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 Home page > Attualità > Cronaca > Il ladro sei tu

Il ladro sei tu

Sul treno oggi ho fatto un piccolo sondaggio sullo sciopero di domani: in tanti lo vivono solo come l'ennesima giornata di sofferenza per il blocco dei trasporti (su cui subito però ha provveduto Lupi) anzi, "spero che chi sciopera verrà licenziato".

Licenziateli tutti, questi qua che anziché lavorare si permettono di protestare, di esprimere un opinione, di rivendircare scelte diverse in tema di diritti sul lavoro.
Licenziateli tutti.

Fateci caso, sono le stesse persone che quando si parla di scandali giudiziari (Mose, Expo, criccherie varie) poi se ne escono con espressioni del tipo "tutti in galera" o anche "dovrebbero tagliargli le mani".
Questo è ormai il livello di discussione dell'italiano medio (volendo fare una media degli italiani): ragiona con la pancia, coltivando il suo orticello, non riuscendo ad avere una visione globale dei problemi. Perché non ha gli strumenti, la volontà.

Immagino che sia questo quello a cui Napolitano si riferisce, quando parla di antipolitica eversiva.
Peccato che sbagli obiettivo: se siamo arrivati a questo (licenziateli tutti, arrestateli tutti) è perché è stata portata avanti una lotta di classe verso il basso.
Mettendo gli uni contro gli altri, in un unico calderone.

Quante volte avete sentito promettere dal politico di turno che basta scandali, basta ladri (chi ruba paga, dice oggi Renzi).

Quante volte è stata riformata la giustizia in questi anni, senza mai risolverne i veri problemi.
I politici rubano, perché conviene. Perché la gente non ha tutte le informazioni per giudicare, perché oggi la politica è qualcosa di poco trasparente e lontano dai bisogni della gente.
I servizi pubblici non funzionano (e allora licenziateli tutti se scioperano) non solo per la cattiva volontà dei macchinisti, forse. Ma anche perché i carrozzoni pubblici spesso non sono pensati per far andare i treni, per gestire i rifiuti, per far circolare i bus.

Perché per sedersi su quelle comode poltrone non servono competenze. Forse la tessera, le amicizie, la comunanza dentro un movimento, perfino l'appartenza ad un sindacato (perché anche loro hanno partecipato alla spartizione).

Con questa nuova visione della lotta di classe il problema non sono quelli che fanno promesse.
Il ladro sei tu: che vai in piazza a protestare per chiedere diritti quando, nella vulgata popolare, i tuoi diritti sono qualcosa che viene tolto ad un altro lavoratore.

Il problema è l'articolo 18, non i comitati d'affari che si spartiscono gli appalti.
Se tu che devi contribuire alla spesa pubblica con le tue tasse, quando le grandi aziende possono spostarsi dove conviene. Dove la tassazione è favorevole.

Chiaro che, di questo passo, faremo la fine dei capponi di Renzo, nei Promessi sposi.

"Lascio pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe a capo all'in giù, nella mano di un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. (…) e dava loro di fiere scosse, e faceva sbalzare quelle teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura."
Questo articolo è stato pubblicato qui

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