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Il Pil scende, le pensioni salgono

 

In una fase economica difficile con il Pil italiano in forte recessione, il bilancio previdenziale evidenzia una forte impennata del numero di uscite anticipate, con una crescita del 65% negli ultimi dieci anni, per un totale di 132 miliardi di euro.

Nel complesso sono 17,2 milioni i pensionati nel nostro paese, per una spesa che si aggira intorno al 13,5% del Pil. 

Tra il 1998 ed il 2008 gli assegni staccati ogni mese sono aumentati del 13,6%, con una maggiore concentrazione nelle regioni del sud, in particolare nella provincia di Catanzaro, dove le anzianità sono incrementate del 370%, e Vibo Valentia (270%).

In netta controtendenza le province di Trieste e Vercelli che registrano meno pensionati rispetto a dieci anni fa.

Il fenomeno deve essere analizzato alla luce del divario sostanziale Nord-Sud nel mercato del lavoro: più maturo in Piemonte e Lombardia, senza variazioni improvvise nella struttura degli occupati, con un’ emigrazione di ritorno che ha dirottato nel meridione le pensioni maturate nelle principali zone industriali del paese.

Nel sud invece pesano le pensioni agricole, che incidono in media del 30-40% in più rispetto alle regioni settentrionali. Una forma di assistenzialismo che di certo garantisce centinaia di migliaia di posti di lavoro ma che crea non pochi problemi alle casse dell’Inps, gravate da assegni erogati non coperti da precedenti contributi versati che allargano così il debito previdenziale.

Sullo sfondo episodi di cronaca che evidenziano la triste realtà di un paese dedito all’abuso ed al malaffare, come l’inchiesta del Corriere della Sera sulla responsabile dell’agenzia Inps a Rossano Calabro (provincia di Cosenza) costretta alla scorta dopo le minacce ricevute ad agosto a seguito della sua denuncia contro una serie di falsi braccianti. Un fatto analogo è stato scoperto di recente dalla Guardia di Finanza di Taranto che ha denunciato 363 persone.

Per far fronte all’aumento delle uscite per gli assegni, Il governo è intervenuto a luglio con le così dette “finestre mobili”, che dal 2015 sposteranno in avanti le uscite in linea con le aspettative di vita. Un’altra notizia favorevole per i bilanci dell’Inps è la riduzione progressiva delle pensioni di invalidità (da non confondere con gli assegni di invalidità civile) che oggi sono 1,8 milioni, la metà rispetto a dieci anni fa, poiché vengono riconosciute solo in casi di patologie molto gravi.

Per i bilanci dello Stato è comunque fondamentale lasciarsi alle spalle un periodo generoso di eccessiva spesa pubblica e di seguire una politica più severa, segnata dal passaggio dalla formula retributiva a quella contributiva per il calcolo delle pensioni, un sistema più rigoroso e trasparente in direzione di una migliore sostenibilità dei conti, a difesa soprattutto dei giovani e delle generazioni future. 

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