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Il tradimento di Tsipras

Il governo greco ha ripudiato ogni promessa elettorale, accettando venerdì 20 febbraio una proroga di quattro mesi dei prestiti esistenti e del programma di austerità dettate dalla troika (che ora si chiama “istituzioni internazionali”): Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale.

 

Dopo quasi un mese di negoziati con i rappresentanti politici dell’area europea, Tsipras ha accettato le condizioni richieste dalle “istituzioni internazionali”. L'Eurogruppo ha imposto il SUO accordo, accettando il compromesso di una proroga di quattro mesi (anziché i sei richiesti dal governo greco) condizionando la Grecia a presentare, entro oggi 23 febbraio, un primo elenco di misure di riforme istituzionali. Le proposte greche dovranno essere approvate entro il giorno successivo da parte delle “istituzioni internazionali” che forniranno una prima valutazione per una positiva conclusione o meno dell’accordo. Aprile 2015 è il termine fissato per la Grecia per completare un elenco definitivo delle misure di austerità, che sarà ulteriormente valutato e concordato dalle “istituzioni internazionali”.

Ma non solo, l’accordo prevede che le autorità greche si impegnano ad astenersi da qualsiasi smantellamento delle misure e modifiche unilaterali alle politiche e alle riforme strutturali che avrebbero un impatto negativo sugli obiettivi di bilancio, la ripresa economica e la stabilità finanziaria valutata dalle “istituzioni internazionali”.

Senza il rispetto di questi ordini la Grecia non riceverà alcun ulteriore finanziamento.

Nel frattempo, mentre i negoziati erano in corso, almeno venti miliardi di euro sono stati ritirati dalle banche da parte dei greci a causa della paura che nessun accordo sarebbe stato raggiunto. Una volta che il popolo avrà compreso che l’austerity proseguirà ancora, anche considerando il tipo di riforme imposte dalle “istituzioni internazionali” al governo greco, è pleonastico pensare che gli istituti bancari ellenici vorranno correre ai ripari per evitare nuovi e massicci ritiri di contanti.

L’accordo raggiunto non piace a molti dei dirigenti politici del partito di Tsipras e non sono concordi nell’applicare ancora misure di austerità sotto i dettami delle “istituzioni internazionali”, così facendo si rischia di implodere per colpa del tradimento elettorale perpetrato dal proprio leader a cui i greci avevano dato fiducia.

Pavlos Tzimas, un famoso commentatore politico greco, ha dichiarato:

“Sono state fatte concessioni molto pesanti alla UE, concessioni politicamente velenose per il governo. Seguendo questa strada si andrà a un 'crash-test' sul fronte interno per il governo”.

Subito dopo l’accordo il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha fornito la sua versione sull’accordo raggiunto:

“I greci avranno un momento difficile quando spiegheranno l’accordo ai loro elettori. Finché il programma concordato non sarà completato con successo, non ci sarà alcun aiuto alla Grecia”.

La capitolazione abietta del governo Tsipras espone il fallimento politico totale delle organizzazioni di pseudo-sinistra o di piccoli-borghesi di tutto il mondo che, solo poche settimane fa, aveva salutato la vittoria elettorale di Tsipras come un evento che scuote non solo l’Europa, ma persino l’intero pianeta.

E, invece, l’accordo siglato da Tsipras con le “istituzioni internazionali” potrebbe diventare un boomerang politico per Syriza e il governo ellenico, si consumerebbe un tradimento elettorale gravissimo e Tsipras dovrà porre in essere le sue scuse e giustificazioni al popolo greco. Ora non resta che attendere di conoscere quali misure di riforma verranno proposte dal governo greco prima di dire che l’accordo è più o meno una “vittoria” di Tsipras e del partito Syriza, anziché solo ed esclusivamente una… resa incondizionata a una rinominata e ancor più letale "troika".

In tal caso, il tradimento di Tsipras sarà ormai del tutto chiaro e per la Grecia non ci sarà speranza.
Questo articolo è stato pubblicato qui

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