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I giovani salveranno l’Italia: la lettera aperta di una 18enne a Matteo Salvini

Quello che leggerete, se lo vorrete, non è farina del mio sacco. L'autrice è una splendida (a parte il piercing) ragazza di 18 anni che ho il piacere di conoscere personalmente e che frequenta in allegria la simpatica banda di giovani che rallegra il ridente paesello nel quale viviamo.

Si tratta di una lettera aperta indirizzata a Matteo Salvini e pubblicata ieri dall'autrice sulla sua pagina Facebook. La sua lettura, suggerita da mio figlio, mi ha strappato, dopo tanto tempo, un sorriso di speranza sul possibile futuro del nostro paese.

La lettera è scritta con una freschezza ed una concretezza che solo i 18 anni possono dare, quindi purtroppo io non ne sarei stato capace.

Avrei potuto pubblicarne qui uno stralcio, alcuni brani, ma sarebbe stato come tentare di appropriarmi di una cosa non mia e, francamente, credo di non esserne il tipo.

In calce il link alla pagina facebook di Arianna Fenech (è questo il suo nome completo) e credo sia chiaro che Arianna è al corrente di questa mia iniziativa e che mi abbia autorizzato a procedere.

Se lo riterrete opportuno divulgatela quanto più possibile: se lo merita, ne sono certo. Nel mio piccolo I'ho segnalata attraverso il mio account su Twitter: ieri sera il tweet aveva avuto oltre 3.000 interazioni.
I giovani: sono loro la nostra speranza ed in loro dobbiamo riporre la nostra fiducia e la nostra speranza. Sono loro quelli a cui tocca l'arduo compito di tentare di migliorare questo strano stivale posto nel Mediterraneo nel quale viviamo e confidare che altri giovani, in altri paesi ed altri continenti, lavorino anche loro per questo obiettivo.

Del resto vivranno loro su questa palla nel cielo che chiamiamo Terra e dovranno tirarsi su le maniche, se vorranno fare un bel lavoro. Ma lo sanno, e non hanno paura.

Ministro Salvini, o come le piace essere chiamato dagli elettori, Matteo: sono Arianna, ho 18 anni e ho paura di lei.

Ho paura di come sta incitando alla violenza un intero popolo a quasi un secolo da una dittatura orribile, quando un uomo, come lei assai disinvolto nell'usare prima le parole, poi le leggi, poi il bastone, ha venduto milioni di italiani portando non solo il nostro splendido Paese ma l’intera Europa a toccare il punto più basso della sua storia.

Ho paura di lei perchè con una facilità impressionante passa dal parlare di bruschette e caffè ad imbracciare armi nei suoi post.

Mi fa paura il modo che ha di rispondere ai commenti di chi non la pensa come lei, insultando personalmente i cittadini che dichiara di amare tanto.

Mi spaventa quanto poco rispetto ha nei confronti dei suoi colleghi e mi imbarazzano - per me, ma anche per lei - le loro parodie che si permette di postare senza ritegno sulla pagina Instagram ufficiale del ministro degli interni (ahimè, lei).

Temo il modo in cui disprezza e discredita i nostri concittadini intellettuali, perché so, come la storia avrà insegnato anche a lei, che sono sempre i primi ad essere eliminati o messi a tacere.

Ho paura della demagogia palese e sottile che propina ogni giorno agli italiani, il popolo che tanto ama e che tanto prende in giro.

Ho paura (anzi ho il terrore) del fatto che lei non abbia più un’opposizione politica in parlamento, paralizzata dallo sgomento o dall'indifferenza o dall'incapacità, e che ogni forma di critica la stia aiutando nella sua scalata al potere.

Ho paura del modo che ha di trattare i simpatizzanti di altri partiti i quali esprimono opinioni totalmente differenti dalle sue quando si trova a fare conferenze o ad incontrare di persona i cittadini, quando li fa portare via con la forza.

Ho paura di come riesce a convincere i nostri compaesani di essere antifascista quando tutto ciò che fa l’avvicina sempre più ad essere un goffo sostituto di Mussolini.

Ho paura del crescente consenso che sta ottenendo e del crescente razzismo e della dilagante violenza a cui sta incitando; sono spaventata dal modo in cui sta rendendo una minoranza (di nuovo) il facile capro espiatorio di una crisi economica e culturale che non è data da altra causa se non da gente come lei.

Ho paura di votare per la prima volta perché temo che qualsiasi sarà il voto che darò non sarà sufficiente a contrastarla, perché ho la consapevolezza di non poter fare la differenza.

Lei mi fa paura. Signor Matteo, io ho 18 anni e nessuna intenzione di dover fare una rivoluzione o di aderire ad una nuova resistenza sanguinosa. La prego di ponderare le sue azioni, per gli italiani e l’Italia che dice tanto di amare."

Link su Facebook

 

 

 

Foto: pollobarca2/CC

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