• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Il Movimento 5 Stelle e quelle mancanze su Università e Ricerca

Il Movimento 5 Stelle e quelle mancanze su Università e Ricerca

E’ il movimento politico del momento. Vola nei sondaggi, vince a Parma (che non è un feudo del centro-sinistra, il sindaco uscente era di destra ...), tutti ne parlano. La sua forza è l’appeal mediatico di Beppe Grillo? Manco per niente ti rispondono loro, "abbiamo un gran bel programma, fatto in maniera orizzontale, elaborato dai cittadini", continuano inevitabilmente, come un mantra. 

Anche se mi pare curioso che possa esistere UN programma politico dei cittadini, ovvero comune e buono per tutti i gusti. Perché un programma politico comporta delle scelte, che si generano da una visione della società e del futuro. Siccome martellano in continuazione con "noi abbiamo un programma, fatto dal basso, gli altri che propongono?", allora spinto da un po’ di curiosità sono andato a vedere. Magari sono io che mi sbaglio, sono anche io un vecchio del secolo scorso che in fondo in fondo ragiona secondo dei canoni destra-sinistra.

Ho trovato così il programma del Movimento a 5 Stelle, facilmente scaricabile qui e sono andato a vedere cosa dicono in particolare di Università e Ricerca, come feci per il programma del PD alcuni mesi fa. Nota: così per chi dice che solo loro hanno un programma, ce l'ha anche il PD, distribuito nel mese di novembre. E non si tratta né delle centinaia di pagine che aveva l'Unione né le quindici pagine (sì sono quindici) del M5S (ah, dimenticavo, questo non è quello definitivo, lo dicono da mesi, francamente mi sono un po' stufato di aspettare e prendo questo per buono).

Sono andato quindi a leggere, per cercare di capire cosa propongono. Su iMille trovate delle analisi più "scientifiche", qui invece quella mia, personalissimamente personale e ovviamente di parte. La mia.

Iniziamo subito dalla Ricerca, che è in genere sempre maltrattata, oscurata dal capitolo Università. In questo caso è ancora più oscurata, perché non esiste. Anzi non esistono nessuna delle due: Università è nel capitolo Istruzione (e ci può stare), Ricerca invece sapete dove sta? Niente meno che con Salute. Già con salute… come se la ricerca volesse solamente dire ricerca medica, o ricerca di come inceneritori/termovalizzatori nuociono alla salute (per citare un tema sempre caro a Beppe Grillo nei suoi interventi). 

Quindi la ricerca per loro, e per il pool di "esperti dal basso" che hanno costruito il programma, è solo applicata, e in più in ambito medico/ambientale (probabilmente). Un po’ come al bar, la ricerca fondamentale non esiste, come non esiste neanche quella tecnologica. Per la seconda è forse una scelta politica (ah, ma non era un programma dei cittadini? E' mai possibile che non ci siano cittadini che pensino che sia necessaria una ricerca tecnologica ? pare strano…), per la prima non mi stupisce, è appunto l’ignoranza dell’uomo della strada, giustificabile per quest’ultimo, un po’ meno per il pool di esperti dal basso, dei cittadini e tutte queste cose.
Ma vediamo cosa dicono sulla ricerca:

1. Possibilità dell’8 per mille alla ricerca medico-scientifica. Questo è già possibile, AIRC e tante fondazioni già concorrono nella caccia al per mille. Li si vuole far passare a 8? Non mi pare una rivoluzione epocale …

2. Finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare. Indipendente? Facile dire di spostare i soldi dai militari brutti e cattivi ai buoni indipendenti. Ma da chi concepisce la ricerca come un sottoinsieme della Salute come capire cosa intendono per indipendente? Perché non è chiaro qual è il loro progetto di sistema della ricerca. Ho paura in effetti che non ce ne sia nessuno …

3. Promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti. Voler fissare delle priorità della ricerca non è certo un male al contrario è legittimo (è un tipico esempio di quella che si chiama scelta politca). Qui ritorna la domanda precedente: cosa sono e come contano costruire dei "ricercatori indipendenti"? Mi pare si cada nel mito dell’indipendenza astratta, che non esiste ma a cui ci si può avvicinare solo indicando un sistema in cui la ricerca si sviluppa. Dire semplicemente "ai ricercatori indipendenti" non significa assolutamente nulla.

4. Promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all’estero in assenza di strutture nazionali. La prima parte segue inevitabilemente dal punto precedente (priorità alla ricerca medica), mentre la seconda non ha nulla a che vedere con la ricerca ma con il sistema di organizzazione della Sanità.

5. Introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale, la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione. Il candidato è andato fuori tema. Qui stiamo parlando di organizzazione dell’assistenza sanitaria e non della ricerca. Cosa c’entra?


E con quest’ultima perla finisce il grandioso programma del M5S sulla ricerca. Un programma che è piuttosto un elenco di frasi fatte, superficiali e spesso fuori contesto. Da cui traspare un’idea della ricerca... che non esiste. Nel senso che non si capisce assolutamente come si pensa di strutturare la ricerca. Si capisce che si vuole dare la priorità a quella medico/ambientale (per sottrazione, visto che delle altre non se ne parla) e che sono tanto belli i ricercatori indipendenti, che però non si capisce da dove dovrebbero uscire fuori. Non si capisce se si basa sulle Università, sugli enti di ricerca pubblici, su entrambi, non si capisce quanto deve essere guidato dal Ministero e quanto autonomo. Non si capisce nulla. Se non che i militari sono cattivi e che bisogna finanziare i buoni ricercatori indipendenti. Senza capire dove questi possano trovarsi.

Passiamo quindi all’Università. Anche questa non ha un capitolo a parte, ma è in Istruzione, senza neanche un paragrafo specifico, ma completamente mischiata. Vediamo quindi quali dei punti che vanno nella paginetta Istruzione possono interessare l’Università.

1. Abolizione della legge Gelmini. Così tout-court, senza se e senza ma. Come sapete penso da sempre che al contrario ci siano non poche cose buone nel quadro della riforma. Prendo atto che il M5S vuole ritornare al sistema di Berlinguer, visto che non propone null’altro in sostituzione.

2. Abolizione del valore legale dei titoli di studio. Anche questo come il precedente detto così è poco più di uno slogan. Bisogna capire che sistema di valutazione e di interazione tra società e istruzione si vuole mettere in piedi. Invece mi pare si cerchi la bella frase di moda che acchiappi un po’ a destra (questa) e un po’ a manca (la precedente).

3. Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti. Quindi si elimina la valutazione prevista dalla legge Gelmini e si introduce SOLO quella degli studenti? Ottimo, si passa da una valutazione prevalentemente sulle proprie attività di ricerca (come avviene praticamente ovunque) ad una unicamente centrata sulla didattica? Una rivoluzione copernicana (o polpottiana …).

4. Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie. Questo esiste già, hanno mai sentito parlare del consorzio Nettuno? Erano quelli che una volta facevano passare lezioni sugli argomenti più impensati di notte in televisione. Ora sono ovviamente su internet. Oppure si vogliono mandare tutte? Una sorta di invasione della banda… Poi non si capisce come tutto ciò si possa sposare con un sistema universitario basato sull’assenza di valore legale dei titoli. Ma forse si chiede troppo.

5. Investimenti nella ricerca universitaria. Così, che più vago non si può. Anche qui senza se e senza ma, e soprattutto senza come. A pioggia? Su progetto? Ma non si era detto che si privilegiava la ricerca medico/ambientale? Ora invece si parla di ricerca universitara. In che senso?

6. Integrazione Università/Aziende. Come di grazia?

7. Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti. Ovvero? A parte dare più soldi per le case dello studente, in quale quadro? In un sistema di poche Università per i migliori che ovviamente vengono da tutta Italia e quindi devono avere degli alloggi economici? A pioggia per tutte le Università, indipendentemente visto che si è abolito il valore legale?

Per concludere, anche sull’Università non si capisce quale sia le proposte effettive del M5S, cosa abbiano in mente. Qualche slogan ma quello che stupisce è l’assenza di un progetto e di una visione del ruolo dell’Università (come anche della Ricerca) nella società.

Se questo è il prezzo che si deve pagare per avere movimenti post-ideologici, dal basso e tutto quanto, a me viene fortemente il dubbio che sia una gran sola.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.131) 5 marzo 2013 18:45

    oggi, a distanza di quasi un anno, e in una condizione politica allucinante, mi capita di leggere questo post, che riassume benissimo le preoccupazioni che nutro verso questa setta-partito-movimento.
    volevo una piccola precisazione volevo però fare, in merito all’8 per mille: attualmente nella dichiarazione dei redditi esistono SIA l’8 per mille SIA il 5 per mille.
    L’8 per mille è da versare OBBLIGATORIAMENTE, ed è destinabile unicamente a enti religiosi che abbiano stipulato un accordo con lo stato (quindi chiesa cattolica, ebrei, vari gruppi protestante, mentre "stranamente" restano esclusi islamici e buddhisti), oppure direttamente allo stato (e viene destinato a protezione civile e beni culturali). Se non viene indicata nessuna preferenza l’8 per mille viene ripartito secondo la proporzione delle preferenze espresse da altri (quindi per l’80 per cento alla chiesa cattolica)
    AL contrario il 5 per mille è da versare facoltativamente a un qualsiasi ente no profit (ad essere onesti ignoro cosa succede se non si indica nessuna preferenza).
    Per questo destinare poter destinare l’8 per mille alla ricerca medica sarebbe una cosa positiva, perchè si andrebbero a destinare alla ricerca dei soldi che altrimenti andrebbero necessariamente alla chiesa cattolica (o al limite allo stato italiano, ma tanto poi alla chiesa cattolica in qualche modo ritornano)
    ah, piccola conclusione, dell’8 per mille destinato alla chiesa cattolica, solo il 20% viene utilizzato per volontariato e azioni umanitarie, tutto il resto finisce nelle pingui tasche della CEI!

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares