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Il grande bluff

Grandi schiamazzi per lo storico secondo incontro tra PD e M5S. A leggere quel che gira in rete neanche gli incontri per il compromesso storico. Grandinano commenti e dibattiti e discussioni più o meno accese e analisi più o meno imparziali, quasi quasi se ne parla più che della nazionale cacciata a pedate dal mondiale.
 
Più o meno come si fa con certi film che ti martellano con trailer e pubblicità promettendoti il capolavoro che stravolgerà la storia del cinema e poi lo vai a vedere e ti viene da pensare che han speso più in pubblicità che in altro. Nient'altro che questo è l'incontro tra i grillini e Mister Renzi, uno spottone pubblicitario che fa comodo un po' a tutti.
 
Al M5S serve per tirar su il morale delle truppe e fargli dimenticare il brusco risveglio del dopo elezioni europee, quando il movimento si è alleato con la peggior feccia dell'Europa xenofoba e razzista. Niente di meglio che un bello streaming in cui i nostri guerreggiano e si fanno ascoltare da uno che non ascolta nessuno, perdonate il tremendo gioco di parole. Quale migliore occasione per dare una bella lucidata all'immagine sempre più opaca di un movimento destinato a contare sempre meno? D'altronde se è riuscito a riesumarsi Berlusconi...
 
Serve al PD, pardon, a Renzi, per mostrare a tutti che lui è tutt'altro che un piccolo dittatore che purga chi non è d'accordo e fa tutto a modo suo e anzi, invece di vendicarsi dell'avversario sconfitto e demoralizzato, ha dato prova di grande maturità e benevolenza. Ecco, a questo punto direi che possono partire i violini e il rallenty della chiusura dell'incontro, titoli di coda, e buio.
 
Sì, perché lo sappiamo tutti benissimo che non cambierà una cippa di niente. Grillo e il movimento sono spompati, continuano ad abbaiare alla luna mentre la ghenga in parlamento continua beatamente a spartirsi il Paese e le mazzette. Renzi non ha uno straccio di oppositore che si possa definire tale senza scoppiare a ridere. Benedetto, teleguidato e protetto dal più alto dei colli, per il momento tenuto a galla dai poteri finanziari, almeno fin quando non diventerà eccessivamente imbarazzante e quindi figuriamoci quanto gliene può fregare delle paturnie del M5S, se il rischio è quello, oltre tutto, di perdere l'appoggio del nano di Arcore per la riforma del Senato.

Propaganda, si diceva un tempo, propaganda, nient'altro che questo. Della serie: non cambiate canale, torniamo tra un attimo.

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