• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Il Governo Italiano ha bloccato i soccorsi al Giappone

Il Governo Italiano ha bloccato i soccorsi al Giappone

Analizzando la cronaca degli ultimi giorni, risulta evidente che il governo italiano non ha mandato squadre di soccorso e pronto intervento in Giappone e che in seguito ha mentito per nasconderlo. Dopo il terremoto numerose regioni italiane avevano offerto disponibilità all'invio di squadre di soccorso, tra quelle di cui si trova traccia immediatamente in rete ci sono la Lombardia, la Toscana, il Trentino e la Valle d'Aosta ed è facile credere che non saranno state le sole.

Il nostro paese può vantare un numero di squadre specializzate per l'emergenza che ha pochi paragoni al mondo, con strumenti, unità cinofile e medici di prima classe. Il 12 marzo, la Protezione Civile italiana ha diramato un comunicato nel quale scriveva che la missione italiana era rimandata: ”a seguito della nuova decisione delle autorità nipponiche di accettare nell’immediato esclusivamente aiuti provenienti da Stati Uniti, Nuova Zelanda e Corea del Sud, Paesi geograficamente più prossimi”. L'Italia rimaneva "in attesa di ulteriori comunicazioni del Ministero degli Esteri del Giappone sugli interventi dei Paesi europei - Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania - pronti a partire con team specializzati”.

Franco Frattini in seguito ha dichiarato che "L'Italia aspettava il via libera del governo giapponese per l'invio di aiuti e assistenza" e anche che "il Giappone non è Haiti ed è in grado di far fronte alla prima emergenza". Per Frattini non c'era fretta e nemmeno alcuna criticità nell'evacuazione degli italiani. Fino al 14 per Frattini era una questione di uzzolo inividuale. Salvo poi dover intervenire il 16 per sedare la rivolta contro Alitalia, che avrebbe chiesto cifre folli a chi voleva lasciare il Giappone. In queste stesse ore i siti di diversi paesi battono la notizia del ritorno delle squadre internazionali di soccorso & ricerca che secondo Frattini e la nostra Protezione Civile stavano aspettando il permesso dei giapponesi. Erano arrivate da Svizzera, Germania, Francia, Gran Bretagna e altri paesi europei, ma anche dalla Russia, da Israele e da molti altri paesi ancora.

Tornano adesso sia perché ormai le speranze di trovare sopravvissuti sono ridotte al lumicino, che per il rischio di contaminazione radioattiva. Tra loro non ci sono italiani, perché, come già detto, secondo Frattini: "Il Giappone non è Haiti ed è in grado di far fronte alla prima emergenza". La missione inviata dal nostro Ministro degli Esteri intanto non ha perso tempo, appena arrivata si è affrettata a salire sul tetto della nostra ambasciata con un contatore geyger e, sulla base di quell'unica lettura, a comunicare all'ANSA che "Tokyo è meno radioattiva di Roma". Sei parole che oggi dilagheranno sui media a cercare di minimizzare una tragedia che minaccia i traffici del governo con le centrali nucleari. Ecco lo scopo della missione organizzata dall'Italia, a Frattini e Berlusconi il destino dei giapponesi interessa meno di niente e si vede. Non è un bel vedere, tanto più che l'ambasciatore giapponese a Roma non può aver ignorato una mossa del genere. Il Ministro degli Esteri e la Protezione civile hanno mentito pubblicamente al fine di bloccare i soccorsi e i volontari già pronti a partire per il Giappone fin dalle prime ore dopo il terremoto. Proprio i soccorsi che salvano le vite dei travolti dalla catastrofe naturale, i più urgenti. Quali siano i motivi di questa mistificazione bisogna chiederlo a Frattini e Berlusconi, ma non sembrano esistere motivi legittimi o condivisibili per un'azione del genere. Una gran bella figura di fronte al Giappone e agli altri paesi, ma uno scandalo che nel nostro provincialissimo si consuma nell'indifferenza, visto che sembra proprio che non se ne sia accorto nessuno e che non interessi a nessuno.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares