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Il diritto alla lentezza

Nella società occidentale si corre sempre di più e questo anche se la pandemia attualmente in corso ha rallentato in parte questo ritmo frenetico.

Il blocco di gran parte delle attività nei mesi scorsi ha consentito alla maggior parte della gente comune di riscoprire il valore del tempo. Per diversi è stato un vero e proprio toccasana mentre per altri è stato l'inizio di un percorso depressivo che forse deve ancora concludersi.
Si è finalmente assodato che questo modo di considerare l'esistenza non va più perché contrario alla natura e ai suoi ritmi in cui il tempo non dev'essere consumato in modo indiscriminato ma vissuto "assaporandolo" nella sua interezza.
 
Si parla tanto di diritti violati e di una società che sta involvendo sempre più proprio perché l'uomo in quanto tale conta sempre meno in quanto schiacciato da un sistema fondato su falsi valori generati da un individualismo malato e da un consumismo ormai patologico.
Perfino coloro che lottano per l'affermazione e il rispetto ad oltranza dei diritti umani ne trascurano uno che è davvero fondamentale.
 
Parlo del diritto alla lentezza, ovvero di avere la possibilità di vivere la propria esistenza secondo canoni e ritmi che non siano condizionati costantemente da una società portata sempre più a considerare la vita soltanto come un passaggio produttivo e consumistico dell'essere umano utile all'affermazione dell'unica religione ormai dominante, quella legata al "Dio Denaro".
 
La vita è ben altro e dovrebbe uscire da certe schematizzazioni forzate e riportare l'essere umano ad assaporarne ogni sfacettatura, consentendogli di riprendersi quel tempo che ogni giorno questo modello di società tende a rubargli sempre più.
Non si tratta di oziare, ma di rivendicare un diritto alla lentezza che ci porti a vivere ogni attimo di questa esistenza nella sua pienezza come quando si assapora il gusto inebriante di un buon vino o ci si lascia riscaldare dalla maestosità di un sole che ha il potere di renderci allegri e più solari.
 
Personalmente, sarei favorevole ad inserire nelle costituzioni di tutti i paesi del mondo il diritto alla lentezza come conquista e affermazione di una società autenticamente civile e soprattutto umana e naturale.
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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