• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Il clarinetto di Claudio Puntin a Palazzo Trevisan degli Ulivi

Il clarinetto di Claudio Puntin a Palazzo Trevisan degli Ulivi

La sede veneziana del consolato svizzero ha invitato il “musicista, compositore, produttore, orafo” – questa la definizione inserita nella presentazione al programma – Claudio Puntin a tenere un concerto per clarinetto solo nel salone di palazzo Trevisan degli Ulivi. Il titolo del recital scelto dall’artista svizzero, nato nel 1965 a Zugo, “Out of nothing”, “fuori dal nulla”, apparentemente enigmatico, in realtà rivela le origini del processo creativo della sua musica. La sua ispirazione proviene dal nulla indistinto dei suoni non ancora definiti, prima di assumere la forma di musica. Di fronte a così tante potenzialità, egli sceglie di affidarsi all’improvvisazione, in maniera da riuscire a seguire, ed eseguire, ritmi e melodie sempre diversi.

In poco più di un’ora, Puntin è passato dal clarinetto al clarinetto basso, con una campana progettata e costruita personalmente, facendo uso di campionamenti elettronici, noise, modificando il suono limpido di uno strumento di legno d’ebano, al punto che quelle poche volte in cui l’elettronica taceva, il pubblico si domandava perché dovesse far ricorso a suoni distorti, invece di esprimersi con un suono così bello. Al che Puntin rispondeva immediat : “Perché no!”. 

Ed in effetti, non sta all’ascoltatore giudicare le scelte artistiche di chi suona. Certo, possono piacere o no. L’importante è riconoscere la sincerità di un progetto, che mescola con saggezza il suono del clarinetto ad estensioni elettroniche, usando con padronanza tecniche alternative e lasciandosi andare a sempre nuove improvvisazioni.

Il celebre musicologo Joachim Ernst Berendt così lo descrive nel suo dizionario di musica: “un musicista estremamente “legato”, un grande improvvisatore di suoni e tecnico capace, che lega le note dolcemente e, allo stesso tempo, con un forte fraseggio ritmico”. Il concerto in solitudine, poi, basato su improvvisazioni su temi originali, è sempre pieno di insidie per l’esecutore, cui vanno fatti i complimenti per non aver paura di affrontare anche possibili reazioni negative. La variegata platea è sembrata consapevole delle difficoltà ed ha tributato sinceri applausi, rapita dalle diverse sonorità. Puntin ha portato con sé alcuni dei suoi numerosi CD (si parla di un centinaio di incisioni), tra i quali l’ultimo uscito, “Ambiq”, presenta un organico in trio : Max Loderbauer, buchla 200e (Electric music box, tecnicamente più perfetto del Moog), Samuel Rohre, batteria, Kaos pad, elettronica e, appunto, Claudio Puntin, clarinetti, mini mallets, elettronica. Si tratta di una serie di improvvisazioni con sonorità “ambient”, che possono provocare in chi ascolta differenti stati d’animo, dal nervosismo alla rilassatezza e, comunque, sempre in grado di suscitare emozioni.

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità