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Il Monumento ai Mille: specchio fedele della Nazione incompiuta

Il Monumento ai Mille: specchio fedele della Nazione incompiuta

Il giorno 11 maggio del 1860, Garibaldi, insieme a 1089 compagni d’armi, sbarcò a Marsala. Fu questa un’impresa fondamentale per l’ottenimento dell’Unità d’Italia. Con buona pace dei Leghisti e dei Borbonici (i nostalgici di oggi), tale impresa consentì all’Italia, poco dopo, di divenire uno Stato unitario relativamente forte e rilevante. Senza unità, l’Italia sarebbe stata fagocitata nei decenni successivi dalle potenze limitrofe, annullando di fatto la sua straordinaria storia.

Grazie all’impresa di Garibaldi ed alla lungimiranza di Cavour, l’Italia meno di un secolo più tardi poté essere uno degli stati promotori e fondatori di quella che chiamiamo Unione Europea. L’Unione Europea, nonostante i molti peccati di gioventù, è il baluardo che consentirà al vecchio continente di fronteggiare lo spostamento epocale del baricentro economico dall’Occidente all’Oriente, che stiamo tuttora osservando.

Un’Italia frammentata è inimmaginabile, chi nega questo o è molto sciocco o in mala fede.

Ciò detto, è però innegabile che il passo che porta uno Stato Unitario a divenire una Nazione, nel caso dell’Italia, non si è compiuto del tutto.

Abbiamo ottenuto una certa unità linguistica, questo è stato uno dei pochi meriti della televisione, abbiamo un certo orgoglio per le meraviglie, almeno le più significative, che caratterizzano il nostro Paese e siamo tutti veri Italiani durante i mondiali di calcio.

Manca però il senso dello Stato e del Bene Comune. Per capire che cosa siano basta trascorrere una breve vacanza in Svizzera, che, nonostante sia una confederazione, è una vera e propria Nazione. Ogni cittadino svizzero ha piena coscienza del bene comune, dalla necessità di pagare le tasse all’importanza di non deturpare l’ambiente.

Dall’Unità ad oggi è mancato qualcosa nel processo educativo degli italiani a tutti i livelli, dalla scuola alla politica passando per i media. Ed in questo, l’idea “geniale” di risparmiare, demolendo il sistema scuola, la dice lunga su quale grado di pochezza culturale posseggano i nostri governanti.  

Ed in questo il “meraviglioso” - non per doti estetiche ma simboliche - ammasso di cemento armato che deturpa il lungo mare di Marsala, ovvero quello che avrebbe dovuto essere il Monumento ai Mille, rappresenta in modo esemplare la pochezza culturale dell’Italia di oggi.

Il Monumento incompiuto è la Cassandra, in cemento armato, dei nostri tempi. Da decenni cerca di avvertirci del disastro a cui si potrebbe giungere frammentando, socialmente non parlo di federalismo, questo Paese. Il cumolo di cemento armato che si incunea in Italia è l’essenza stessa del tricolore dato alle fiamme, di bambini lasciati senza mensa, di squilibrati imprenditori esultanti per il terremoto che ha devastato l’Abruzzo e di politici corrotti fino al midollo.

Non ha alcun senso cercare di recuperare l’orrore del cemento armato senza recuperare l’onestà ed il senso dello Stato in questa incompiuta Nazione. 

Credits Foto: Marsala.it

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