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Immaginate

Immaginate un signore afflitto da disabilità permanente dell'80% che implica problemi nella deambulazione, nello stare troppo in piedi, nell'autonomia fisica in generale.
Immaginate che, per splendidi motivi familiari, questa persona debba recarsi in Sardegna nella terza decade di agosto.

Immaginate che questa persona, muovendosi con adeguato anticipo, verifichi attraverso i call center delle due compagnie di navigazione con le quali sono stati prenotati i viaggi di andata e ritorno se sono previste eventuali priorità per le persone disabili.
Immaginate che il personale dei call center affermino che le compagnie garantiscono ai disabili la massima attenzione nei momenti di imbarco e sbarco, con priorità garantita. Questa persona apprestandosi al viaggio si tranquillizza: era preoccupato non tanto della partenza ma soprattutto del ritorno, vista l'altissima probabilità di code monumentali.

Immaginate che alla partenza non vi sia alcun problema, come giustamente immaginato da questa persona. Circa 450 persone imbarcate, nessun bisogno di segnalazioni all'imbarco, alla domanda posta alla reception della nave circa le modalità di sbarco questa persona viene informata che sbarcheranno prima le vetture e poi i passeggeri a piedi, categoria alla quale appartiene questo signore. Rendendosi conto che le persone in attesa di scendere erano poco più di una ventina, questo signore decide di soprassedere da qualsiasi segnalazione.

Immaginate che, giunto il giorno del ritorno, questo signore si presenti all'imbarco con adeguato anticipo (oltre due ore prima della partenza) scoprendo che i suoi timori per il ritorno erano fondatissimi: una coda fitta di circa 100 metri in continuo aumento: alla fine le persone imbarcate saranno oltre 2.400. Questo signore si reca presso il personale della compagnia addetto all'imbarco, presenta la situazione, il medico di bordo presente ai margini conferma la validità della documentazione presentata ed autorizza il personale dell'imbarco a procedere nella priorità.

Immaginate che, trascorsa la notte, questo signore si presenti sempre con adeguato anticipo alla reception, posta al quinto piano della nave, esponendo all'incaricato la propria situazione. Questo signore ha la sensazione che l'incaricato non l'abbia neanche ascoltato, vista l'immediatezza della risposta: "deve andare dalle mie colleghe presso gli ascensori". Questo signore agli ascensori vede solo un'incaricata, trovata grazie alla divisa ma priva della targhetta di identificazione. La signorina (lo deduce dalla giovane età e dalla mancanza dell'anello nunziale) gli dice che è prevista una priority ma solo ed esclusivamente per coloro che hanno pagato una maggiorazione del biglietto, proprio per bypassare eventuali code.

Immaginate che questa persona segnali all'incaricata che comprende (a stento) il vantaggio ottenuto dal pagamento della maggiorazione ma vorrebbe sapere se al termine di questa priority sia previsto lo sbarco dei disabili ed anche delle numerose mamme con passeggino o carrozzina presenti nell'area. L'incaricata va a cercare una collega.

immaginate questo signore che immagina l'arrivo della collega insieme all'incaricata. Immagina perché la collega non ha divisa, targhetta identificativa e nulla che possa assegnargli un ruolo, se non un foulard rossoblu al collo: sarà stata una tifosa del Genoa o del Cagliari? Questa collega, anche lei giovanissima, apostrofa il signore chiedendogli come mai un disabile affronti un simile viaggio e come sia riuscito a passare indenne la nottata. Questo signore, mantenendo un'adeguata calma, ricorda alla collega che i motivi del viaggio saranno suoi e che la notte è trascorsa benissimo grazie alla poltrona riservata.

Immaginate che la collega si tranquillizzi anche grazie alla calma della risposta (era sulla difensiva?) e si dimostri collaborativa ed attenta, come confermerà poi nel seguito dell'avventura. Precisa che chi paga il supplemento ha la priority ma che i disabili passeranno subito dopo mentre per le mamme, carrozzine e passeggini è previsto un percorso ad hoc. Prega il signore di attendere vicino alle ascensori: ci penserà lei a farlo scendere per lo sbarco.

Immaginate che nel frattempo l'area nei pressi degli ascensori si sia infoltita di persone sino a sembrare la start line della maratona di New York. Il signore, ricordando i suoi problemi, incrocia le dita e riflette su come semplici corridoi temporanei avrebbero diminuito l'impatto negativo della coda, calmato in generale gli animi e resa più agibile l'area.

Immaginate che come in ogni avventura che si rispetti succeda l'imprevisto: compare all'improvviso un graduato. Il fatto che sia un graduato lo si deduce dal completo blu, una stella sul polsino della giacca ed una targhetta identificativa in bronzo: bella targhetta ma inutile, viste le sue dimensioni e quelle delle lettere con il nome ed il ruolo dell'individuo, scritte nello stesso corpo delle postille in fondo alle polizza assicurative. Il graduato impone alla folla, con autorità mista ad agitazione, di fare spazio: si forma in fretta un piccolo corridoio verso gli ascensori (potere della divisa!), occupato in un attimo da un gruppo di signore perfettamente abbronzate, truccate ed ingioiellate. Il graduato pigia con ferocia e fretta tutti i pulsanti di tutti gli ascensori sino a quando uno di questi si apre, inghiottendo in pochi secondi le allegre signore.

Immaginate che sia giunta l'ora della resa dei conti. Non era mezzogiorno, anzi mancavano pochi minuti alle 9 e 30, ma l'aria che si respirava era quella della sfida all'Ok Corral. La collega si avvicina a questo signore e lo informa che non appena la porta dell'ascensore si aprirà lo farà salire. I suoi occhi sembravano augurare "buona fortuna", ma le labbra non emisero alcun suono.

Immaginate che all'apertura delle porte degli ascensori il graduato inviti tutti a salire, scatenando le spinte più nefande. La collega, immolandosi, riesce a far salire questo signore che si trova in un nanosecondo schiacciato al fondo dell'ascensore (questo signore non saprà mai la fine che avrà fatto la povera collega aiutandolo).

Immaginate di seguito ed in rapida sequenza: apertura porte, muro di folla sudata ed urlante, questo signore in mezzo a persone frettolose con trolley, valigie e zaini che gli percuotono le gambe scagliato su un minuscolo marciapiede che costeggia tutto il lato della nave. Questo signore, visto il suo scarso incedere, decide di scendere dal minuscolo marciapiede per far passare la suddetta folla trovandosi in mezzo a vetture rombanti. Alla fine questo signore, buon ultimo, si reca all'uscita, gettando nel frattempo lo sguardo intorno alla ricerca di passeggini. Ne vede uno. La mamma, animata dall'italica capacità di arrangiarsi, aveva chiuso il passeggino portandolo con un braccio: sull'altro il bambino. Questo signore vede in lontananza i suoi cari, trascinati dalla marea umana sino all'uscita della nave.

Potete smettere di immaginare. Tutto questo è avvenuto lunedì 2 settembre, l'armatore è GNV, la nave Exellent ed il porto di arrivo era Genova.

Foto: Pixabay

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