i TG Mediaset...

Una notizia che non trapela. Fra le tante. Una notizia da tenere ben oscurata. Che se lo sa la gente cosa accade, mentre i media nazionali sommergono la platea dei contribuenti con la tormenta di polemiche pre elettorali – come d’uso ormai – cui seguiranno, ovvio, le polemiche post elettorali, e con i fatti e misfatti privati del Premier Berlusconi, fra decaloghi e pentaloghi di domande cui tutti si attende invana risposta. E con le notizie sempre più rarefatte che riguardano il sisma in Abruzzo...

Accade che, i dipendenti della Videotime di Roma (società licenziataria di Mediaset-Rti che opera nei centri di produzione Palatino e Elios) e che collaborano a trasmissioni quali ad esempio il TG5, Forum e Uomini e Donne, si siano messi a braccia conserte. La motivazione? Una nuova politica “del risparmio” messa in atto dal gruppo Mediaset, che adduce come causa dei tagli economici “l’attuale crisi economica”. Tolte quindi le diarie per servizi esterni. Stop ai passaggi di carriera. Drastica diminuzione dei premi di produzione. Ciò che fa riflettere parecchio, è la motivazione addotta: quella della crisi economica, considerando che proprio il creatore del gruppo Mediaset, l’attuale premier Silvio Berlusconi, annuncia ad ogni pie’ sospinto, che la crisi è ormai un ricordo, e che bisogna pensare al rilancio economico del Paese. Intanto si tagliano i viveri ai lavoratori, e li si tiene pure in “castigo”, non lasciando trapelare nulla del loro – ovvio – scontento.
 
Così, forse forti della contraddizione in termini, i lavoratori hanno deciso di manifestare la loro forte disapprovazione per i drastici tagli al loro emolumento, fermandosi per un intero giorno, lo scorso 22 Maggio. Chissà cosa avrà pensato il solerte Ministro Brunetta, lui che dello sciopero regolamentato ha fatto una normativa a vessillo di un governo che minaccia tempeste a chi pretende di avvalersi del diritto di manifestare il proprio scontento di lavoratore. Anche questo non è dato sapere. Buio. Silenzio. Nessuna dichiarazione.
 


Nessun giornalista Mediaset ad intervistare questi collaboratori, già abituati ad operare dietro le quinte. Invisibili. In tutto e per tutto. Nessuna nota e nessun onore di cronaca. Hanno scioperato e nessuno se n’è accorto. O meglio: nessuno ha fatto sì che la notizia prendesse un minimo spazio nei palinsesti televisivi o all’interno delle testate giornalistiche. Oltretutto, ciò che più di ogni altra cosa ha fatto sbottare i lavoratori in questione, sono certe esose parcelle pagate nel primo trimestre 2009 ad altri colleghi del gruppo, che lavorano dietro le quinte di altre trasmissioni. Un esempio? 1300 euro per una aggiustatina ai capelli, durante una puntata di Forum in cui era ospite la conduttrice Barbara D’Urso.
 
Ed ancor peggio, la diaria di ben 700 euro, per il parrucchiere che liscia le chiome della conduttrice del programma, Rita Dalla Chiesa. Cifre esose, esageratamente. Che non collimano con la motivazione della crisi economica addotta a scusa per pagar meno altri dipendenti. Certo, risulta difficile pensare ad un reale dissesto economico del Gruppo. Ed appare scoraggiante apprendere il fatto che, pur essendo stato creato un comunicato stampa che parlava dell’evento, si sia deciso poi in extremis, di non mandarlo in onda per “motivi di tempo”.
 
E come è immaginabile, nulla si sa del post sciopero di questi dipendenti, che probabilmente avranno ricevuto qualche rassicurazione verbale, che non garantirà nulla di sostanziale nelle decisioni prese e già messe in atto. Per una volta ancora, si perde la posibilità di credere ad un Sistema trasparente, che operi allo scopo di informare realisticamente la nazione. E riflettete sul fatto che questi lavoratori e la loro oscura protesta, molto somigliano alla vicenda al vetriolo di quella par condicio operata solo a parole, e che nell’attualità, presenta le falle di una non volontà di dare pari opportunità a tutti. Politici, impiegati, contribuenti, anziani. Il Paese va a senso unico ormai.
 
La cosa abnorme, è che nessuna tendenza politica fa qualcosa di concreto per ristabilire un giusto ordine delle cose. A meno di qualche anziano militante, che rischia ancora la vita con i suoi scioperi della fame e della sete, per aprire le menti e le coscenze di tutti. A buon intenditor…

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