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Il separatismo egoista

Domani, 18 settembre, in Scozia si andrà a votare per la separazione dal Regno Unito. Stando alle previsioni, il referendum potrebbe rivelarsi una vera “doccia scozzese” ai danni del Regno di Elisabetta che sarà molto meno “unito”, e dell’Unione europea per la quale, oltre alle complicazioni di carattere politico e istituzionali, una’eventuale vittoria del “sì” significherebbe l’inizio concreto di un processo di pericolosa frammentazione.

Sono, infatti, programmati (Catalogna) e/o preventivati altri referendum secessionisti. La preoccupazione riguarda altri Paesi europei, diverse regioni che hanno avuto esperienze (dolorose) separatiste. Anche l’Italia, dove potrebbero “partire” tre o quattro movimenti separatisti. Che vogliamo fare? Sfasciare tutto?

Se questa linea dovesse passare, che ne sarà dell’U.E., della stessa Europa, intesa come aggregazione storica, continentale di cultura, saperi, economie, tecnologie, ecc.? Alcuni (anche a sinistra) esultano al solo pensiero di una vittoria dei movimenti secessionisti.

Si pensa che frammentando l’Europa in una miriade di stati, staterelli, dépendances e robetta simile si potranno liberare i popoli europei da questa malarazza di leader nani e di burocrati servili che la stanno impoverendo, svilendo, asservendo ad interessi stranieri. E portando alla guerra!

In realtà, questo è il bubbone che bisogna estirpare dal cuore del potere europeo! A mio parere, col secessionismo si passerebbe dalla padella alla brace poiché è prevedibile che molti di questi aspiranti “Stati” verrebbero consegnati al predominio di forze oscure e del malaffare. E non mi riferisco solo alla Sicilia. D’altra parte, la frammentazione, la distruzione dell’Europa, come entità politica, istituzionale, economica, è un vecchio obiettivo delle più grandi potenze (a cominciare dagli Usa) che, da tempo, manovrano per minare, indebolire, corrodere il progetto di un’Europa dei popoli e non - come oggi accade - delle oligarchie finanziarie e multinazionali, per altro asservite a vari interessi extra-europei.

Cina e Usa stanno facendo di tutto per impedire che nel nuovo ordine internazionale (che immaginano a ripartizione bipolare) passa nascere un “terzo polo” ossia un’Europa unita e magari aperta alla cooperazione verso la Russia e verso il Mediterraneo. Sarebbe un serio elemento di disturbo, per loro.

Se questo è vero, come sembra, l’obiettivo delle forze democratiche, popolari, di sinistra (vera!) non può essere quello di frammentare, distruggere l’Europa, ma di unirla in base a un progetto nuovo di solidarietà e di pace, all’insegna del motto della Rivoluzione francese dalla quale siamo nati: fraternité, egalité, legalité

Altre, brevi considerazioni sull’argomento le avevo inserite nel mio libro “I giardini della nobile brigata”.

Il separatismo egoista

"In questo mondo globalizzato si fa strada una tendenza al secessioni­smo. Le cause sono molteplici. Si va dalla reazione (talvolta legittima) al disegno di omologazione, mirato ad annullare le specificità, al risar­cimento dei “torti storici” subiti nel tempo.

Stranamente, però, il sentimento separatista è più vivo nelle regioni che hanno raggiunto un certo grado di prosperità economica e non la vogliono condividere con altre meno sviluppate o cadute in disgrazia.

Il benessere è interpretato come dimostrazione di una “superiorità” et­nica e, pertanto, diventa razzismo strisciante o dichiarato. Insomma, più ricchi più intelligenti!

Non a caso, in questa nostra civilissima Europa i movimenti separatisti fioriscono nelle regioni più ricche: dall’Eta dei Paesi baschi alla Lega nord, dai catalani ai fiamminghi, alla Scozia, ecc.

Egoismo, puro egoismo e di corto respiro. Il loro progetto, infatti, si basa su un calcolo meschino quanto fallace poiché, a lungo andare, queste piccole cittadelle assediate non reggeranno all’urto dei grandi aggregati geo – economici che si stanno formando.

La peggiore condanna contro i separatismi egoisti sarebbe l’espulsione, la “separa­zione forzata” dal corpo dello Stato- nazione. Ma non si può fare. L’impediscono il buon senso politico e il sentimento di solidarietà fra i popoli che devono prevalere sulle meschinità degli stolti.”

 

Foto: Dave Conner/Flickr

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