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Il Covid-19 e la religione del buon senso

Articolo pubblicato sul n.3/2020 di Nessun Dogma – Agire laico per un mondo più umano.
Durante la pandemia, una nuova “fede” unisce gli umani. Fino a quando?

È nata una nuova religione mondiale, e si è subito imposta sulle altre. Questa nuova religione include in sé le religioni tradizionali africane, l’induismo, l’ebraismo, il cristianesimo, l’islam, il bahaismo. Perfino le avanguardie non religiose si muovono sotto la sua ombra.

Questa nuova religione contempla i membri di queste fedi come suoi seguaci e aderenti. Include in sé tutte le regole e l’operatività delle religioni, ma le piega ai suoi nuovi dettami. Allinearsi a questa nuova religione non è una scelta per le vecchie fedi e le vecchie ideologie: le religioni devono a tutti i costi piegarsi alle dottrine di questa nuova fede, la religione del buon senso. Qualcuno potrebbe chiedersi se il buon senso e la religione possano davvero coesistere. Sì, possono, perché in fondo coloro che a suo tempo crearono le vecchie religioni erano esseri dotati di buon senso.

Certo, i seguaci delle religioni sono anche esseri privi di buon senso quando agiscono secondo modalità contrarie alla ragione. Le religioni si differenziano l’una dall’altra proprio per le loro specifiche assenze di buon senso, per le proprie pratiche e dottrine illogiche, per i propri profeti e le proprie personalità irrazionali, per i propri santuari, sacri testi e rituali anch’essi illogici e irrazionali.

Queste differenze spiegano le diverse fedi e fungono da pilastro per la competizione e la rivalità tra religioni. Le differenti tradizioni si richiamano proprio a queste diversità nel raccontare la propria ascesa verso la conquista di nuovi territori. E le diversità sottintendono una partita nella quale il vincitore prende tutto, al di là di eventuali somiglianze. La competizione religiosa, dunque, non è certo basata sul buon senso: è una battaglia anzi squisitamente irrazionale.

Ciascuna tradizione religiosa combatte per prevalere sulle altre, per imporre la propria irrazionalità sugli altri, o per meglio dire per trasformare la propria irrazionalità nell’irrazionalità generale. La storia della religione è la storia della sostituzione di una religione con un’altra, della sostituzione di un profeta, di un messaggio, di un luogo sacro, di uno stile di preghiera con un altro. Va detto peraltro che questa competizione ha sempre avuto risultati limitati: nessuna fede è riuscita a imporsi globalmente nel mondo. Ogni religione ha le sue “fortezze”, vale a dire regioni nelle quali è dominante. Da queste fortezze, siano esse nell’est o nell’ovest, nel nord o nel sud, le religioni provano ad avanzare e a conquistare il mondo. Provano cioè, come dicevamo, a trasformare la loro irrazionalità nell’irrazionalità globale. E lo fanno finché non emerge un qualche rischio mondiale, proprio come la pandemia del coronavirus. A quel punto le religioni si ritraggono, ripongono le armi e agiscono assieme contro il nemico globale. In questo frangente le religioni si comportano come se non si fossero mai contrastate o attaccate: cooperano e formano alleanze per sbarazzarsi del nemico comune.

Appena la minaccia è neutralizzata e il problema è risolto, però, le religioni tornano alle loro battaglie irrazionali e la guerra ricomincia. Questo è il ciclo in cui si muovono le religioni, tra buon senso e irrazionalità. Il coronavirus ha imposto un “cessate il fuoco” religioso, diventando il pilastro di una sorta di tregua mondiale tra le fedi e della nuova religione mondiale, la religione del buon senso.

Questa religione è, adesso, la fede che domina il mondo. La professano i seguaci delle religioni tradizionali africane, gli ebrei, i cristiani, i musulmani, gli induisti, gli scintoisti, i buddisti. Vi hanno aderito il papa e gli ayatollah, gli sceicchi e i rabbini, i sacerdoti di Ifá e i vescovi, i bianchi e i neri, gli africani, gli europei e gli americani.

I dettami di questa fede osservati in tutto il mondo sono il lavarsi le mani, l’evitare di stringersi le mani, la sospensione dei pellegrinaggi e dei riti collettivi, la rimozione dell’acqua santa dalle chiese, l’uso di mascherine, il lavoro da casa. Questi sono veri e propri riti del buon senso. I profeti di questa nuova religione sono gli scienziati, i dottori, i ricercatori. Le loro istruzioni e i loro consigli sono le nuove rivelazioni, i loro laboratori e centri di ricerca sono le nuove chiese e le nuove moschee.

Questa nuova religione, tuttavia, è un fenomeno contingente. Appare quando c’è una minaccia globale e scompare quando questa minaccia sparisce. La religione del buon senso dominerà il mondo solo finché resisterà il virus.

Traduzione a cura di Mosè Viero.

Per gentile concessione di Leo Igwe, articolo pubblicato su Modern Ghana.

Leo Igwe: umanista nigeriano, attivista per i diritti umani. È impegnato in particolare contro le cacce alle streghe, l’omofobia, gli omicidi rituali e le discriminazioni basate sulle caste.


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