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Il PDL riparte da... Capezzone

Hai voglia a chiedere facce nuove, pulite e soprattutto oneste; il fallimento del PDL si denota nella scadenza e nella bassa qualità dei candidati presentati alle prossime elezioni politiche. Esempio di questo degrado è la candidatura alla Camera nel collegio Piemonte 1 di Daniele Capezzone.

Romano de Roma l’ex radicale è stato presentato a Torino in un posto sicuro non si sa per quale merito e per quale legame particolare con il territorio. Volto politico tra i più odiosi tra quelli televisivi, Capezzone è nato e cresciuto alla corte di Panella. Nel 2006 appoggiava il governo Prodi e gridava convinto alle manifestazioni radicali “No Toliban No Vatican”, per poi passare nel 2008 al cattolicissimo centrodestra di Berlusconi. Dall’eloquio saccente e soporifero il maestro di trasformismo trapiantato per le elezioni in Piemonte è passato dal laicismo radicale al partito di Quagliarello, Roccella, e Sacconi definiti dal suo vecchio mentore Marco Pannella “clerico-nazisti”.

Daniele Capezzone è poi divenuto portavoce ufficiale del PDL ritagliandosi in breve tempo un posto di riguardo tra i politici dalla faccia di bronzo, capace di giustificare anche l’ingiustificabile. Si è quindi imposto per dedizione (o servilismo?) tra i vari berluscones, riuscendo a strappare un biglietto di sola andata per il prossimo Parlamento.

Se il PDL pensa di ripartire da Capezzone è davvero alla frutta, e deve avere una scarsa considerazione dei propri simpatizzanti. Il tutto però rientra in una strategia certa e collaudata, che denota più attenzione agli interessi dei soliti notabili che non degli elettori.

Razzi e Scilipoti, i responsabili che passarono dal partito di Di Pietro per sostenere l’ultimo governo di Berlusconi, sono stati catapultati rispettivamente nelle liste di Abruzzo e Calabria. Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1, poco amato dagli spettatori e poco stimato dai colleghi anche lui originario di Roma è comparso l’ultimo giorno utile nella lista in Liguria. Gli inquisiti Dell’Ultri, Cosentino e Milanese sono stati lasciati a casa per dare spazio ai super indagati Verdini, Formigoni e Cesaro. La Polverini reduce dagli scandali in regione è stata premiata con uno scranno sicuro a Montecitorio, mentre Berlusconi non si è risparmiato nemmeno di candidare la moglie del pianista della sua villa di Arcore. Se questo è il nuovo PDL che potrebbe non vincere le elezioni ma farle perdere alla sinistra, immaginatevi come eravamo messi prima!

 

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