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Il 25 aprile ha ancora un senso?

Il 25 aprile di ogni anno è una ricorrenza da non dimenticare. E’ il giorno in cui avvenne la liberazione dal nazifascismo e l’Italia si liberò di un regime che aveva provocato lutti e morti in una popolazione che andava in cerca della libertà perduta. Una data storica che segnò il passaggio dal fascismo alla democrazia, tant’è che si decise di istituzionalizzare la ricorrenza come festa nazionale il 27 maggio 1949 con la legge 260, inserita nelle disposizioni in materia delle ricorrenze festive. Dopo anni di dittatura fascista il passaggio decisivo si ebbe con la scrittura della Carta Costituzionale e tramite un referendum che si svolse il 2 giugno 1946, gli Italiani votarono per scegliere come forma di governo la Repubblica.

Partendo da questi dati si evince che il passaggio dalla dittatura alla democrazia avvenne con la scrittura della Costituzione per fondare lo stato di diritto, che si regge sull’indipendenza della Magistratura e riconosce i diritti inviolabili dell’uomo. Venne altresì riconosciuto il principio pluralista tramite la nascita di partiti che assicuravano il funzionamento di un governo democratico rappresentativo. A distanza di anni qualcosa si è inceppato nella vita democratica del nostro Paese e la democrazia, intesa nel senso classico del termine, ha cominciato a traballare. Ad iniziare dal linguaggio, all’evaporazione dei partiti che forse troveranno la sintesi nella costituzione di un partito renziano. E’ ritornato prepotentemente di moda il culto della personalità di un leader maximo che tutto sa ed agisce per ribaltare le istituzioni come un pedalino. Detta così, si potrebbe pensare che a capo del Governo abbiamo un rivoluzionario, ma le rivoluzioni sono così obsolete da aver guadagnato la soffitta; e il cambiamento strombazzato di Renzi nulla ha a che vedere con quelle istanze democratiche costate la vita a chi ha combattuto per esse ed è morto.

Una vera involuzione dunque, un ritorno ad un’oligarchia, ossia un gruppo ristretto di persone (giglio magico renziano) che dovrà condurre necessariamente al monopartitismo, come nei fatti sta avvenendo. Non è un caso che si è riscritta la Costituzione, varando in Parlamento una serie di riforme approvate tramite il voto di fiducia, non democraticamente discusse da maggioranza ed opposizione. E come se non bastasse Renzi sta andando al referendum di ottobre incentrando il alle sue riforme su se stesso. In pratica è come se si dicesse al popolo “se vuoi Renzi, vota SI” . Ma il popolo ha una sua ragion d’essere o è diventato un optional? La parola popolo é stata caricata di significati negativi: non é un caso che parlare di populismo serva ad indicare un concetto bieco da demonizzare, in quanto populismo fa rima con fascismo.

La pseudo democrazia viene gestita dall'alto, ed è una partita di giro tra maggioranza ed opposizione: ognuno tira acqua al proprio mulino per una questione di ambizione personale. Il Popolo, che prima tanta importanza aveva nelle scelte del Paese, è diventato orfano dei suoi organi rappresentativi quali erano i partiti che si sono liquefatti e la gente, avendo perso valori ed ideali, tende a rimanere distante dalle competizioni elettorali. Diserta le urne consegnando inevitabilmente la vittoria a chi c’è già, che agisce come se avesse ricevuto ampio consenso. Tutto viene gestito dall’alto specie quando si ha il monopolio sui mezzi d’informazione sempre più ossequienti verso il potere.Tv e rete vengono gestiti da chi studia come regolamentare il consenso che non é più chiesto alla massa di cittadini ma viene raggiunto tramite sondaggi che incanalano le scelte e portano gli ignavi a regolarsi attraverso chi ha maggior possibilitá di contare. La tv ed i giornali formano l'opinione attraverso servizi ben congegnati. Se in unTg mi si mostrano extracomunitari che fanno gli ausiliari degli spazzini, io sto giá dicendo che i profughi sono brava gente e dimentico che quegli ausiliari servono alle amministrazioni comunali che, non avendo soldi, usufruiscono di lavoro gratis. E’ uno dei tanti esempi . Se ne potrebbero citare altri, come la Brexit ad esempio.

Gli organi d’informazione stanno giá facendo terrorismo psicologico dicendo che gli inglesi non vogliono più né spagnoli né italiani dentro i loro confini tacendo su un piccolo dettaglio e cioè che l'Inghilterra vuole porre un limite all'immigrazione clandestina. Chi abita per lavoro in inghilterra e segue l’andamento della stampa faceva notare che alla fine gli Inglesi rimarranno in Europa perché, in primis, c'è il trattato di Maastricht, e poi perchè uscire fuori dall'UE avrebbe ripercussioni finanziarie. Alla fine chi gioca alla cartuccella ci mostra un'Europa da cui si può uscire tramite strumenti democratici come il referendum, quando in realtá è tutto il contrario. E quando i referendum si perdono il mostro granitico si rinsalda e diventa sempre più potente, mentre noi che abbiamo perso l'uso del cervello rimaniamo schiavi di questo sistema contorto che ci sta togliendo la capacità di pensare. La Democrazia ha bisogno di un Popolo, ma il Popolo rischia di essere un optional. Siamo sempre più soli, privi di ideali e valori. Diceva Dante: “Libertà va cercando, ch’è si cara come sa chi per lei vita rifiuta”. Non siamo più tutti uguali difronte alla legge, tantomeno liberi. Il 25 aprile rischia di essere una scatola vuota e non è detto che non venga cancellata come festa, perché si è fatta la festa alla Costituzione.

 

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