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Il Papa contro ergastolo e pena di morte

 
"Mostratemi le vostre prigioni, non i vostri palazzi, poiché è da esse che si misura il grado di civiltà di una nazione". La citazione, attribuita ora a Voltaire, ora a Tolstoi, o persino a Churchill, sarà forse falsa, ma il suo contenuto è sacrosanto. 
 
Per una volta, i media non si sono affrettati a riportare con la solita, grande evidenza le dichiarazioni di Papa Francesco. Forse, insinua qualcuno, perché l'argomento è scomodo e imbarazza molti. Parliamo di carcere, e di quello che i detenuti chiamano familiarmente "Fine pena mai": l'ergastolo.
"Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono dunque chiamati oggi o a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte, legale o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà. E questo, io lo collego con l’ergastolo." 
Lo ha detto il Pontefice durante una conferenza organizzata dai giuristi della Associazione internazionale di diritto penale. "In Vaticano, poco tempo fa, nel Codice penale del Vaticano, non c’è più, l’ergastolo. L’ergastolo è una pena di morte nascosta".
 
L'Italia (o meglio, il Granducato di Toscana) è stato il primo paese al mondo ad abolire la pena di morte, nel lontano 1786. A quando l'abolizione del carcere a vita?
 

 

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