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 Home page > Attualità > Ambiente > Il sole che ride e che costa poco

Il sole che ride e che costa poco

La politica italiana sta alla tecnologia come Arrigo Boito sta a Jeffery Deaver. Tanta è la noia e la stomachevolezza delle moine che provengono dal palazzo, quanto sono entusiasmanti le notizie di nuove invenzioni che ogni giorno i media ci forniscono, soprattutto nel campo energetico.

Pare scontato che nel giro di relativamente pochi anni ci affrancheremo dalla dipendenza del petrolio per produrre energia, con tutto quello che ne consegue: abbattimento radicale dell’inquinamento atmosferico e marino (BP e Cina docent), venir meno di tante guerre per il controllo dei pozzi mediorientali, riscatto dalla povertà millenaria dei paesi africani, di sicuro nuove abitudini di vita.

Siamo ancora agli albori della green economy, e dobbiamo aspettarci invenzioni sempre più sensazionali nel campo dell’energia pulita. Già c’è il consorzio, di cui l’Italia fa parte, per lo sfruttamento del deserto africano con una mega centrale fotovoltaica - con relative coltivazioni agricole nelle sottostanti zone d’ombra - dopo che è stato messo a punto con successo un sistema di trasporto dell’energia su lunghe distanze senza apprezzabili perdite per strada. In Sicilia, grazie all’intuizione di Carlo Rubbia, è entrata in funzione Archimede, la prima centrale a specchi che permette di produrre energia anche quando manca il sole, grazie ad un nuovo olio per l’accumulazione del calore.

Nel nostro Paese la produzione di energia pulita ha già raggiunto il fabbisogno del consumo domestico, e siamo solo agli inizi. C’è chi impianta centrali fotovoltaiche nelle ex discariche, come l’Emilia Romagna, e le stesse aziende (forse sulla scia del nuovo verbo di Obama) hanno capito l’importanza economica delle fonti rinnovabili: così a Marghera è già entrata in funzione la prima centrale ad idrogeno.
E’ un susseguirsi di grandi e piccole invenzioni, dalla discoteca che sfrutta il movimento prodotto in pista, ai privati che possono installare piccole turbine nelle canne fumarie (sfruttando le emissioni o il semplice passaggio continuo di aria) o negli scarichi di acqua sporca, come il recentissimo HyDro-Power. E’ proprio il caso di dire con De André che dal letame nascono i fiori.

Ed il nucleare? Beh, pare proprio che sia destinato ad andare in soffitta, almeno nei paesi teconologicamente più avanzati, non in Italia (che non rientra in questo novero) dove Berlusconi è fermo ad una trentina di anni fa.

Nuovi studi, economici stavolta, svolti da John Blackburn, docente di economia alla Duke University, hanno dimostrato che il costo di produzione del fotovoltaico è oggi inferiore a quello del nucleare, destinato quest’ultimo a crescere ulteriormente nei prossimi anni, tanto che lo stesso Google ha sottoscritto un contratto per l’uso di energia pulita dell’Iowa che prevede la fornitura a prezzo fisso per i prossimi vent’anni.

Questo impone una seria riflessione tra le forze politiche nostrane non sull’opportunità o meno di mettere Umberto Veronesi a capo dell’agenzia per il nucleare, ma sulla convenienza economica - tralasciando tutti gli altri aspetti - di imboccare la strada atomica. Se il popolo italiano si è già espresso in maniera univoca in tal senso, ributtarci oggi su questa scelta è non solo antistorico, ma soprattutto antieconomico.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 30 luglio 2010 13:14
    Renzo Riva
    Come si dice?BUTTARSI A PESCE SULLE STUPIDAGGINI DI FALSI COMUNICATORI SENZA PROFESSIONALITà E DEONTOLOGIA PROFESSIONALE.
    La replica Enel: «Conti falsati» Vengono tolte dall’effettivo costo dell’energia elettrica prodotta con il solare gli ingenti incentivi forniti

    La replica

    Enel: «Conti falsati»

    Vengono tolte dall’effettivo costo dell’energia elettrica prodotta con il solare gli ingenti incentivi forniti

    L’Enel ha diffuso una nota con la quale contesta la tesi che negli Stati Uniti la produzione di energia solare costi meno di quella nucleare, come afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. L’Enel allega uno studio firmato dall’Ain, l’associazione che raggruppa tutti i centri scientifici e di ricerca italiani sul nucleare, dai emerge un quadro opposto. L’Ente precisa anche che Blackburn è un ex insegnante (former) della Duke stessa.
    «Lo studio originale - si legge nella nota - che è pubblicato nel sito antinuclearista NC Warn, e non è frutto del lavoro dell’Università, non è attendibile perché vengono tolte dall’effettivo costo dell’energia elettrica prodotta con il solare gli ingenti incentivi forniti a questa tecnologia, nel caso specifico dallo stato del North Carolina. Scrive infatti l’Ain al termine di un’analisi accurata del ragionamento seguito dall’ex professore della Duke: «Ripetendo il calcolo con la medesima formula ma senza considerare le incentivazioni e con un fattore di carico pari al 10% (valore medio a consuntivo per gli impianti fotovoltaici in esercizio) si ricava in realtà un costo di produzione pari a 63,0 c$/kWh, ovvero circa quadruplo rispetto a quello calcolato nel documento. I costi dell’energia elettronucleare valutati dalle utility elettriche per i reattori attualmente in progetto o in costruzione si collocano tra i 10 e i 15 c$/kWh».
    28 luglio 2010

     

    Mandi,

    Renzo Riva

    [email protected]

    +39.349.3464656

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 30 luglio 2010 13:16
    Renzo Riva

    IL SOLE VI I R R I D E

    Mandi,

    Renzo Riva

    [email protected]

    +39.349.3464656

  • Di Renzo Riva (---.---.---.153) 31 luglio 2010 00:33
    Renzo Riva

    R I D I C O L I

  • Di Willy Wonka (---.---.---.124) 31 luglio 2010 21:37
    Willy Wonka

    Carissimo Riva,
    l’ho vista partecipare qualche tempo fa ad un programma televisivo ed effettivamente qualcuno più fazioso di Lei in giro si trova! ;-0)

    La grid parity sul fotovoltaico (ovviamente mi riferisco ai calcoli senza incentivi) si raggiungerà però francamente se devo sceglier fra pagare in bolletta per i siti nucleari da dismettere e il consto energia scelgo la seconda opzione tutta la vita.

    Penso che l’umanità l’energia debba imparare soprattutto a risparmiarla...attualmente al nucleare darei soldi solo per rimettere in piedi una ricerca dignitosa...non per costruire centrali per le quali i miei figli devono preoccuparsi di smaltire i rifiuti.

  • Di Giovanni Macchia (---.---.---.112) 1 agosto 2010 00:45

    Se leggete il documento del Prof Blackbur a pagina 17 (Appendice A - Nota Metodologica) è scritto nei primi tre righi

    "La conclusione di questo rapporto dipende da una comparazione del costo per kwora tra elettricità generata da reattori nucleari e sistemi fotovoltaici solari - AMBEDUE AL NETTO DI SUSSIDI" (il maiuscolo è mio)

    Quindi, il rapporto, a differenza di quanto sostiene l’AIN, considera già i sussidi governativi nel calcolo.

    COMUNQUE, VORREI CHE RIVA MI MANDI I RIFERIMENTI DELLA NOTA STAMPA DELL’ENEL. PERCHE’ O LA NOTA NON ESISTE O L’ENEL SBAGLIA DI GROSSO. IL PROF. BLACKBURN , INFATTI, E’ PROFESSORE EMERITO COME SI PUO’ VEDERE NEL SITO DELL’UNIVERSITA’

    http://econ.duke.edu/people?Gurl=/a...

    FORSE CHI HA SCRITTO CHE E’ UN EX PROFESSORE NON VUOLE LEGGERE BENE L’INGLESE. NELL’ARTICOLO, E’ SCRITTO CHE BLACKBURN E’ FORMER CANCELLOR (OVVERO ERA PRESIDE) DELLA FACOLTA’, CHE E’ TUTT’ALTRA COSA.
    CHE FACCIAMO, COMINCIAMO A FARE DISINFORMAZIONE ANCHE IN ITALIA PUR DI AVERE RAGIONE???
    MANDATEMI GLI ESTREMI DELLA NOTA DELL’ENEL, CHE LA MANDO VOLENTIERI AL PROF. BLACKBURN TRADOTTA IN INGLESE, E VEDIAMO COSA RISPONDERA’....

  • Di (---.---.---.188) 1 agosto 2010 09:10

    http://www.corriere.it/scienze_e_te...

    Non vi scaldate tecnicamente il controllo fotovoltaico nucleare non ha senso almento fino a quando il fotovoltaico rimane una fonte aleatoria.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.14) 1 agosto 2010 17:23
    Renzo Riva
    Salve dr. Macchia.

    http://www.corriere.it/scienze_e_te...


    Ovviamente non sono disposto a giurare su quello che riporta il Corriere.

    Per esempio questo collegamento


    riporta una bufala enorme,

     
     
    Vorrei invitare l’assesore Chisso ad una maggiore cautela nel vendere il "fumo" prodotto da altri.
     
    Che senso ha bruciare idrogeno in una turbina a gas per produrre energia quando si può produrre direttamente energia elettrica con le fuel-cells? Con un invertitore poi la si invia direttamente in rete.
    L’drogeno poi chi lo produce ed a quali costi?
    Paga sempre Pantalone?
    A disposizione per qualsiasi sua necessità sull’argomento.
    Distinti saluti

    Renzo Riva
    Via Avilla, 12/2
    33030 Buja - UD
     
    +39.349.3464656
     
    =================================
     

    Vi ricordate l’inaugurazione fatta anni fa dal governatore Formigoni della pompa distributrice di carburante IDROGENO?

    Poco dopo l’inaugurazione con tanto di gazebo e sorrisi di LegAmbiente fu smantellata e furono appositamente trasportateda Monaco di Baviera a Milano le bombole d’idrogeno che furono necessarie per fare quel giorno il pieno ad un’automobile "politically correct".

    Oggi il Corriere riporta la "strabiliate" e "stupefancente" (ecché, alla redazione s’erano fatti?) notizia della centrale elettrica ad idrogeno che dovrebbe essere alimentata a idrogeno risultato di altri processi chimici di tre ditte a Marghera (VE).

    Ora veniamo alla notizia che la chiusura della ditta Zincar, maggiore produttrice e fornitrice d’idrogeno per la suddetta centrale porta come conseguenza a dover alimentare la stessa con METANO.

    ECCO SVELATA L’ULTIMA GRANDE BUFALA ENERGETICA ITALIANA.

    Mandi,

    Renzo Riva

    [email protected]

    +39.349.3464656

     

    http://gruppodinterventogiuridico.blog.tiscali.it/2010/02/20/al-peggio-n...

    Vincenzio Giudice, consigliere comunale PdL di Milano, fino al 2008 presidente della Zincar, azienda pubblica specializzata in energie alternative, fallita con un buco di 18 milioni. E’ sospettato di avere rapporti con uomini della ‘Ndrangheta.

    Sono solo tre esempi di quanto sta accadendo a Milano, per non parlare della bufera giudiziaria che si è abbattuta nei mesi scorsi sulla giunta regionale lombarda guidata da Formigoni. Ci sarebbero quindi da parte del governo tutte le premesse per andare con i piedi di piombo e per avere un occhio molto attento e prudente sulle vicende lombarde. Ed invece, zitto zitto, Berlusconi, senza che neanche l’opposizione si sia accorta di niente (forse dormivano come al solito) ne ha fatto una davvero grossa, che, alla luce degli ultimi avvenimenti che ruotano intorno al capo supremo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e ad alcuni dirigenti amici troppo intimi di imprenditori con relative massaggiatrici particolari al seguito, la dice lunga sul modus operandi di questo governo. Rendiamo pertanto merito al giornalista Gianni Barbacetto del Fatto Quotidiano che qualche giorno fa ha scoperto la magagna, e che magagna!

     

    =============================

     
    12 MW rendimento 37% (tipico di un turbogas)
    _4 MW rendimento 12% (12:37=4:x)
    _______________________
     
    16 MW rendimento 49% ovvero meno di una CGCC che teoricamente raggiungerebbe il 67% ma è già buono al 57%
     
    Mandi,
    Renzo Riva
     
     
    FUSINA Inaugurata ieri la centrale elettrica che non inquina, potrebbe servire 20mila famiglie
    L’idrogeno accende il Veneto
    Investimento da 50 milioni, sfrutta i "resti" dell’Enichem. Conti (Enel): «Prima mondiale»
    Martedì 13 Luglio 2010, Inspira idrogeno, espira vapore acqueo. È costata 40 milioni di euro e ne serviranno un’altra decina per gli esperimenti che verranno. Benvenuti nel primo laboratorio mondiale che produce energia elettrica con l’idrogeno che arriva dritto dai resti delle lavorazioni chimiche di Porto Marghera dell’Enichem. Sta a Fusina, a fianco della centrale "mangia" rifiuti dell’Enel, e fa di questo parco di vecchia industria affacciata su Venezia un trampolino di lancio verso il futuro benedetto ieri da autorità, giornalisti italiani e stranieri e tecnici del colosso energetico italiano.
     Peccato che questo gioiello che fa luce ma non sputa inquinamento non verrà per ora bissato. «In Italia non verranno costruiti altri impianti, ma stiamo trattando con gruppi stranieri per esportare questa tecnologia - spiega Sauro Pasini, vice presidente esecutivo dell’Enel e capo dell’area ricerche del colosso energetico che controlla anche Endesa e sta studiando di rilanciare il nucleare in Italia: «Abbiamo contatti negli Emirati e anche con gruppi cinesi». Gli arabi sono quelli di Abu Dhabi. Vorrebbero realizzare una città ai margini del deserto completamente autosufficiente e "caricata" a energia rinnovabile. Per fare un confronto, la centrale a idrogeno di Fusina è da 12 Megawatt (altri 4 arrivano dallo sfruttamento del calore dei fumi di scarico), può coprire il fabbisogno annuale di 20mila famiglie ed evitare emissioni di anidride carbonica per 17mila tonnellate. Quella da realizzare nel deserto dovrà produrre 450 Mw. Quindi potrebbe servire una città da un milione di abitanti. «Quello di Fusina è un progetto pilota, il primo al mondo a livello industriale - commenta orgoglioso l’ad del gruppo elettrico Fulvio Conti - utilizzare l’idrogeno costa ancora 5-6 volte in più rispetto ai combustibili fossili, solo attraverso progetti come questi potremo arrivare a sviluppare una tecnologia più conveniente. E domani inaugureremo l’impianto solare termodinamico Archimede in Sicilia». «Questa centrale rappresenta un punto nodale della riconversione di quest’area», sottolinea il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni. «Non c’è solo l’idrogeno, il nostro piano è realizzare tetti fotovoltaici in 50 scuole, un investimento di 8 milioni che dovrebbe portare risparmi per un milione», annuncia la presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto. «Questo impianto è una vittoria per l’intero sistema industriale veneziano», dice il presidente di Confindustria Luigi Brugnaro.
     Ma non c’è solo l’energia verde in campo. C’è infatti da riconvertire a carbone pulito la centrale di Porto Tolle (Rovigo). Tutto è pronto, manca solo il parere favorevole del ministero dello Sviluppo Economico, cioè - dopo l’addio di Scajola - di Silvio Berlusconi in persona. Se arrivasse a breve questo via libera il cantiere per la nuova Porto Tolle potrebbero "aprire entro inizio 2011", annuncia Conti. Innescando investimenti per 2,5 miliardi e dando lavoro a tremila persone, portando una volta "accesa" la nuova centrale nel 2014 (se tutto procede bene) a pareggiare il conto elettricità veneto: tanto prodotto, tanto consumato. Una scossa da federalismo.
     © riproduzione riservata
     
     
     
    LUCA ZAIA
    «Nucleare? Veneto troppo popolato
    Meglio puntare su sole e biomasse»
    Martedì 13 Luglio 2010, VENEZIA - L’età della pietra non gli piace, ma quella del nucleare non lo convince troppo. Luca Zaia "battezza" il primo impianto di produzione di elettricità a idrogeno del mondo a Fusina (Venezia) ma si smarca per l’ennesima volta dall’atomo: «Noi l’attenzione al nucleare ce l’abbiamo, io come ministro ho votato, ho scelto per il nucleare. Ho votato anche le linee di indirizzo per questa regione, però ricordo che da un lato con la centrale di Porto Tolle a regime è autonoma il bilancio energetico della regione andrebbe a pareggio: consumeremo quello che produrremo». E dall’altro? «Questa è una regione molto antropizzata, per cui qualche difficoltà ce la vedo, come tutti i veneti, rispetto al fatto di calare questa centrale in un territorio che, se dovessimo rispettare tutti i parametri, è poco accogliente». Zaia da leader del Veneto punta di più su energie rinnovabili e centrali a biomasse: «A noi l’età della pietra non piace. Il Veneto ha il coraggio di rischiare e di investire nell’innovazione. In questa prospettiva noi nella Green Economy vogliamo esserci. Accettiamo ben volentieri, pertanto, la proposta di Conti per un accordo finalizzato al solare, al fotovoltaico, alle biomasse e ad altre energie rinnovabili. Ma vogliamo evitare speculazioni e chiediamo che si vincolino questi impianti ai proprietari dei terreni».
     M.Cr.

    Renzo Riva
  • Di Willy Wonka (---.---.---.250) 1 agosto 2010 23:28
    Willy Wonka

    Sig. Riva,

    il fatto di bruciare idrogeno quasi puro in una turbina a gas è comunque un fatto tecnico non da poco detto questo sono d’accordo con lei sul fatto che energeticamente il bilancio non è favorevole...effettivamente comunque neanch’io ho capito perchè hanno fatto tutta questa pubblicià alla turbina dell’ENEL...il fatto è rilevante per i tecnici ma sicuramente è fumo negli occhi per il pubblico interessato alle strategie energetiche del nostro paese.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 7 agosto 2010 12:59
    Renzo Riva

     

    Per Mr. Willy Wonka

    COMUNICATO STAMPA

    La Spagna pensa di estirpare il cancro delle rinnovabili,

    ma l’oncologo Veronesi in Italia le tiene in “brodo di coltura”

    Se la proposta di Miguel Sebastián, ministro spagnolo per l’Energia, verrà attuata, seicento aziende di predazione fotovoltaica sarebbero costrette a chiudere, con fallimento di quelle malandate banche che le hanno finanziate con concessione di crediti sino all’85%. In Italia, l’oncologo Umberto Veronesi indulge invece al politicamente corretto.

    (Roma 6 agosto 2010 ) - Il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare esulta nell’apprendere che, nella Spagna portata ad emblematico esempio dai talebani ambientalisti nostrani, il ministro per l’Industria Miguel Sebastián intende ridurre (“El recorte será de un 45% en las primas para las nuevasplantas fotovoltaicas de suelo -los llamados huertos solares-, un 25% para las instalaciones de techo de mayores dimensiones, y un 5% para laspequeñas”, scrive il quotidiano El País del 2 agosto in un articolo a firma di Santiago Carcar) del 45% i premi ai nuovi impianti al suolo, del 25% a quelli di maggiori dimensioni installati sui tetti, del solo 5% agli omologhi di ridotte dimensioni.

    Questi tagli andrebbero a sommarsi ad altri già attuati (peraltro non solo in Spagna, ma anche in Germania altro Paese simbolo per i nostri oscurantisti talebani dell’Energia) che portano gli operatori spagnoli della predazione energetica a paventare l’inedia di circa 600 parassitarie aziende di settore e il fallimento di quei malandati istituti bancari che hanno creduto di sanare i loro bilanci finanziando questi sistemi succhiasoldi a carico del cittadino, utente o contribuente.

    Riportiamo per la “distratta”, ma soprattutto fortemente ideologizzata stampa nazionale di regime, il collegamento ad una specifica ricerca sull’argomento effettuata con Google News Spagna: http://news.google.it/news/story?cf=all&ned=es&cf=all&ncl=dJAnz_5CRE0NUpMCI5VzK9ozFM—M. Per verificare basta un click.

    In Italia al contrario prevale il cosiddetto politicamente corretto, una forma perniciosa di adeguarsi alle opinioni correnti per evitare polemiche alle quali ci si intende per vari motivi sottrarre. È un atteggiamento che abbiamo rimproverato anche all’oncologo Umberto Veronesi, il quale come aspirante Presidente dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare non dovrebbe ignorare quanto le rinnovabili siano una emerita “bufala”, un mero strumento di predazionein bolletta a vantaggio di chi le gestisce e delle banche “tossiche” che le finanziano, ma, probabilmente per addolcire la “pillola” allo schieramento politico di suo attuale riferimento, si è mostrato al riguardo accondiscendente in una lettera inviata a Chicco Testa in occasione della presentazione del neo costituitoForum Nucleare Italiano. Dal candidato alla Presidenza di un così delicato organismo vorremmo inequivocabile chiarezza e non “diplomazia” politica, escludendo naturalmente nel nostro giudizio che la fiducia in tali fonti sia dovuta ad incompetenza in materia. Veronesi è uno scienziato, sia pure in campi lontani dall’ingegneria.

    «Enormi sono le responsabilità della stampa nazionale di regime - lamenta l’ingegner Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare ed esponente del gruppo Pubblicisti di Stampa Romana di cui è leader carismatico Gino Falleri - che opera forme di talebana censura, ignorando ogni forma di completezza e pluralismo dell’informazione, tradendo quella rivendicata libertà di stampa e di informazione sbandierata solo in chiave meramente anti Berlusconi. A parte alcune testate non correttamente definite “minori”, quelle di “prestigio” non riportano le nostre argomentate prese di posizione, mentre propalano a iosa informazione spazzatura. Vecchia di qualche giorno la notizia del recupero energetico dal rilascio dello sciacquone. Evito la fin troppo facile battuta su questo modo di fare informazione».

    (continua)

  • Di Renzo Riva (---.---.---.95) 7 agosto 2010 13:02
    Renzo Riva

    Infine, in un lancio Ansa delle ore 19,37 di ieri 5 agosto 2010 , Ivan Malavasi, Presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, scopre quello che il Cirn dice da sempre, nel passato con le ignorate denunce del suo compianto Presidente Paolo Fornaciari, oggi con le nostre altrettanto ignorate prese di posizione con le quali ci sforziamo di continuarne l’azione e l’ammaestramento.
    «Bolletta elettrica più salata per le imprese italiane - scopre l’Ansa di fronte alla verità rilevata dal Presidente Cna - che hanno pagato nel 2009 prezzi superiori fino a 32 punti percentuali rispetto agli paesi europei. E per le piccole imprese il sovrapprezzo sale del 36%. Lo rileva il Centro studi della Cna che individua nel caro-energia ’’uno dei principali fattori di svantaggio competitivo del nostro sistema produttivo’’» Grande scoperta, se non fosse che le redazioni e molti giornalisti vengono da anni tempestati dal Cirn che pone con insistenza il problema.
    Con approccio giornalistico da sciacquone, la stampa nazionale dà risalto, spacciandole per ricerca avanzata, a notizie di “reflui solidi urbani” sia pureenergifori, ma ignora (a parte le ricordate eccezioni di qualche testata non correttamente definita “minore”) le inequivocabili e argomentatissime prese di posizione del Cirn che, ad esempio, aveva lo scorso 4 giugno 2010 inviato una lettera aperta, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Onorevole Giulio Tremonti, invitandolo a non cedere al “fuoco di interdizione”, con cui i Signori dell’Energia rinnovabile, il regime mediatico talebano ottusamente schierato su posizioni ritenute ecoambientaliste, esponenti di una Opposizione miope e gretta, a cui si erano irresponsabilmente affiancati esponenti della Maggioranza, alcuni persino con incarichi di Governo, lo avevano fatto segno, nel tentativo di costringerlo a fare marcia indietro e cancellare dalla manovra finanziaria l’articolo 45 che, abolendo il “profitto finanziario politico garantito” avrebbe costretto a chiudere quanti hanno speculato e purtroppo continueranno a speculare, vista la soluzione flessibile adottata per esso, grazie alle regalie predate in bolletta dalle tasche del cittadino utente, al di fuori delleregole di mercato, peraltro strumentalmente invocate per continuare ad avere ingiustificati e gratuiti profitti, in contrasto con esse e con danno platealmente evidente proprio del libero mercato. Vedasi crisi Alcoa e altre industrie energifaghe in Sardegna; il caso dello stabilimento Fiat di Termini Imerese in Sicilia. Il costo elevato dell’energia prodotta dalle rinnovabili distrugge molti più posti sani e produttivi di quanti ne vengano fittiziamente creati, alla stregua dei lavoratori forestali della Calabria, dalla “economia che lascia tutti al verde” nostra appropriata traduzione di “green economy”.
    Le rinnovabili sono un cancro da estirpare al più presto. Continuare a sostenerle, per mantenere in vita le metastasi dei fittizi posti di lavoro ha come unico effetto quello di mettere in crisi la sopravvivenza del sistema economico e produttivo sano a scapito proprio dell’occupazione sana e produttiva. La Spagna insegna, anzi dovrebbe insegnare.

    Non accettiamo pertanto lamentazioni per il crescente costo dell’energia. Se si vogliono le pale, poi non si vengano anche a rompere le assonanti. Altrimenti si dica, estirpiamo le rinnovabili e rilanciamo al più presto il Nucleare. 

    RECAPITI CIRN
    Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare
    06.7049.6222 - 339.12.67.704
    [email protected]

    (fine)

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