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Il mistero del colpo al caveau della Banca di Roma a palazzo Giustizia (Seconda Parte)

Continua da qui.

Quella lontana notte di mezza estate quando avvenne l'assalto al caveau della cittadella giudiziaria a Roma faceva caldo, una notte afosa e la puzza di sudore ancora non si è dissolta. La sentiamo ancora adesso.

Un mistero intriso di servizi segreti deviati, personaggi oscuri della Banda della Magliana e tentati ricatti. Pericolosi ricatti.

Abbiamo detto che la Banda era composta da 23 uomini e svuotarono 174 cassette di sicurezza, si parla di un bottino da 50 miliardi, ma soprattutto di documenti riservati.

Abbiamo detto che in quei documenti potrebbero esserci atti relativi a Massimo Carminati. Personaggio legato alla Banda della Magliana e appartenente ai NAR. Il suo nome lo vediamo spesso collegato alla Strage della Stazione di Bologna, alla morte di Fausto e Jaio, e anche alla morte di Valerio Verbano.

Un tale intreccio tra ambienti del vecchio golpismo neofascista, da sempre colluso con i servizi segreti, con quelli del crimine organizzato romano e con i ragazzini dei Nar venne rivelato per la prima volta dal giudice Mario Amato.

E quest'ultimo venne dapprima isolato professionalmente, quindi linciato moralmente, infine vilmente assassinato.

A pochi passi dalla cittadella Giudiziaria di Piazzale Clodio c'è uno studio di un noto avvocato.

Un certo Gian Antonio Minghelli.

Dal libro "Trame Atlantiche" di Sergio Flamini apprendo che tale avvocato risulta essere stato il segretario organizzativo della P2 dopo la nomina di Gelli a Venerabile. L'avvocato Minghelli risulta anche essere figlio del defunto generale piduista Osvaldo Minghelli (pag 122-24 di "Trame Atlantiche").

Perché parlo di questo avvocato?

Semplicemente perché è stato per anni il difensore della Banda della Magliana e fu accusato dalla Magistratura (poi prosciolto) di riciclaggio di denaro sporco proveniente dai sequestri di persona e guarda caso li avrebbe depositati proprio nel Caveau sotterraneo della Cittadella Giudiziaria.

Ma ripeto, è stato prosciolto da queste accuse.

Ma in questa banda che assaltò la Banca di Roma agenzia numero 91 del Palazzo di Giustizia, c'è un altro oscuro personaggio.

Un personaggio che ci porta al coinvolgimento, ancora una volta, dello Stato di San Marino e solo per, lo spero, un caso di omonimia si collega alla storia tragica di Niki Aprile Gatti.

Continua.

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