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Igor Markov chiede i domiciliari a Genova

Ieri intanto ha ricevuto in carcere la visita del Vice- console russo a Genova. 

Arrestato la scorsa settimana a Sanremo presso il prestigioso Hotel de Paris, tra Casinò Municipale e Chiesa russo-ortodossa, su mandato di cattura internazionale spiccato dalla magistratura di Odessa per fatti, il coinvolgimento in una rissa con antagonisti politici, risalenti al 2007, l’ex parlamentare filo- russo Igor Markov ieri ha ricevuto la visita nel carcere matuziano di Valle Armea, ove si trova rinchiuso da una settimana, del vice-console di Mosca a Genova.

Che cosa si siano detti i due rimane ovviamente segreto anche perché nel penitenziario della “Città dei Fiori” il diplomatico russo si è recato coperto dalla relativa immunità. Di sicuro si sa che il filo-russo Markov ha avanzato alla Corte d’Appello di Genova, tribunale competente a pronunciarsi in ordine alla richiesta di estradizione da parte del governo ucraino, che ha ora un mese di tempo per inviare al Pubblico Ministero procedente, il dottor Enrico Zucca, la completa documentazione, la richiesta di concessione degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico presso un albergo già individuato di Genova-Quinto, nei paraggi cioè del consolato russo di Nervi.

La richiesta è stata avanzata per il tramite del legale del detenuto Enrico Scopesi di Genova. Come noto durante l’udienza di convalida del fermo, tenutasi Venerdì scorso in Corte d’Appello a Genova, Igor Markov si è opposto alla richiesta di estradizione dichiarandosi perseguitato dall’attuale governo ucraino e dal miliardario Poroshenko, Presidente di quel vasto Paese. Da qualche mese Markov, insieme ad altri fuoriusciti ucraini tra cui l’ex Premier filo-russo di Kiev Mykola Azarov, ha fondato a Mosca un Comitato per la Salvezza dell’Ucraina che si pone l’obiettivo di rovesciare l’attuale amministrazione filo- occidentale che governa a Kiev ed instaurare un governo che miri a riunificare le due Nazioni slave.

D’altronde è stato lo stesso Markov, nell’udienza di convalida del fermo a Genova a dichiararsi semplicemente un cittadino slavo in risposta alla domanda avanzatagli dal Giudice procedente in ordine alla sua cittadinanza. Imbevuto delle sue ideologie pan- slaviste Markov già ha bollato l’attuale regime di Kiev come “ filo- fascista” uso ad annientare gli avversari politici anche uccidendoli. Rimane tuttora un mistero l’identità dei misteriosi russi che Markov avrebbe incontrato in un lussuoso ristorante di Montecarlo una manciata d’ore prima di essere arrestato. Probabilmente erano uomini d’affari vicini a Vladimir Putin di ritorno dalla festa di compleanno, tenutasi in Costa Smeralda, dell’ultra- settantenne Leonid Kuchma, guido l’Ucraina dal 1994 al 2005, feroce avversario dei filo- occidentali di Kiev. Se Markov pare si stia giocando le proprie carte per evitare l’estradizione in Ucraina riparandosi sotto l’ombrello russo, anche Kiev non sta a guardare: nell’ufficio del Pubblico Ministero Zucca si sono infatti recentissimamente recati sia il Console ucraino a Milano, accompagnato dal suo Vice, che due deputati della Rada ucraina Andrij Lozovyi e Igor Mosychuk che hanno espresso al giudice ligure tutte le loro preoccupazioni per un pesante intervento russo nella vicenda. Un difficile caso non solamente giudiziario ma pure politico e diplomatico, dunque, quello esploso a Sanremo alla vigilia di Ferragosto.

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