• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > IDV: in Italia contro il governo, in Europa con i padroni, la vera (...)

IDV: in Italia contro il governo, in Europa con i padroni, la vera casta

Mentre in Italia si straccia le vesti per la manovra economica, in Europa l'Italia dei Valori vota provvedimenti che costringeranno i governi europei ad adottare misure da macelleria sociale.

Giorgio Cremaschi, nel suo libro Il regime dei padroni, definisce regime "non la dittatura, ma il conformismo rispetto a un'ideologia che si fa potere” e con padroni si riferisce a “chi comanda sul serio, quelli che Ernesto Rossi chiamava i padroni del vapore”. E suggerisce per questi, Cremaschi, anche l’uso del termine “casta”, un termine oggi di moda, ma che, non casualmente, viene applicato a tutti tranne che ai padroni veri”, si legge nella prefazione.

Uno di quelli che comanda sul serio è oggi Mario Draghi, governatore della BCE. Tanto padrone da permettersi di inviare, insieme a Trichet, una lettera al governo italiano con “consigli” di interventi in materia economica. I punti toccati sono praticamente i soliti: pareggio di bilancio; tagli alla spesa pubblica; tagli alle pensioni; condizioni di lavoro basate sulle esigenze d’impresa; libertà di licenziamento. Insomma, è presente tutto l’armamentario del neoliberismo. Ordini in forma di consigli di quell’ideologia che si fa potere. 

È certamente un’ovvietà dire che non c’è niente di casuale nel fatto le richieste di Draghi e Trichet siano in alcuni punti perfettamente coincidenti con il cosiddetto Six Pack, e cioè la legge da macelleria sociale votata ieri dal Parlamento europeo. Il Six Pack, imponendo di fatto il il rientro forzato del debito, costringe gli Stati membri ad adottare manovre economiche draconiane. Non rispettare il Six Pack significa andare incontro a sanzioni economiche pesantissime. Ma mentre in Italia la manovra economica del governo Berlusconi fa giustamente stracciare le vesti (passatemi l'eufemismo) all’opposizione, la stessa cosa non succede in Europa.

Prendiamo l’IdV, che in Italia con il suo leader Di Pietro parla di "manovra economica da buttare a mare", ma poi ieri (28 settembre) ha votato in blocco proprio quel Six Pack che costringerà i governi europei a manovre assolutamente inique. Praticamente in blocco (ad eccezione di Vattimo in qualche caso) i deputati IdV al Parlamento europeo hanno votato insieme alle destre (e quindi anche insieme all’odiato, in Italia, PdL di Berlusconi) per la supremazia delle logiche monetarie sui bisogni delle persone in carne ed ossa. Il Pd, in questo caso, è stato solo un po’ meno drastico nelle sue scelte, avendo votato solo una parte dei provvedimenti previsti nel Six Pack. Unica eccezione è data dalla Sinistra Europea che ha detto “no” a tutto il pacchetto di norme.

A questo punto sarà bene ricordare che non ci troviamo di fronte ad una situazione particolare. L’IdV, in pochi lo ricorderanno (di quei probabilmente già pochi che ne erano a conoscenza), votò con convinzione a favore della direttiva Bolkestein che ufficializzò l’impostazione neoliberista dell’Unione Europea; e votò, sempre insieme alle destre in Europa, la direttiva che permette di derogare alle 48 ore di lavoro settimanali, dando la possibilità di arrivare a lavorare anche 65 ore in una settimana.

Eccolo il “conformismo rispetto a un'ideologia che si fa potere” di cui parla Cremaschi. Ecco i padroni. Ecco la casta.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.38) 30 settembre 2011 21:43

    buon articolo ...

  • Di paolo (---.---.---.184) 1 ottobre 2011 09:43

    In questo articolo ci sono dei sillogismi che mi lasciano un po’ perplesso e che non mi sento di condividere,soprattutto in merito alla valutazione dell’IDV .

    Non credo che Di Pietro abbia mai rinnegato l’economia di mercato e neanche il neoliberismo come principio .Semmai ha preso le distanze dalle sue degenerazioni e dalle sue patologie . Non credo neanche che l’IDV sia nata come un partito di sinistra (intesa nel senso ideologico del termine) ,lo stesso Di Pietro è dichiaratamente un uomo di destra (almeno come estrazione di cultura politica) .
    Quindi attendersi da Di Pietro una collimazione con la linea Cremaschi e più in generale dei sindacati mi sembra una pretesa ingiustificata .
    L’IDV ,che oggettivamente nel presente quadro politico appartiene ad uno schieramento di "sinistra" , se intendiamo il termine in senso lato ,è nato come partito che si fonda sul principio della legalità e della lotta alle prepotenze , soprattutto da parte di individui che hanno , da questo punto di vista ,profili molto compromessi .
    L’ultimo passaggio quindi che con una sintesi induttiva colloca Di Pietro sulla linea dei "padroni" o più genericamente della "casta" ,mi sembra una speculazione intellettuale molto discutibile.

  • Di Francesco Sellari (---.---.---.21) 1 ottobre 2011 10:05
    Francesco Sellari

    @paolo

    al di là del fatto che l’IDV sia un partito (semplifico) culturalmente di destra (cosa che secondo me è sempre bene sttolineare) l’articolo non credo che ipotizzi impossibili convergenze tra Cremaschi e Di Pietro.

    Più che altro mette giustamente in evidenza una contraddizione.
    In altre parole: in Italia combattono un governo per delle scelte politiche che invece sostengono in Europa

    Inoltre, aggiungo, questo articolo ha il merito di ricordare la vicenda della direttiva Bolkenstein

    Alla base di tutto c’è comunque l’anomalia costituita da Berlusconi, che ha fatto diventare l’enfasi per la legalità, il rispetto delle leggi sempre e comunque (anche quando queste leggi sono inique) una battaglia "di sinistra".

  • Di illupodeicieli (---.---.---.198) 1 ottobre 2011 12:12

    Voglio ricordare che quando chiesi a Di Pietro cosa pensasse del signoraggio, visto che bannavano sempre sul suo sito un tale che poneva domande in merito, lui mi rispose così: intanto che non erano pertinenti, erano OT, le domande in questione; poi che sul signoraggio non sapendo granchè doveva informarsi e ci voleva del tempo. Quando invece lo interpellai sul Trattato di Lisbona e su Equitalia, non mi ha più nemmeno risposto. So che su Equitalia, essendo lui manifestatamente un giustizialista, sarà non solo d’accordo su gansce fiscali e pignoramenti ma forse li giudicherà anche troppo blandi e ,che so, chiederà di pignorare i beni di tutti i rami familiari o di tutti i negozianti o aziende che si trovano nella strada dei malcapitati, ma per lui, sempre e comunque evasori. Ma la cosa grave è che,appunto , a parole dice che c’è gente senza lavoro e che questo governo ha pensato solo ai casi di Berlusconi e poi invece in testa ha il chiodo fisso di riformare la giustizia :come se riformarla creasse nuovi posti di lavoro. Non l’ho votato anche perchè qui da noi chi lo rappresenta non è persona di mio gradimento, ma se le cose stanno così non lo potrò mai votare.(non che il mio voto faccia la differenza o sia utile)

  • Di paolo (---.---.---.184) 1 ottobre 2011 14:52

    Rileggendo l’articolo in effetti l’osservazione di Sellari è accettabile . Tuttavia non porrei l’azione politica di Di Pietro sullo stesso piano in campo nazionale ed internazionale . Di Pietro non è un contestatore del sistema , è un feroce avversario di "questa " maggioranza politica che trova la sua sintesi in Silvio Berlusconi e che lui ritiene ,secondo me a ragione ,delinquenziale . Osservo poi che la battaglia è diventata di "sinistra" malgrado la sinistra e per l’effetto di una destra totalmente schiacciata su Silvio Berlusconi .Soltanto di recente il neocostituito FLI ha fatto sentire anche una voce dissidente da destra . 


    A illupodeicieli obietto che non solo la giustizia è un valore fondante irrinunciabile , ma che esiste anche una correlazione diretta tra corretto funzionamento della giustizia e i posti di lavoro . Una giustizia malata riduce gli investitori esteri ,altera le leggi di mercato e droga la società in tutti i suoi aspetti .L’evasione fiscale è una piaga sociale che ha ridotto questo paese nella situazione in cui si trova e ha assolutamente ragione Di Pietro ha pretendere una azione di contrasto durissima ,intransigente ,ferrea . Ma certamente non con i meccanismi demenziali e coercitivi di Equitalia , ci sono ben altri strumenti . 
  • Di illupodeicieli (---.---.---.198) 1 ottobre 2011 19:19

    Caro Paolo capisco e sono d’accordo che la giustizia vada riformata,ma non con il giustizialismo di Di Pietro. Poi sbaglierò forse, ma prima faccio in modo che la gente abbia il pane, possa pagare le bollette e non le vengano pignorati mobili e aziende: poi riformo la giustizia e i meccanismi di Equitalia. Come sostengono in molti,come mi pare anche Marco Cedolin o Blondet piuttosto che Massimo Fini e il sottoscritto, c’è una logica a fare processi di piazza a chi non rilascia lo scontrino additandolo come male assoluto ed evasore incallito ma è stato dimostrato che è la pressione fiscale e le cifre da sborsare in assoluto che inducono a cercare di evitare o ritardare certi pagamenti. Se i soldi non riesco a "guadagnarne a sufficienza" come faccio a "pagare tutti"?

  • Di paolo (---.---.---.122) 1 ottobre 2011 23:12

    Illupo... ,c’è stato un ministro delle finanze (Visentini) che aumentò le tasse ,affermando "quasi testuale" : aumento le tasse perché so che i contribuenti sono disonesti e quindi chiedo 100 per avere 50 . Il babbeo non si era posto il problema di quelli che pagavano le tasse fino all’ultimo centesimo cosi’ dissanguandosi .Un’altro ministro delle finanze ,Visco ,sosteneva che se tutti i cittadini pagavano le tasse ,le tasse potevano essere ridotte . Nessuno ha mai spiegato a questi ministri che forse il presupposto perché tutti (si fa per dire) pagassero le tasse era renderle meno inique . Prima rendi le tasse giuste poi pretendi che siano pagate , e non viceversa .


    Se tu vuoi far vivere meglio la gente devi rendere questo paese più giusto . Se funziona la giustizia funziona tutto e il popolo ha più pane e più soldi per pagare le bollette .Il che ovviamente non deve sconfinare nell’utopia.
    Non condivido quindi assolutamente il giudizio su Di Pietro ,che peraltro critico e ho criticato pesantemente su altre questioni . Di Pietro non è un giustizialista ma uno che pretende che le leggi siano applicate con rigore e che soprattutto valgano per tutti . Giustizialismo è un termine utilizzato da chi non vuole che la giustizia funzioni e che permangano le situazioni di privilegio.

    • Di illupodeicieli (---.---.---.198) 3 ottobre 2011 11:36

      Non desidero che ci siano situazioni di privilegio, tuttavia mi allarmo quando nell’applicare le leggi non vedo tolleranza, comprensione e valutazione. E non mi si venga a dire (poi si è liberi di farlo, è chiaro) che le leggi sono così e io le devo far applicare: perchè penso che chi ragiona così, chi ,e li ho visti io, sommava lo stesso errore nelle dichiarazioni iva e dei redditi, nelle compilazioni delle bolle di accompagnamento, così da far lievitare il costo della multa... ecco io sono contrario a provvedimenti del genere e a gestire il rapporto con il fisco e con lo stato, in questa maniera. Quanto alla giustizia anche se funziona non credo che dia il pane o assicuri quel vivere dignitoso tanto richiamato nella costituzione: ciò che condanno è l’accanimento nei confronti delle persone, la mancanza di responsabilità civile e penale dei giudici (che si sa, e non lo dico io per primo, vengono al pari dei picchiatori condannati per i pestaggi di Genova, promossi o trasferiti, ma non radiati o espulsi). Ora che Berlusconi abbia commesso illeciti è da dimostrare: lui va giudicato e se colpevole condannato. Il suo vantaggio è di avere soldi e ,come accade nella maggior parte del pianeta il denaro ti permette di farla franca. Ciò non lo assolve dalle cose che doveva fare, le riforme, e che non ha fatto pensando agli affari suoi. Ma non legherei le due cose: diversamente per alienarsi anche chi non lo ha votato, avrebbe dimostrato facendo le riforme che lui non era un bluff: invece lo è. Basta vedere come si è comportato con Gheddafi. Mentre Di Pietro si è fissato ad andare contro Berlusconi, invece di criticarlo e dimostrare ,con proposte alternative, che l’Idv ha idee concrete e reali per far andare bene il paese.Non posso votare chi mette in primo piano la riforma della giustizia nè credo più alle parole dette in campagna elettorale "su che cosa farà nei primi centro giorni". Qui a Cagliari il Pd non ha fatto niente; in Sardegna , alla regione, il Pdl idem come sopra. Mi dispiace per le divagazioni (mie).

  • Di paolo (---.---.---.228) 4 ottobre 2011 23:54

    Forse illupo ... ho capito l’enigma che ti attanaglia . Non ti piace il "dura lex sed lex" perché hai paura che l’automatismo " sic et simpliciter" porti implicitamente un carico di ingiustizia . E’ chiaro che nessuno può a priori dire se una legge è giusta anche perché c’è un relativismo di giudizio che rende inapplicabile un criterio di questo genere .E’ altrettanto chiaro che nessuno può avere la totale garanzia che il giudizio sia equo o giusto ,anche i giudici possono sbagliare (in buona o mala fede). E allora ?

    Tu dici che Di Pietro si è fissato nella caccia alla volpe( Silvio)invece di avanzare proposte concrete . La proposta concreta Di Pietro l’ha fatta eccome . Ha proposto che il paese diventi "normale", avendo un presidente del consiglio "normale" ed un parlamento che rispetta le leggi . Non mi sembra francamente una proposta od un programma di poco conto .

    Conosci qualche cosa di più importante che non sia quella di diventare una democrazia compiuta e non una repubblica delle banane come ora? Non credi che sia prerequisito di fondo ?

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares