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 Home page > Tribuna Libera > Il discorso di Conte al Senato e il fallimento dei media mainstream

Il discorso di Conte al Senato e il fallimento dei media mainstream

Il discorso del prof. Conte di ieri al Senato per la levatura etica, culturale e politica mi ha richiamato alla mente due presidenti della Repubblica: Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro. Ciò che mi ha particolarmente colpito, è che con il suo discorso il prof. Conte non solo ha annientato, politicamente parlando, Salvini e lo stesso Zingaretti, ma anche la narrazione fatta dai media mainstream di questi quattordici mesi di governo.

Emblematica è la reazione del direttore di H.P. che non riesce andare oltre “La rivoluzione finisce al mercato del pesce” e quella del suo vice che alla trasmissione di approfondimento del TG3 del 20 agosto ha rasentato l’isteria nel commentare la giornata. A parte Huffington Post la mia impressione è che tutto il partito de la Repubblica/l’Espresso è allo sbando. Qual è stata la narrazione fatta in questi mesi del prof. Conte? La cosa meno offensiva è stata definirlo “burattino”. Eppure se i giornalisti avessero fatto il loro mestiere limitandosi a raccontare i fatti avrebbero quanto meno rappresentato la realtà per quella che è stata.

Conte è stato chiamato ad interpretare e ad applicare correttamente il contratto di governo. Lui stesso s’é definito avvocato del popolo. In questa definizione è racchiuso il senso del suo mandato. Essere stato chiamato a svolgere questo ruolo non vuol dire non avere idee proprie o non avere una propria visione. E’ evidente che nell’applicare un istituto giuridico, un contratto in questo caso, di fatto mette la propria sensibilità e la propria cultura. Conte ha fatto esattamente questo e lo ha fatto dal primo momento quando ha partecipato al G7 in Canada respingendo le avances di Macron, che aveva la pretesa di prendere Conte sotto la propria ala protettiva.

Lo ha fatto difendendo la sovranità nazionale e l’autonomia politica del governo. La narrazione mainstream a partire da quel primo meeting internazionale non ha fatto altro che denigrare la persona mettendo in evidenza limiti che per la verità non si vedevano. C’era sicuramente l’inesperienza di una persona che non aveva mai fatto politica ma da qui a presentarlo come una nullità è altra cosa. Dicembre 2018 approvazione della legge di stabilità. In quanti ricordano come Conte mise all’angolo i due vice avocando a se la trattativa con la Commissione UE portando a casa il risultato. 

Non è questo l’unico episodio. Lo ha fatto anche con il Ministro degli esteri Moavero Milanese, persona certamente competente. Lo ha fatto quando il prof. Savona è passato alla CONSOB avocando a se la delega ai rapporti con l’.U.E. In 14 mesi il prof. Conte ha costruito la sua immagine politica accreditandosi a livello internazionale e nell’opinione pubblica nazionale. Non a caso il gradimento di Conte è tra gli italiani il più alto subito dopo quello del Presidente Mattarella. Gli italiani sono incazzati ma non scemi. Capiscono perfettamente che il sistema non gira e per riavviarlo non servono demagoghi ma persone credibili e competenti. Non è sufficiente dire questa UE non va, il punto è come ci si raccorda per poter portare risultati a casa. Conte ha dimostrato di saperlo fare.

Arriviamo alle elezioni europee. Il risultato per il M5S non è stato brillante. I commentatori hanno tutti recitato il requiem per il M5S dimenticando che per le caratteristiche che ha il M5S non è forte in competizioni amministrative ed europee. Per capirlo è sufficiente analizzare il dato elettorale e riflettere sul livello molto alto di astensione che si registra sia alle elezioni amministrative che europee. Intanto all’indomani delle elezioni europee è apparso chiaro che il Governo Conte non godeva più dell’appoggio della Lega. A sostenere il Governo Conte c’era il M5S e il partito del Presidente Mattarella. E qui Conte ha tirato fuori tutta la sua abilità di statista, di mediatore e di leader politico del M5S. All’orizzonte si profila la sanzione per debito eccessivo da parte della Commissione UE. Non prendiamoci in giro sanzioni e richiami sono dati politici, la questione tecnica è strumentale. Conte non solo riesce a bloccare la sanzione ma fa qualcosa di inimmaginabile, toglie dall’isolamento il M5S al punto che i voti del movimento sono determinanti ai fini dell’elezione della von der Leyen. La neo commissaria apre alle istanze del M5S su ambiente, trattato di Dublino e salario minimo. Su tutti questi temi il M5S era isolato in Italia.

Sul salario minimo non dimenticate l’attacco dei sindacati a partire dalla CGIL (In merito qualcuno sente parlare Landini?) Con questa operazione Conte è riuscito ad accreditare una forza politica populista in Europa. Cosa questa non da poco. Non è il solo risultato. Il M5S vede un proprio rappresentante eletto alla vicepresidenza del parlamento UE e va all’incasso sulla nomina di un commissario UE di peso. Non bisogna dimenticare che Conte esplicitamente invita i partiti politici che lo sostengono a votare per la von der Leyen. Cosa che farà il solo M5S. La Lega tentennerà e poi si tirerà fuori. A livello UE ad aver acquistato punti in termini di credibilità è il M5S e questo dato mette in crisi il PD facendo emergere tutta la pochezza del suo gruppo dirigente a partire dal segretario del nulla Zingaretti. 

Il discorso di ieri e la replica finale sono il coronamento di Conte a statista e a leader politico. I media mainstream che in questi mesi hanno fatto campagna elettorale per la Lega di Salvini contando sull’annientamento del M5S e sul ritorno del bipolarismo centrodestra – centrosinistra eliminando il terzo incomodo, hanno finito con il confondere la realtà con il desiderio. La narrazione che hanno dato dei fatti si è rivelata una serie di fake news. La realtà è per loro dura e li smentisce su tutti i fronti: il M5S non è affatto morto e Conte è una presenza rilevante sullo scenario politico italiano ed Europeo. Non a caso uno dei leader della SpD nel parlamento Europeo si è spinto fino al punto di auspicare un Conte bis sostenuto da M5S – Leu e PD. Se Zingaretti fosse stato più attento a ciò che ha dichiarato David Sassoli alla Direzione Nazionale del PD subito dopo la sua elezione a Presidente del parlamento UE lo avrebbe capito. 

Foto:EP/Wikipedia

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