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I migranti ci invadono? La fondazione Leone Moressa ci dimostra che non è così

La Fondazione Leone Moressa ha diffuso un lungo e dettagliato paper  in cui smentisce la retorica dell’“invasione” di migranti in Italia.

Il documento, rientra tra quelli della serie “Coffee break”, dedicata a smentire gli stereotipi sull’immigrazione, elaborata con il sostegno di Money Gram Italia. 

Tra le motivazioni di chi parla di “invasione”, secondo la Fondazione, c’è la percezione accentuata dai media e da teorie del complotto usate dagli xenofobi secondo cui i flussi migratori siano fortemente aumentati negli ultimi anni. Dati alla mano, in realtà, in Italia si può affermare l’esatto contrario: il flusso di immigrati è diminuito nell’ultimo decennio, anche in misura consistente.

Solo nel 2010 erano quasi 600.000 i Permessi di Soggiorno rilasciati in Italia, otto anni dopo questo numero è sceso di quasi il 60%, attestandosi a meno di 240.000.

Se nel 2010 inoltre 6 permessi su 10 erano per motivi lavorativi, nel 2018 solo il 6% del totale era per la stessa ragione. Sono invece più che triplicati i permessi “per motivi umanitari” ma è il “ricongiungimento familiare” la prima componente dei nuovi ingressi in Italia.

Di conseguenza, i migranti presenti maggiormente oggi in Italia, dunque, non sono quelli arrivati via mare, ma rappresentano le nazionalità radicate da molti anni nel nostro paese – Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina – e, nonostante la narrazione che spesso si offre nel dibattito politico e mediatico, l’immigrazione è costituita in maggioranza da donne (51,7%), di provenienza europea e religione cristiana.

Altra percezione comune, è che l’Italia sia maggiormente colpita dagli altri paesi europei dai flussi migratori. Ma guardiamo ai dati anche in questo caso.

Gli stranieri residenti nell’Unione Europea sono 40 milioni, il 7,8% del totale della popolazione. Un dato che comprende però anche i cittadini comunitari residenti in altri paesi della stessa Unione.

In Italia questo dato arriva all’8,5%, assestandosi dopo quello di Regno Unito (9.5%), Spagna (9,8%) e Germania (che con l’11,7 % è di gran lunga il paese europeo con la più alta percentuale di cittadini stranieri nei propri confini). 

Interessante notare come il dato dell’Italia sia leggermente più alto rispetto a quello francese (7%). È importante sottolineare, però, come le leggi francesi in termini di cittadinanza sono molto diverse: potendo infatti essere considerati francesi tutti i migranti provenienti dalle ex colonie, molti di questi sfuggono alla statistica tenendo il dato piuttosto basso.

Se allarghiamo lo sguardo oltre i confini del vecchio continente, inoltre, la retorica dell’ “invasione” perde completamente consistenza. 

A livello mondiale, i paesi con il più alto numero assoluto di immigrati sono Stati Uniti (51 milioni di cittadini immigrati), Arabia Saudita, Germania e Russia. 

I paesi che maggiormente accolgono profughi sono invece Turchia (3,7 milioni), Pakistan (1,4 milioni) e Uganda (1,2 milioni).

Fin quando si darà una immagine emergenziale e sui generis delle migrazioni, parole d’odio e intolleranza, fomentate da stereotipi e fake news, continueranno a imperversare. La Fondazione ricorda che quello delle migrazioni è un fenomeno che travalica completamente il nostro piccolo paese, e anche la stessa Europa: il 3,5% della popolazione mondiale vive in un Paese diverso da quello della nascita. Quasi 280 milioni di persone che volenti o nolenti hanno scelto un nuovo paese come propria casa.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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