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Il fascismo bussa al citofono

Siamo a Bologna in via Grazia Deledda, nel cuore del quartiere popolare del pilastro, inquadrato dalle telecamere, un politico, nell’ultimo giro di elettorato prima delle Regionali di Emilia Romagna, citofona ad un tunisino «Lei spaccia?»

 E' la politica che bussa al citofono per farsi notare, ma voi non pensate alla gravità e criminalità del gesto. Non pensate agli scopi di propaganda che lo hanno ispirato. Attratti dalla spettacolarità del gesto, non pensate al suo significato politico, alla sue ripercussioni internazionali, per il nostro Paese, al nostro prestigio infangato e calpestato da questo gesto incolnsulto. Pensate allo spettacolo, perché non siete abituati a pensare e a ragionare di politica. 

Non pensate che il gesto non è nato per caso, ma premeditato, studiato, voluto per fare uno spot elettorale, attaccare le istituzioni, promuovere la giustizia fai da te. E se vi dicono, che e stato fatto con intento di ordine pubblico e sicurezza, per lottare contro la mafia, voi ci credete, vi aggrappate a questa sciocchezza per giustificare la vostra ignavia.

E nemmeno vi passa per la testa, che un politico non si può sostituire alla polizia alla magistratura per lanciare accuse e disturbare le persone. Non pensate alla spettacolarizzazione della gogna mediatica, della violazione cinica della privacy di poveri tunisini trascinati a forza sul palco della propaganda politica.

E neppure vi indignate contro queste infamie, contro chi vi prende per il culo trascinandovi nel baratro dell’ignoranza e della violenza. Perché fascismo? Perché fascismo è tutto questo: il cinismo del gesto, la sua giustificazione arrogante, l’imbroglio di chi lo spaccia come atto di lotta contro la droga e critica chi l’accusa, il silenzio delle forze democratiche, l’assenza di indignazione di un popolo, la stampa e la tv che, per qualche copia in più, per qualche punto di share in più, ne parlano, lo giustificano e fanno da cassa di risonanza alla sua propaganda.

E così davanti alla tv, bevete l'ultima goccia dell’olio di ricino, che fascistelli da quattro soldi , vi hanno offerto e non imposto .

Foto: Pixabay

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