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Il potere delle multinazionali non occidentali

“Il potere che sta conquistando il mondo” è un breve resoconto storico e politico, della trasformazione economica di grandi paesi come la Russia, la Cina, l’india, la Turchia, il Brasile e l’Arabia Saudita (Giorgio Galli e Mario Caligiuri, Rubbettino, 2020, 170 pagine effettive, euro 16).

La democrazia non si riflette solo nella rappresentanza politica e nella regolarità delle elezioni, ma soprattutto nel capitale sociale: il “patrimonio culturale consistente principalmente in certezza del diritto, libertà di parola e di stampa, fiscalità gestita dal Parlamento, istruzione gratuita per tutti almeno fino a un certo livello” (Putnam, citato a p. 9). D’altra parte la democrazia non si realizza se non viene affiancata dalla meritocrazia. L’elezione di burocrati incompetenti e ruffiani porta meno risultati positivi della cooptazione di burocrati competenti e fedeli, come avviene in Cina.

Esiste però il rovescio della medaglia cinese. Nel 2020 è iniziata l’applicazione in quasi tutti i settori del sistema del credito sociale a punti per i cittadini (pure nei siti per appuntamenti per single). Chi non ottiene un certo numero di crediti viene escluso da alcuni servizi, oppure ottiene servizi peggiori (ad esempio la connessione internet viene rallentata). Anche i giudizi dei vicini di casa sono rilevanti per questo sistema. In Cina “Prende così corpo un inedito binomio tra sorveglianza da regime comunista e capitalismo tecnologico, dove il pericolo del controllo da parte di sistemi di machine learning e intelligenza artificiale si fa sempre più concreto” (p. 86).

Comunque “il collettivismo burocratico” descritto dal marxista Bruno Rizzi nel 1939 (p. 23), si è evoluto nel capitalismo burocratizzato di oggi gestito dalle grandi multinazionali di origine statale. È l’esempio di Rosneft, il gigante energetico russo. Dal 2017 “ne è presidente l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroder. Nello stesso tempo Rosneft ha acquisito quote di aziende di altri Paesi, come in Italia dove dal 2013 controlla oltre il 20 per cento della Saras S.p.A., una società tra le più significative d’Europa nella raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica”. Nel 2015 Rosneft ha acquistato il 30 per cento del gigantesco giacimento Zohr, scoperto dall’italiana Eni al largo delle coste egiziane (p. 104).

L’altro esempio russo è Gazprom, che nel 2017 ha fatturato 111.983 miliardi di dollari ed è il più grande fornitore di gas naturale di Europa e Turchia. “L’Europa dipende dalle importazioni di energia per circa il 53 per cento e un terzo del gas utilizzato proviene dalla Russia” (p. 63). Gazprom ha le riserve di gas più grandi del mondo e la rete più estesa di distribuzione (l’Iran viene al secondo posto e il Qatar, con due milioni di abitanti, realizza la terza posizione). Comunque la Russia è la dodicesima economia del mondo (la Corea del Sud si trova all’undicesimo posto, la Spagna si trova al tredicesimo posto e l’Australia viene subito dopo).

Anche in Cina le multinazionali iniziano a diventare giganti mondiali, fino al punto che nel 2016 la multinazionale agroalimentare National Chemical Corporation (ChemChina), “offre 43 milioni di dollari per acquistare la svizzera Syngenta”(p. 36). Naturalmente lo sviluppo internazionale “culmina nel progetto della Via della Seta, gestito dalla multinazionale Belt & Road Infrastructure, che investe mille miliardi di dollari per costruire… una ragnatela che unisce l’Asia dell’Est, l’Asia centrale, la Siberia, la Russia e l’Europa… l’impero delle multinazionali che eredita e copre l’area dell’Impero mongolo di Gengis Khan, evocato all’inizio del millennio” (p. 36). Ma il vero futuro in Cina prendere forma a livello digitale con l’intelligenza artificiale (http://www.galileiinstitute.it).

Inoltre la Repubblica Popolare cinese è diventata la terza esportatrice di armi, dopo gli Stati Uniti e la Russia (p. 37). Nel 2020, “quasi metà delle venticinque persone più ricche in Cina ha meno di 45 anni. Solo 4 ne hanno più di sessanta. La persona più ricca, almeno fino al 2017, Yang Huiyan, ha 26 anni. Molti di questi giovani rampanti sono anche globalismi attivi, come William Ding Lei, che gestisce la NetEase, che offre un portale internet per il mondo” (p. 38). Chiaramente molte multinazionali cinesi sono finanziate e controllate a diversi livelli dalla burocrazia statale.

Ad esempio Mubing Zhou, il presidente dell’Agricultural Bank of China fondata da Mao, ha assunto diversi incarichi politici, territoriali e nazionali (p. 56). Per evitare problemi di sicurezza nazionale l’Australia ha rifiutato la colonizzazione economica di State Grid, la compagnia elettrica statale cinese (p. 57). La multinazionali cinesi sono molto attive anche in Africa. Dal 2000 al 2017 la Cina ha prestato più di 143 miliardi di dollari ai Paesi africani (p. 107). Del resto in Africa “la penetrazione economica potrebbe presto tradursi in penetrazione militare, come dimostra l’insediamento a Gibuti” (introduzione). Inoltre l’ONU ha affidato alla Cina la gestione di un importante centro per la gestione dei Big Data (www.youtube.com/watch?v=oYUeMB09YNU).

In conclusione è molto difficile fare qualche previsione. In ogni caso il regno digitale non è sempre dominante. Nel 2018 Saudi Aramco, la compagnia petrolifera della casa reale saudita, ha realizzato 111,1 miliardi di dollari di profitti, “ovvero più di Apple e Google messe insieme” (p. 101). E ha pure superato Shell, ExxonMobil e la multinazionale finanziaria JP Morgan Chase. La Saudi Aramco è al primo posto in base alle riserve di gas e petrolio (una società cinese è al terzo posto).

 

Giorgio Galli è un politologo molto famoso: https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Galli (92 anni); https://www.indygesto.com/indybooks/489-come-si-comanda-il-mondo-ovvero-il-racconto-politico-della-razza-padrona

Mario Caligiuri è un professore universitario e uno studioso di intelligence. Per approfondimenti accademici: https://www.intelligencelab.org/intelligence-lab-chi-siamo-le-attivita.

Con il contributo di: https://www.indygesto.com/chi-siamo/autori/3303-roberta-calderazzohttps://www.analyticaintelligenceandsecurity.it/author/giovanni-gambino.

 

Nota giapponese – Le multinazionali giapponesi operano in un regime di democrazia atipica e autoritaria, e derivano dagli “zaibatsu”, i complessi economici tipici giapponesi (p. 8). In definitiva si possono classificare a metà strada tra le multinazionali occidentali e quelle non occidentali. Il Giappone è ancora la terza economia del mondo (la Germania è la quarta e la Cina è la seconda).

Nota mista – L’india si trova al settimo posto nella classifica mondiale del Pil e il Brasile è nono (l’Italia è ottava e la Francia è sesta). La Turchia si trova al diciannovesimo posto (prima della Svizzera) e rappresenta la seconda economia islamica dopo quella dell’Arabia Saudita (appendice). Il settore trainante dell’economia turca è quello finanziario, quindi la Turchia si può considerare la versione mediorientale del Regno Unito (l’economia britannica è la quinta del mondo).

Nota quasi assurda – Wang Jianlin è l’uomo più ricco della Cina e nel 2015 ha comprato “per 650 milioni di dollari la World Triathlon Corporation, che organizza gli Ironmen Contest, gare multidisciplinari che richiedono impegni oltre ogni limite umano” (certe persone pagano cifre assurde per fare una fatica assurda; se Freud lo sapesse e potesse, sputerebbe sulla sua tomba). La Cina si vuole globalizzare: https://comedonchisciotte.org/il-modello-cina-e-questo-che-ci-aspetta; https://www.youtube.com/watch?v=RKbjlpsgyLs (Matteo Gracis spiega la patente a punti cinese).

Nota preoccupante – Nel sistema di crediti sociali cinese “l’aspetto più sorprendente è che il punteggio di una persona verrà spinto verso il basso anche se i suoi amici online scriveranno o commenteranno post con un contenuto giudicato negativo dall’algoritmo” (p. 88). Il monitoraggio pubblico con il riconoscimento facciale delle telecamere è all’ordine del giorno e la parole d’ordine della repressione sociale sono queste: “Chi, dove, come, quando”. La prossima sarà perché. Per approfondimenti digitali: https://www.linkiesta.it/2019/11/brittany-kaiser-cambridge-analytica.

Nota su David Rothkopf – Alcuni consulenti hanno la fortuna di lavorare con molte multinazionali e conoscono i piccoli e i grandi segreti finanziari: https://foreignpolicy.com/author/david-rothkopf; http://www.agoravox.it/La-Superclass-e-i-Superricchi-chi.html; https://twitter.com/djrothkopf; https://www.ted.com/speakers/david_rothkopf. Un altro libro sulla vita dei plurimiliardari: http://camacana.com/richistan_a_journey_through_the_american_wealth_boom_and_lives_of_new_rich_robert_frank.pdf (Richistan. Come i ricchi sfondati spendono i loro fantastilioni).

 

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