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Il voto nelle città: le Europee a Napoli

Nel capoluogo campano il M5S ottiene uno dei suoi risultati migliori sfiorando il 40%. Ma la geografia del voto regala sorprese…

di Salvatore Borghese e Giovanni Forti

La città di Napoli ha rappresentato in qualche modo una peculiarità nelle elezioni europee del 26 maggio scorso. La provincia del capoluogo campano è stata quella in cui il Movimento 5 Stelle ha ottenuto il suo risultato migliore (39,15%). Un risultato che a livello comunale è stato replicato quasi esattamente, financo migliorandolo (39,86%). In nessun’altra delle grandi città del nostro Paese il M5S è arrivato così in alto, in una tornata complessivamente piuttosto deludente. Per contro, il centrodestra – che a livello nazionale ha sfiorato il 50% dei consensi – a Napoli si è fermato intorno al 25%.

Come già visto in altri casi, però, il voto non è stato affatto uniforme in tutte le zone della città. Lo si vede bene con la mappa del primo partito. Il M5S è in forte vantaggio (almeno 10 punti) in quasi tutti i quartieri, superando il 50% in quelli della periferia settentrionale (Miano, Piscinola, Scampia, Secondigliano) e nella ex “zona rossa” industriale orientale (Barra, San Giovanni a Teduccio). Ma nei quartieri centrali la situazione si inverte: il Partito Democratico è primo, nettamente, a Chiaia (zona del Lungomare) e nelle benestanti Vomero e Posillipo.

Napoli: il primo partito alle Europee per quartiere

Napoli: la prima coalizione alle Europee per quartiere

La debolezza del centrodestra emerge dalla mappa della prima coalizione, in cui si tiene conto da un lato dell’aggregazione di PD, +Europa e verdi, e dall’altro di Lega, Forza Italia e FDI. Questi ultimi tre partiti, che messi insieme – come detto – valgono metà dei voti espressi a livello nazionale, in nessun quartiere della città risultano il raggruppamento più consistente. Il risultato migliore lo ottengono a Posillipo, dove giungono a meno di 5 punti (-4,8%) dall’aggregazione di centrosinistra.

Napoli: il voto al M5S alle Europee per quartiere

La mappa dedicata al solo Movimento 5 Stelle evidenzia nuovamente le sue zone di forza e di debolezza: le prime sono le periferie settentrionali e orientali, le seconde i quartieri centrali che danno sul mare e sul centro storico. A Chiaia e a Posillipo il M5S fa addirittura peggio del dato nazionale (17,1%), a fronte di una media cittadina che sfiora il 40%.

Napoli: il voto al PD alle Europee per quartiere

Quasi speculare è la mappa del Partito Democratico, che supera il 30% proprio in quelle zone della città dove il M5S è meno competitivo, e addirittura il 35% a Chiaia e al Vomero. Fa impressione come il PD sia pressoché irrilevante nei quartieri della periferia Nord (sotto il 15%), ma anche come sia ormai minoritario in quelli che una volta erano roccaforti della sinistra e del centrosinistra, ossia i quartieri orientali di Barra e Ponticelli (dove oggi è sotto il 20%).

Napoli: il voto alla Lega alle Europee per quartiere

Sul voto alla Lega a Napoli c’è stata molta curiosità: è vero che il risultato del partito di Matteo Salvini è stato molto inferiore alla media nazionale nel comune (e nella provincia) capoluogo della Campania. Tuttavia il 12,3% è un dato da non sottovalutare, soprattutto perché si tratta di un dato a macchia di leopardo. In alcuni quartieri infatti la Lega arriva a sfiorare il 20%: succede a San Pietro a Patierno (zona periferica dove sorge l’aeroporto di Capodichino), ma anche nei quartieri del centro storico di Stella e San Lorenzo.

Napoli: il voto a Forza Italia alle Europee per quartiere

Anche il dato di Forza Italia è interessante: anche a Napoli il partito di Silvio Berlusconi è molto lontano dai suoi tempi migliori, quando era costantemente in lizza per la palma di primo partito. Ma qualcosa dei vecchi tempi rimane, come la geografia delle zone di forza relative: queste si trovano sia nelle già citate zone della periferia settentrionale (quelle dove il M5S è più forte) sia nei quartieri costieri centrali dove è forte il PD (a Posillipo FI insidia il secondo posto del M5S). Quasi come se esistessero in città due partiti distinti, l’uno che va meglio nelle zone più disagiate, l’altro in quelle più benestanti.

 
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