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Il 4 marzo le Politiche si decideranno (anche) nelle città

Ci sono collegi in cui i risultati sembrano scontati. Nelle grandi città, invece, la competizione è ancora viva: l’esito delle prossime elezioni politiche passerà dai collegi di Roma, Milano, Napoli, Torino…

di Federico Radice

Le due settimane di blackout sui sondaggi sono un’ottima opportunità per ragionare a mente fredda sugli altri aspetti quantitativi di questa campagna elettorale. Una cosa emerge con chiarezza: gli equilibri del prossimo Parlamento saranno fortemente influenzati dal voto nelle grandi città.

I 12 comuni italiani che superano i 250 mila abitanti mettono in palio, per quanto riguarda la Camera dei Deputati, ben 40 collegi uninominali. Soprattutto, quasi 30 di questi possono considerarsi contendibili. Vediamo una radiografia di queste sfide nei collegi uninominali urbani.

Partendo da Nord, troviamo un’interessantissima sfida a 3 a Torino. Nelle precedenti elezioni il centrosinistra ha ottenuto risultati positivi, rispetto alle medie nazionali, in questa città, e potrebbe risultare a livello numerico la prima forza politica. Il centrodestra potrebbe però, grazie ad un buon risultato nazionale, risultare competitivo in zone più complicate, come la zona nord della città (Collegio 2 Camera). Il risultato complessivo del Movimento 5 Stelle potrebbe essere inferiore rispetto a quello delle altre due coalizioni, penalizzato dal minore appeal nel centro cittadino (Collegio 1): non è però escluso che rimanga competitivo nelle restanti zone.

 

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I collegi uninominali della città di Torino (fonte: centro studi Camera)

Genova è invece un caso unico tra le grandi città: qui il centrodestra (che pure è al governo della città con Marco Bucci) potrebbe essere troppo poco competitivo nei collegi uninominali. La sfida dovrebbe essere quindi tra centrosinistra e Movimento 5 Stelle.

Dove invece il centrodestra sembra possa andare meglio è Milano. Il centrosinistra è storicamente forte nella zona est della città, incluso il collegio comprendente il vicino comune di Sesto San Giovanni ma dal 2014 in poi (prima alle Europee e poi alle Comunali) si è assistito ad un’avanzata del centrosinistra nei collegi più centrali (e benestanti) dell’ex-roccaforte azzurra.

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I collegi Uninominali della città di Milano (fonte: centro studi Camera)

 

Come in Lombardia, anche in Veneto Matteo Renzi e i suoi alleati si affidano al capoluogo Venezia come ultimo baluardo in una regione che il 5 marzo potrebbe essere colorata interamente di blu. Nell’unico collegio veneziano il centrosinistra potrebbe avere qualche punto di vantaggio sul centrodestra, ma anche il Movimento 5 Stelle non appare eccessivamente lontano dagli altri due poli. A Verona, città con una forte tradizione di centrodestra, potrebbe invece non esserci partita. 

Specularmente, il centrosinistra non dovrebbe avere alcun problema a conquistare i 4 seggi in palio tra Bologna e Firenze (nonostante vi siano diversi collegi emiliani e toscani in bilico).

È invece corsa a tre a Roma, dove i collegi uninominali della Camera sono addirittura 11: il centrodestra è storicamente meno forte nella Capitale rispetto al dato nazionale (e regionale) e in città tutti e tre i poli potrebbero attestarsi non troppo lontani dal 30% dei voti.

Il centrosinistra dovrebbe godere di un discreto vantaggio in alcune zone centrali (tra cui il collegio di Roma Trionfale dove è candidato il premier Paolo Gentiloni) dove il Movimento 5 Stelle incontra delle difficoltà. Una situazione di segno opposto si potrebbe verificare in alcune zone periferiche come il collegio di Roma Fiumicino. La coalizione di Berlusconi e Salvini, invece, dovrebbe contare su un consenso piuttosto omogeneo sul territorio romano, cosa che in una competizione basata sui collegi uninominali potrebbe rivelarsi sfavorevole.

 

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I collegi uninominali della città di Roma (parte settentrionale, fonte: centro studi Camera)

 

 

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I collegi uninominali della città di Roma (parte meridionale, fonte: centro studi Camera)

 

Nel mezzogiorno, invece, i consensi del PD e del centrosinstra sembrano in sofferenza, lasciando il campo alla sfida fra il centrodestra e il M5S. È questo il caso di Napoli: nella città partenopea, già alle Europee 2014, si era assistito ad un ottimo risultato del Movimento 5 Stelle, rispetto al suo dato nazionale. Non è però sicuro che ciò possa bastare a far diventare il M5S non solo il primo partito, ma anche la prima coalizione della città: di sicuro il Movimento sarà molto competitivo nei collegi centrali e collinari, ma in quelli periferici (zone Est e Ovest) è il centrodestra a partire con i favori del pronostico.

 

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I collegi uninominali della città di Napoli (fonte: centro studi Camera)

 

Quanto appena detto per Napoli può valere benissimo anche per Bari. Entrambi i collegi del capoluogo pugliese potrebbero risultare alla fine “azzurri” oppure “gialli”.

Infine, in Sicilia il Movimento 5 Stelle ha sempre ottenuto alcuni tra i suoi migliori risultati e potrebbe essere in grado di confermarsi prima forza del capoluogo, come già accadde alle scorse elezioni politiche. Si può dire che a Palermo Di Maio potrebbe essere avvantaggiato, mentre a Catania il centrodestra potrebbe ottenere un risultato migliore dei rivali. 

Con tanti scenari così incerti, è evidente come una variazione di pochi punti percentuali rispetto alle previsioni può portare ad un totale sconvolgimento degli scenari con decine di collegi urbani che potrebbero cambiare colore. Le città sopra i 250mila abitanti saranno quindi uno dei principali terreni di battaglia da tenere sott’occhio la notte del 4 marzo: è anche da qui che passa la possibilità della coalizione di centrodestra di ottenere una maggioranza autosufficiente, così come saranno fondamentali nella sfida per avere il gruppo parlamentare più numerosofra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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