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Il sapore della guerra fredda

 

Guerra fredda. Se ne torna a parlare. E in molti, in special modo sui social – moderni bar sotto casa dove si parla di tutto e di niente – tirano a fare gli esperti di politica internazionale. Nulla di male, ci mancherebbe, ognuno è libero di impiegare il proprio tempo come meglio crede. A patto di non disseminare la rete di castronerie col botto e analisi politiche che nemmeno su Topolino avrebbero l’ardire di pubblicare.

Andiamo con ordine. Cosa sta accadendo? Il solito bordello scatenato dagli USA – e ti pareva – contro la Russia – e ti pareva – anche se, effettivamente, i protagonisti di questa storia dai contorni surreali, hanno ben poco a che fare, probabilmente, sia con la Russia sia, tantomeno, con gli USA. Ma sappiamo che gli USA stanno sempre in mezzo come il prezzemolo, fosse solo per determinare il fatto che siano l’unica potenza a livello mondiale a metter bocca su tutto e tutti.

Non a caso, appena cessata la Seconda Guerra Mondiale, gli USA – vincitori al pari della Russia - pensarono bene di metter su la NATO, organizzazione internazionale il cui scopo, secondo una dichiarazione di Lord Ismay, primo segretario generale, era di “Tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi”.

Più chiaro di così.

Ma perché gli USA crearono questa sorta di controffensiva nei confronti della Russia? Praticamente, perché si temeva che i russi non si sarebbero mai accontentati dei territori conquistati vincendo la Seconda Guerra Mondiale, e siccome gli USA non hanno mai tollerato che possano esistere altre nazioni con velleità espansionistiche simili alla propria, ecco che ci ritroviamo ad essere alleati degli USA a combattere guerre di potere non nostre, con tutto ciò che significa e con tutto ciò che ciò determina, sia a livello politico occidentale che economico a livello mondiale.

Certo, nemmeno i tedeschi furono contenti di ritrovarsi praticamente in territorio russo, dopo la famosa conferenza di Jalta, che – di fatto – rese possibile la spartizioni di alcuni territori tedeschi, come ad esempio Berlino, che si ritrovò ad essere per metà russa a causa della creazione di Berlino est.

Quindi, con la fondazione della NATO, gli USA crearono la più grande forma di alleanza politica mondiale – sono 29 le nazioni aderenti, tra cui l’Italia – per contrastare l’eventuale avanzata russa, ma non solo. Guerrafondai e bulimici di potere. Non è cosa nuova.

Il resto d’occidente alleatosi con gli USA attraverso l’adesione alla NATO, pensò bene in tal modo di assicurarsi una serie di garanzie, non solo politiche ma anche economiche: tra alleati ci si intende…

Ovviamente, la Russia non restò a guardare, e cogitò la controffensiva militare col patto di Varsavia, che consentì alla Grande Madre Russia di armare i confini allo scopo di non trovarsi impreparata nel caso in cui la grande alleanza occidentale avesse pensato di sferrare qualche attacco così, giusto per mostrare i muscoli. Insomma: se gli USA si fossero goduti la propria parte di vittoria e non avessero preteso di accaparrarsi pure quella dell’unione sovietica, probabilmente oggi vivremmo tutti meglio.

Iniziò quindi, quella che tutti conosciamo come “Guerra fredda”. Non una vera guerra, ma due potenze in allerta, pronte a difendersi l’una dall’altra, senza troppi motivi reali per farlo, se non quello della paranoia di perdere potere o territori conquistati. Una follia. Tipica, tra gli esseri umani, capacissimo di creare nemici inesistenti, e di stringere accordi con quelli che nemici sono davvero.

Si andò avanti così per anni, fino alla caduta del muro di Berlino, che decretò la sconfitta della Russia e una sorta di trasformazione – ma solo sulla carta – dei valori fondanti della NATO: non più organizzazione a difesa dell’occidente, bensì di mediazione e di alleanza militare tra le nazioni aderenti. Le cosiddette “guerre di pace”, orribile ossimoro, fanno parte di questa modifica. In pratica, gli USA alimentarono fino all’eccesso le mire guerrafondaie nei confronti di ogni nazione non aderente alla NATO, ma iniziarono a presentarsi in qualità di “mediatori” e di “portatori di pace”.

Le centinaia di migliaia di morti, tra militari e civili, nell’area mediorientale del pianeta, non concordano con questa visione “pacifista”, ma tant’è…

L’Italia peraltro, grande produttrice di armi di ogni genere, è uno dei partner “commerciali” degli Stati Uniti per ciò che riguarda l’approvvigionamento di armamenti di vario tipo.

Nazioni armate fino ai denti, che spendono miliardi ogni anno per mostrare potere. E per usarle, purtroppo, in guerre di cui nessuno più capisce le ragioni, ammesso che una guerra possa avere una ragione di esistere. Dopo l’11 Settembre 2001 peraltro, questa concezione di “guerra necessaria” ha aggredito le menti di molti esseri umani. “Dobbiamo difenderci dal mondo islamico” urlarono gli Stati Uniti. E da quel giorno, in ogni nazione alleata, ecco spuntare la figura dell’uomo nero, brutto e cattivo, da combattere come il peggior nemico.

Nel nostro caso, gli uomini neri, brutti e cattivi, ce li tiriamo dentro a forza – pecunia non olet – per poi creare incredibili campagne politiche contro “gli invasori e terroristi islamici”. La politica è fantastica quando deve inoculare nella mente della gente comune criteri ambigui e nascondere ciò che si cela davvero dietro le quinte del potere internazionale.

Tornando agli USA e ai tempi attuali: certo è, che l’elezione di Obama a presidente degli Stati Uniti ha sconquassato non poco certi equilibri internazionali, cacciando in un mare di guai tutti i paesi alleati. Negli otto anni del suo mandato presidenziale, iniziato con un ambiguo “Nobel per la Pace” - ambiguo in quanto assegnato sulla speranza della pace – ha realizzato, in special modo verso la fine del secondo mandato, una serie di errori che hanno portato alla seconda guerra fredda di cui si sta discutendo in questi giorni.

Al centro dello sconquasso, la Siria, territorio distrutto e popolazione decimata, per una guerra che ha i contorni surreali che solo il potere armato di supremazia può avere. Praticamente, Stati Uniti e Russia, eterni contendenti, in questa guerra sanguinosa e annosa, erano riusciti persino a spartirsi i contendenti di una guerra interna.

Russia e Iran in appoggio al regime siriano di Assad, Stati Uniti – manco a dirlo – a braccetto con Qatar,Turchia e Arabia Saudita, armano e sostengono i ribelli anti Assad. Continuano a farsi la guerra per guerra interposta.

Ma ecco che gli USA ne combinano una delle loro: bombardano, “per errore”, una postazione dell’esercito siriano che era circondato a sua volta dai militari dello Stato Islamico. Come dire: abbiamo bombardato “per errore” i russi. Questo accade dopo che USA e Russia avevano stretto un accordo di alleanza per combattere contro lo Stato Islamico e sostenere i cosiddetti “ribelli moderati” cari agli Stati Uniti.

Ovviamente, questo “errore di bombardamento” ha mandato in fumo qualsiasi tipo di accordo. E, di fatto, da quel momento i rapporti tra USA e Russia hanno ricominciato a…raffreddarsi. Non è tutto. Nel 2000 tra Stati Uniti e Russia, era stato firmato un accordo che prevedeva la distruzione di buona parte delle scorte di Plutonio, detenute dalle due potenze, che vengono utilizzate per le armi nucleari.

La prima mossa di Putin dopo il bombardamento “per errore” quale può esser stata? Stracciare questo accordo. E si ricomincia daccapo.

Obama ha concluso il suo mandato presidenziale consegnando al mondo, e a Trump, una bella guerra fredda in via di ridefinizione. Trump peraltro, è l’elemento perfetto per tornare a guerreggiare contro la Russia ma, effettivamente, contro tutto il resto del mondo, anche se si chiamano “alleati del patto atlantico”.

Arriviamo ad oggi. Il caso Skipral determina un nuovo punto in favore degli USA, in questa guerra mondiale a pezzi, che persino Papa Francesco non può più celare agli occhi del mondo. Un ex spia russa - Serghej Skripal – e sua figlia Yulia, subiscono un avvelenamento da agente nervino Novichok lo scorso 4 marzo – giorno in cui in Italia si votava per le politiche – e l’avvelenamento avviene dentro un ristorante di Salisbury, in Inghilterra, dove viveva con la figlia ormai in esilio da anni.

Immediata la reazione della May, che espelle 23 diplomatici russi. Cosa fanno gli USA? Una cosa strana: da un lato da sostegno alla Gran Bretagna, dall’altro espelle dal suo staff tutti coloro che danno la colpa a Putin. Schizofrenie trumpiane o ammissione di non colpevolezza della Rusiia?

Ma poi, per quale ragione Putin avrebbe dovuto far avvelenare l’ex spia sovietica e proprio a 15 giorni dalle elezioni presidenziali? Skipral a sui tempo, era stato “perdonato” per aver tradito la Russia. Non solo: dieci anni fa, gli fu concesso l’esilio in Gran Bretagna.

Vi pare che Putin avrebbe atteso 10 anni e le ennesime presidenziali per tentare di ammazzare un’ex spia russa esiliata in Gran Bretagna per aver tradito? Putin potrà stare antipatico a molti, ma scemo non è.

Oltretutto: il veleno utilizzato per il tentato avvelenamento. Non Plutonio – tradizionalmente utilizzato dalla Russia – bensì il ben più temibile “Novichok”, prodotto – ai tempi dell’Unione Sovietica – in Uzbekistan. Ma davvero qualcuno può immaginare che Putin, in odore di quarto mandato presidenziale va a pensare di avvelenare un’ex spia sovietica passata al nemico, esiliata da 10 anni in Gran Bretagna, di cui si sa che aveva abbandonato qualsiasi tipo di attività?

A me sembra una delle castronerie più grosse di questo periodo storico zeppo di assurdità.

Non sarà, invece, che gli USA per combattere contro la Cina – partner della Russia – ha deciso di creare questo ennesimo giochetto – quello di far ricadere la colpa dell’avvelenamento su Putin – per sconfiggere gli alleati con gli occhi a mandorla?

D’altronde, attualmente la Russia non risulta più essere – a livello di espansione territoriale – la grande potenza di un tempo, e non ha alcun vantaggio a mettersi in crisi con storie di questo genere, anzi. E ancora: non sarà anche che gli USA vogliano far pagare alla Russia ciò che hanno perso nella guerra in Siria?

Ovviamente, nessuno dallo staff presidenziale statunitense verrà a raccontare a noi poveri mortali le ragioni reali di quanto sta accadendo. Ma la ragione impone riflessione. E prima di parlare ancora di Russia cattiva e guerrafondaia, sarebbe necessario riflettere su ciò che gli USA sono in grado di fare per ampliare, territorialmente e non solo, il loro potere.

Insomma: il calore di una guerra fredda senza fine, che ci si augura – da ogni latitudine – che non si trasformi mai in una guerra nucleare. L’ultima.

 
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