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Il clima: che cosa si dice, che cosa si sa

Ultimamente in televisione, e non solo, stiamo assistendo ad un'invasione di "esperti" che con le loro teorie alimentano catastrofismi (come ho già scritto). Questi "autori", nel tentativo di trovare spiegazioni ad eventi, procedono in modo approssimativo senza considerare tutti gli elementi necessari per analizzare situazioni che si possono venire a creare, o peggio ancora, manipolano i dati a scopo sensazionalistico o pubblicitario.

In questo modo si distorce la realtà, facendo trarre conclusioni errate a chi magari, pur interessato all'argomento, non è sufficientemente addentro per capire se le informazioni date sono fondate. Un classico esempio è dato dal problema dell'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera, molti di quelli che leggeranno saranno critici nei miei confronti, ma vi chiedo solamente di informarvi bene. Se prendessimo un qualsiasi scolaretto e facessimo la domanda "cosa mi sai dire dell'aumento della temperatura sulla terra?" La risposta sarebbe recitata a memoria: "...per colpa dell'inquinamento la temperatura si sta alzando..."

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Persino negli anni ottanta durante il mio "apprendistato" alle scuole elementari veniva insegnato che fattori di origine antropica hanno causato quello che oggi definiamo "Global Warming". Io, che sono sempre stato un San Tommaso, ero un pochino diffidente verso tali teorie proprio perché mi venivano insegnate senza produrre prove convincenti. Oggi, siamo sicuri che la causa del riscaldamento globale sia strettamente ed esclusivamente correlato alla quantità di anidride carbonica immessa nell'atmosfera dalle attività umane? E soprattutto, dobbiamo veramente preoccuparci? Ultimamente molti scienziati stanno rivalutando queste teorie.

Negli ultimi decenni i piccoli centri abitati sono "cresciuti" molto velocemente diventando città (urbanizzazione) che a loro volta, continuando lo sviluppo sono diventate megalopoli (oggi contiamo 21 megalopoli con oltre 10 milioni di abitanti). La maggiore concentrazione di persone, edifici e fabbriche ha portato ad un aumento della temperatura causata da vari fattori, come la presenza massiccia di cemento, impianti di riscaldamento e condizionamento di case e uffici, e la scarsità di vegetazione, che, mediante l'evaporazione notturna raffredda l'ambiente. Per definire il fenomeno per cui le città emettono più calore rispetto alle campagne si usa l'espressione Isola di Calore Urbano.

Uno degli effetti più evidenti è che la differenza di temperatura tra città e campagna è più accentuata di notte e soprattutto in estate. Mentre di giorno lo scarto è di 1-2 gradi, durante le ore notturne può arrivare in alcuni casi a 10 gradi, per la presenza di una sorta di "cupola di calore" che attanaglia la città. Proprio a causa della crescente urbanizzazione e di questi sbalzi termici all'interno dei centri abitati, i dati delle stazioni di rilevazione di terra potrebbero venire falsati, la lettura potrebbe essere imprecisa, e il monitoraggio non corretto. Il risultato più vicino alle realtà si ottiene con la misurazione delle temperature a 8000 metri di altezza con l'utilizzo di satelliti artificiali. Tali misurazioni sono iniziate nel 1975 e stanno dimostrando come i modelli matematici che ricavano le temperature previste per la fine del secolo siano discordanti tra loro.

  • dai dati di terra si evince che la temperatura media globale aumenterà di 1.4° - 5,8° centigradi
  • considerando i dati satellitari la temperatura media globale aumenterà di 0,5° - 2° centigradi

Gli studiosi che ritengono valida la previsione fatta considerando i dati provenienti da terra hanno inserito negli algoritmi che la determinano un incremento progressivo delle emissioni di CO2 di origine antropica. Ma è corretta quest'ultima considerazione? Vediamo.

Durante la propria evoluzione la Terra ha subito importanti e ripetute variazioni della temperatura di media e lunga durata. Conoscendo le mutazioni climatiche dal Paleozoico ad oggi, possiamo azzardare che ora ci troviamo in un periodo interglaciale. Si ha una variazione climatica quando l’evento si ripete per 30-40 anni. Le cause sono varie e di natura diversa.

Cause vecchie ed attuali:

Fattori astronomici: variazione inclinazione asse terrestre (22°01' - 24°5' attualmente 23°4'); precessione degli equinozi (rotazione completa in circa 21.500 anni); eccentricità dell'orbita terrestre (varia da 0.06 a 0.0018 in 400.000 anni; oggi è 0.0017). La variazione combinata della precessione e dell'eccentricità può causare grandi cambiamenti.

Fattori geologici: emissioni vulcaniche, come le particelle fini, influenzano filtrando la radiazione solare; emissioni vulcaniche gassose (CO2, CH4, vapori d'acqua) incrementano le particelle di gas serra presenti nell'atmosfera. Fortunatamente il vapore acqueo ha un tempo di stazionamento basso.

Cause nuove (dal 1850 circa)

Fattori antropici: emissioni industriali di particelle fini influenzano, filtrando, la radiazione solare; emissioni industriali gassose (anidride carbonica; metano; ossido di diazioto; monossido di carbonio; vapore acqueo) incrementano le particelle di gas serra presenti nell'atmosfera. Riscaldamento delle città, specialmente fino a qualche decennio fa, quando si usavano caldaie a nafta o a gasolio per il riscaldamento.

L'anidride carbonica, l'ossido di diazoto e il monossido di carbonio, derivano dalla combustione di residui organici fossili e attuali. Per fare un esempio potremmo definire il legno come un deposito di anidride carbonica, la quale torna nell'atmosfera una volta bruciata. Il metano deriva dalla decomposizione di materiale organico, come ad esempio quello presente nelle discariche o quello prodotto dai due miliardi di bovini (quasi tutti di allevamento) presenti sulla terra. Il vapore acqueo proviene dagli impianti industriali di raffreddamento e di trattazione di materiali. È bene notare che la vita media dei gas non è tutta uguale, ad esempio il metano dura mediamente 12 anni, l'anidride carbonica 100 anni, l'ossido di diazoto 120 e il tetrafluorometano 50.000 anni, il famoso R14, quello che negli anni ottanta veniva usato come liquido refrigerante per i condizionatori di auto, ambienti e frigoriferi.

Il potenziale di riscaldamento globale (Global Warming Potential, GWP) definisce l’apporto dei vari gas serra al riscaldamento globale. Il GWP rappresenta il rapporto fra il riscaldamento globale causato in un secolo da un certo gas serra ed il riscaldamento provocato dalla medesima quantità di CO2. Se dunque il GWP della CO2 è pari a 1, il metano ha GWP pari a 21 e vari HFC (eptafluoropropani) hanno GWP varabile fra 93 e 12100. L’esafluoruro di zolfo ha un GWP pari a 23900: ciò significa che una tonnellata di SF6 provoca un aumento dell’effetto serra che equivale a quello generato da 23900 tonnellate di CO2!

"L'effetto serra è un fenomeno atmosferico climatico che indica la capacità di un pianeta di trattenere nella propria atmosfera parte dell'energia solare proveniente dal Sole" - Wikipedia.

Le variazioni climatiche su scala infrasecolare hanno varie cause.

  1. Cause astronomiche: macchie solari (periodo di 11 anni) ovvero regioni della superficie del Sole che sono caratterizzate da una temperatura minore dell'ambiente circostante e da forte attività magnetica;
  2. Cause atmosferiche: mutamenti delle posizioni delle aree cicloniche e anticicloniche;
  3. Cause idrologiche: mutamenti dei percorsi delle grandi correnti marine;
  4. Cause antropiche: immissioni di gas serra nell’atmosfera.

Il clima è un sistema turbolento complesso: l’instabilità è la norma. Il clima è il risultato dell’interazione di migliaia di cause. Bastano poche migliaia di anni per avere mutamenti climatici importanti. La “catastrofe” non esiste in natura, il termine è in relazione all’uomo. La Terra non è un’entità stabile ma in continua modifica.

Come ci ha suggerito lo scolaretto all'inizio di questa relazione, negli ultimi anni ci è stato detto che è in atto una variazione costante della temperatura, la quale tenderebbe ad aumentare progressivamente. Osservando e valutando in maniera non approfondita questa teoria essa potrebbe sembrare corretta, ma una più attenta analisi porta a teorie più interessanti.

Se andassimo indietro nel tempo fino ad arrivare all'inizio della seconda rivoluzione industriale (1870-1880, con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio) ci dovremmo trovare di fronte temperature molto inferiori a quelle odierne e più o meno regolari, ma non è così. Sicuramente troveremo "dei minimi" ma andando sempre più indietro ci rendiamo conto che già nell' anno 1000 - 1300 la temperatura era di un solo grado più bassa rispetto ad oggi. La storia antica vede un generale raffreddamento con successiva inversione di tendenza in età tardo romana; poi la ripresa di una fase fredda tra il V e il IX secolo d.C., per ritornare ancora ad un clima mite, il cosiddetto optimum climatico, durante il quale furono addirittura coltivate le viti in Scozia. Anche durante il Medioevo c'era qualcosa che causava l'aumento della temperatura. Da lì in poi si va verso una piccola glaciazione fino ad arrivare ai giorni nostri. Se dovessimo produrre altre prove, ci basti pensare che fino al 1500 la Groenlandia (che letteralmente significa terra verde) era occupata dall'uomo (fu poi abbandonata), e che 8000 anni fa la temperatura era di 2° C superiore alla nostra.

I dati relativi all'aumento delle temperature dell’IPCC (organo intergovernativo non di ricerca diretta) probabilmente mancano di elementi importanti come ad esempio il valore medio della temperatura del medioevo. Per avvalorare la tesi di una stretta correlazione tra l'aumento della temperatura e l'aumento dell'anidride carbonica sono stati omessi dati fondamentali per una corretta valutazione del fenomeno.

Il protocolollo di Kyoto non aiuta la nostra Terra perché risulta essere inadeguato. L'attività umana immette 6,3 miliardi di tonnellate all'anno di CO2 nell'atmosfera; 750 miliardi sono già presenti nell'aria; solo metà dell’anidride carbonica prodotta delle attività umane (circa 3 miliardi) vi permane; l'altra metà è utilizzata dalle piante ed alghe o è disciolta nel mare (gli oceani ne assorbono dall'atmosfera 2 miliardi l'anno). La riduzione del 6,5% su 3 miliardi di tonnellate (richiesta dal protocollo di Kioto) in rapporto al quantitativo globale di CO2 farebbe diminuire la quantità totale di poco a fronte di enormi spese di contenimento e senza ottenere effetti rilevanti sulla temperatura. Mutamenti climatici hanno sempre accompagnato la Terra. Benché sembri che l'anidride carbonica influenzi l’aumento del clima, siamo sempre più portati a pensare che sia il contrario, anche se sono innegabili l'aumento dell'inquinamento prodotto dall'uomo ed i suoi svariati effetti nocivi.

Probabilmente come dice Lovelock, in un futuro non troppo lontano "Gaia" reagirà al surriscaldamento globale raffreddandosi. "Vi ricordate" cosa successe nell'era Mesozoica (sopratutto nel periodo Cretaceo)? La Terra era dominata dall'effetto serra e vi erano elevatissimi livelli di anidride carbonica, subito dopo, per un periodo di poche migliaia di anni la temperatura si abbassò in media tra i 13 e gli 8 gradi in contraso con l'alta concentrazione di anidride carbonica presente nell'atmosfera in quel periodo. A quel punto ci troveremo ad affrontare quei problemi che hanno affrontato i nostri antenati. Una soluzione potrebbe essere una migrazione, in fin dei conti è quello che l'uomo ha sempre fatto in ere diverse per garantirsi un futuro.

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