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 Home page > Tribuna Libera > Il sindacato non perdona

Il sindacato non perdona

Il Segretario entrò nell’ufficio con aria spazientita e, senza dire una parola, chiuse la porta dietro sé. La giovane addetta stampa aveva imparato a decifrare ogni dettaglio del suo viso e le bastò un’occhiata per capire che quella doveva essere una pessima giornata. 

Dopo un “Buongiorno” che non suscitò alcuna risposta pensò di arrivare al punto: “Segretario, le agenzie chiedono il tuo parere a proposito delle dichiarazioni del Premier sull’abbassamento della pressione fiscale. Io, mentre aspettavo, ho trovato in archivio alcune interviste dell’anno scorso in cui, sostanzialmente, dici cose simili. Rilancio alle agenzie il parere favorevole del nostro sindacato?”.

Il Segretario la guardò negli occhi con rabbia ed incredulità: “Giada, sei scema? Ti risulta che sia stato aperto un tavolo per contrattare la faccenda?”. Di fronte al silenzio della giovane sbuffò nervosamente e proseguì alzando il tono della voce “Vuoi dare la sensazione che il sindacato non abbia lottato fino all’ultimo sangue per il bene del paese?”. 

La ragazza si sfilò gli occhiali, ci alitò sopra e pulì le lenti nervosamente, sfregandole sul proprio maglione “Si, ma tu avevi detto che…”. “Io ho detto, e l’ho detto in molte occasioni, che bisogna far ripartire i consumi e l’economia di questo Paese, bisogna ridare potere d’acquisto a chi l’ha perso, cioè ai lavoratori ed ai pensionati. Dai, scrivi”.

La giovane prese appunti sulla propria agenda e, perplessa, azzardò una domanda: “Nessuna dichiarazione sui dati IPR Marketing? Sai, sulla fiducia nei sindacati ferma al 33%?”. “Nessuna” ruggì il Segretario “non ha senso dare voce a queste polemiche, abbiamo finito?” chiese poi.

La giovane, senza alzare lo sguardo da quanto stava scrivendo, alzò il dito sinistro e le sottili sopracciglia brune, come fossero ami acuminati per intercettare il suo pesce che, indossato il cappotto, già stava uscendo dalla stanza. “Solo un’ultima questione, vogliamo fare un accenno alle migliaia di giovani ed autonomi, obbligati ad aprirsi una partita Iva per trovare lavoro? Ma chi li tutela questi?”. 

Il Segretario fece un gesto con la mano a rimarcare la stupidità della domanda “Ma no, scrivi piuttosto che se ai lavoratori non arriveranno risposte, o si ridurrà la coperta degli ammortizzatori, ci sarà un problema di risposta al mondo del lavoro. Siamo pronti allo sciopero se non ci ascoltano, tutto chiaro? Vado, ciao”. E, così dicendo, uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Lo spostamento d’aria fece scivolare il calendario poggiato sulla scrivania in noce che, nel cadere, si aprì casualmente sul mese maggio. Un pennarello aveva cerchiato due giorni in rosso e scritto, in stampatello, ATTENZIONE: CONGRESSO NAZIONALE.

(racconto di fantasia)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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