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Il Referedum, l’endorsement dell’ambasciatore Usa e la stabilità dei governi

Il No al referendum sulla riforma costituzionale "sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia". Lo dice l'ambasciatore Usa in Italia John Phillips intervenendo ad un incontro sulle relazioni transatlantiche organizzato a Roma all'istituto di studi americani.
E aggiunge: "Il referendum è una decisione italiana" ma il Paese "deve garantire stabilità politica. Sessantatrè governi in 63 anni non danno garanzia".
Così parlò l'ambasciatore USA, John Phillips: opinione legittima, immagino non solo a titolo personale ma per conto dell'amministrazione americana. Fa pensare che questo sia poi un endorsement per un esecutivo nato proprio da un mezzo colpo di stato interno al Partito Democratico grazie a cui, Renzi e i suoi hanno preso il posto del presidente Enrico Letta.
Dopo mesi di una lunga guerra di logoramento dal suo interno (che poi è quello che Renzi rinfaccia alla sua minoranza).

L'ambasciatore ci dice che in Italia abbiamo avuto troppi governi. La battuta sui governi "lunghi" in Italia che non hanno proprio fatto il bene del paese è troppo facile e la metterei da parte.
Tra l'altro, uno di questi aveva pure proposto una sua riforma costituzionale (in forma presidenziale), poi bocciata dai cittadini e non mi ricordo un giudizio negativo sul votare no all'epoca.

Gli investimenti stranieri, come quelli di Mc Donald, di Coca Cola di Philip Morris sono dunque legati alla stabiiltà dei governi, specie se poi rispettano le sacre volontà delle lobby e delle multinazionali, come quelle di internet. La pacchia, immagino. Tassazione agevolata, sgravi fiscali, niente regole, licenziamenti facili. Se dovete fare una festa è già pronto il ponte sull'Arno.

Uno pensava che agli americani interessasse ancora la corruzione, la giustizia civile lenta, il debito pubblico in crescita, le mafie.... La crescita lenta e il taglio delle stime, proprio da parte del governo che ha fatto questa riforma che piace tanto agli investitori stranieri.

Stabilità, dunque.

PS: su l'Unità ho trovato questo articolo dove spiega le ragioni del NO. Raccontando l'ennesima serie di bugie: la prima
Per cominciare – testo alla mano – chi invita a votare No è contrario all’abolizione del bicameralismo paritario, un unicum mondiale. E’ favorevole ad un sistema con due camere diverse per composizione, per elettorato attivo e passivo e per metodo d’elezione, ma con identiche funzioni, e soprattutto entrambe titolari del vincolo fiduciario. E’ favorevole ad un cambio di governo, in media, una volta all’anno.
Chi voterà no al referendum su QUESTA riforma costituzionale (che fa schifo, a detta degli stessi sostenitori) non è affatto favorevole al bicameralismo. E' una palese bugia: Zagrebelsky e altri si sono già espressi a riguardo. 
Stessa bugia sul giudizio relativo ai cambi di governo.

Magari sono proprio quelli del si che sono spaventati dall'ipotesi delle urne.
Forse per questo che si torna a parlare di riforma dell'Italicum con susseguente slittamento del giudizio della Corte Costituzionale?
Quante palle!
 
 
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