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Il Centro Agro Alimentare di Napoli, un immenso polo mercatale senza accesso dalla vicinissima superstrada

Per raggiungere il CAAN, il più grande centro agroalimentare del Mezzogiorno, bisogna conoscere a memoria il labirinto di stradine comunali che portano nel comune di Volla, piene di buche, senza segnaletica e non illuminate di notte. Una viabilità inadeguata che sta portando al fallimento uno degli investimenti più importanti realizzati nel sud Italia, a tutto vantaggio della criminalità organizzata.

Grande quasi come un aeroporto, con 362.000 metri quadrati di superficie, il CAAN (Centro Agro Alimentare di Napoli), completato nel 2008 nel comune di Volla, costato 110 milioni di euro, è l'area mercatale di più grandi dimensioni del Mezzogiorno. Un mercato all'ingrosso che, secondo le intenzioni programmatiche degli enti che l'hanno realizzato, tra questi in primis il Comune di Napoli, avrebbe dovuto diventare lo spazio di confluenza di tutte le merci del settore, provenienti, attraverso il porto di Napoli, dall'intero bacino del Mediterraneo.

La società consortile che lo gestisce però, una partecipata del comune di Napoli (che detiene il 67% delle quote), non è mai decollata ed ha accumulato debiti per 51 milioni di euro, fino al pignoramento dei conti, avvenuto lo scorso mese di maggio, in seguito ai decreti ingiuntivi di pagamento di due ditte, la Pizzarotti di Parma e la Lavori Generali, che avevano effettuato le opere per la realizzazione delle strutture e per i mai completati lavori di collegamento con la vicinissima tangenziale.

Con il pignoramento dei conti, il consorzio del CAAN, società non quotata in borsa, impossibilitato quindi ad effettuare una ricapitalizzazione senza autorizzazione ministeriale (ai sensi dell'art. 6, comma 19, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, nella legge 30 luglio 2010, n. 122), sarebbe stato costretto a consegnare i libri contabili in tribunale se non fosse intervenuto il governo, con un DPCM approvato il 15 giugno 2012, che autorizza il comune di Napoli ad effettuare un aumento di capitale di 8,5 milioni di euro.

Gli attuali numeri dei volumi di traffico del CAAN non sono per niente paragonabili all'attività che ogni notte impegnava il vecchio mercato ortofrutticolo situato in via Ausilio a Napoli, chiuso in occasione dell'apertura del mercato di Volla, che registrava una media di oltre 5000 operatori a notte. Nononostante gli sforzi per ridurre gli sprechi e per convincere gli operatori ed i grossisti ad investire al CAAN, Lorenzo Diana, nominato solo un anno fa presidente del consorzio, una lunga storia nella politica antimafia alle spalle, si trova a gestire una spesa annuale di 4.5 milioni di euro, a fronte di 3,5 milioni di euro di entrate. Ad oggi è operativo solo il mercato ortofrutticolo, mentre sono ancora vuoti gli spazi destinati al mercato delle carni, del pesce e dei fiori, la cui apertura è ostacolata dagli operatori dei rispettivi settori di mercato. 

Per l'avv. Carmine D'Orazio, presidente di Assomercati Campania e socio del CAAN, la causa principale dei problemi del mercato agroalimentare di Volla va indicata “nella mancata realizzazione della bretella di collegamento con il vicinissimo tratto della superstrada. Il fermo dei lavori per le rampe di accesso sta comportando, in base a studi effettuati, una riduzione di circa il 50% degli operatori, sia dei compratori che dei venditori, nonché l'allontanamento definitivo della grande distribuzione. Gli acquirenti hanno bisogno di ridurre al massimo i tempi, per rientrare in città prima che inizino gli orari di punta del traffico. L'assenza di uno svincolo dedicato e di una viabilità a raso adeguata per raggiungere il CAAN, sta comportando uno svantaggio che ha pesanti ripercussioni sia per gli operatori che per il consorzio, rendendo poco competitivi tempi e costi rispetto ad altre strutture mercatali presenti nell'area napoletana.”

Il problema della viabilità per raggiungere il CAAN, oltre ad una segnaletica stradale quasi inesistente, strade inadeguate e poco illuminate di notte, considerate insicure anche per i rischi legati alle rapine da molti operatori che hanno preferito così rivolgersi presso altri centri all'ingrosso, è stata oggetto di una convenzione che disciplina i rapporti tra la Regione Campania ed il mercato di Volla, stipulata il 10 giugno del 2005, e che aveva per finalità la realizzazione delle infrastrutture a servizio dell'area mercatale in due lotti: il primo per il collegamento viario a raso su aree espropriate (per un importo di 2 milioni di euro), per la viabilità ordinaria del comune di Volla (per 11 milioni di euro) e per il piazzale di accumulo degli automezzi; il secondo per lo svincolo dedicato con rampe di accesso dalla circonvallazione Casoria-Somma Vesuviana (per 7 milioni di euro). Allo stato attuale sono stati terminati, ed attendono i collaudi, solo i lavori per il piazzale degli automezzi.

Lo svincolo dalla tangenziale era stato finanziato dall'assessorato ai Trasporti della Regione Campania, il 15 ottobre 2009 (delibera reg. n. 1581), per 2 milioni di euro. I lavori però, proceduti regolarmente fino al gennaio 2011, sono stati unilateralmente interrotti dall'impresa appaltatrice, la Lavori Generali, in quanto non era pervenuto ancora nessun pagamento.

“Da notizie ricevute dalla Regione Campania ci risulta che i lavori sono stati definanziati”, prosegue D'Orazio, “quei soldi sono andati perduti quindi, mentre al CAAN sono rimasti i debiti, ed il pignoramento dei conti causato dal contenzioso legale con le ditte, che solo in parte possono essere coperti con l'aumento di capitale che in questi giorni è stato sottoscritto solo dal comune di Napoli, per 5 milioni di euro, ovvero la parte che compete all'azionista di maggioranza. La Regione Campania e la Provincia di Napoli, che hanno quote rispettivamente del 4% e del 5% circa, nei fatti si stanno tirando fuori, mentre solo il 13% dei soci è privato, e se si escludono la Camera di Commercio, che detiene un 10% di quote, e le banche, le quote delle organizzazioni e società che rappresentano veramente il settore sono residuali.”

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Ad aggiungersi ai problemi del CAAN la protesta degli operatori del mercato Ittico di Napoli, che hanno ottenuto, la scorsa settimana, dopo una battaglia durata alcuni mesi, la proroga dell’apertura dello storico mercato di piazza Duca degli Abruzzi, nonostante non sia stato ancora adeguato alle normative igienico sanitarie vigenti. Il CAAN, che contava di aprire in questo mese anche il mercato Ittico tra gli spazi di Volla, in un’area dedicata per la quale erano stati investiti 600.000 euro per i necessari adeguamenti igienico sanitari a norma di legge, dovrà ora probabilmente vedere ritirarsi gli operatori ed i 25 grossisti che avevano prenotato i box (il cui costo di fitto si aggira sui 2100 euro mensili), il cui trasferimento a Volla era vincolato alla condizione della chiusura del mercato Ittico di Napoli. Un danno economico, considerato che l’apertura di uno spazio mercatale ittico al CAAN avrebbe portato, secondo le stime, un introito stimato in 1 milione di euro all’anno, portando in pareggio il bilancio.

Un ulteriore problema, infine, a pesare sul futuro di una delle opere più importanti realizzate nel sud Italia, dopo tangentopoli, è l’assenza di una regolamentazione regionale dei mercati. Dal 1970, dalla costituzione della regione Campania, e dall’approvazione della legge regionale n. 13 del 1975 (disciplina dei mercati all’ingrosso), non è mai stato realizzato un Piano Mercati, nonostante l’acquisizione delle deleghe legislative sui mercati, accentuate prima con il D.L. 114/1998 (decreto Bersani), che ha anche abolito il Registro Esercenti il Commercio, demandando alle regioni il compito di formulare gli indirizzi generali per le attività commerciali, tenendo ovviamente conto degli ambiti territoriali; e poi con la riforma del Titolo V della Costituzione, che ha reso esclusive le competenze delle regioni in materia di commercio.

Una vacatio legis che sta comportando, come conseguenza, l’oggettivo stato di abusivismo, nei fatti, di tutti i mercati della regione Campania. Un grosso regalo alla criminalità organizzata, che proprio in questo settore ha una presenza storica, difficile da eradicare, soprattutto in assenza di una chiara e determinata volontà politica.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.78) 22 gennaio 2013 09:49
    Damiano Mazzotti

    Se chiamate una ditta da Trento o da Bolzano, in un mesetto o due avete risolto il problema della bretella. Naturalmente ci vuole anche l’esercito giorno e notte a sorvegliare, con l’ordine di sparare di notte, in caso di movimenti strani.

    Così dovrebbero fare i vari De Magistris & C. del Sud Italia. I veri governanti escono dal tram tram locale.

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