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I "Predatori" della Libertà... di Stampa

Il 3 maggio è la giornata mondiale della Libertà di Stampa, oggi "reporter senza frontiere" compie venticinque anni e pubblica una relazione sullo stato del lavoro dei giornalisti nel mondo. Apprendiamo senza sorprese che l’Italia è l’unico paese dell’Unione Europea, oltre la Spagna, in cui tale libertà è seriamente minacciata, in cui i giornalisti d’inchiesta rischiano la vita pubblicando notizie che smascherano gli "intoccabili", o che toccano interessi dai quali è meglio stare alla larga. 

I "Predatori" della Libertà... di Stampa

Stando alla relazione fornita oggi da "Reporter sans frontiers" l’elenco dei "predatori" della libertà di stampa comprende quest’anno 40 nomi: 40 politici, dirigenti di apparati statali, capi religiosi, miliziani e organizzazioni militari che attaccano direttamente i giornalisti, che fanno della stampa il loro nemico numero uno, la loro bestia nera. Organizzazioni poderose, pericolose e violente che si sentono, ed effettivamente sono, al di sopra della Legge.
 
In America Latina la violenza prende corpo sempre dallo stesso "quartetto infernale": i narcotrafficanti, la dittatura cubana, le FARC e i gruppi paramilitari.
 
In Europa, quella parte di essa che si trova a far parte dell’Unione monetaria e che è alle prese con la più grave crisi politica, prima che economica che la sta investendo in questi mesi, la situazione risulta particolarmente grave in Spagna, a causa del terrorismo basco, e soprattutto in Italia.
 
Commercianti, imprenditori e magistrati italiani non sono le uniche vittime delle organizzazioni mafiose quali Cosa Nostra, Camorra e ’Ndrangeta.
 
Anche giornalisti e scrittori italiani vengono presi di mira quando decidono di rendere pubblici i risultati delle loro inchieste.
 
Reporter sans frontieres fa il caso dello scrittore Roberto Saviano e della giornalista Rosaria Capacchione, costretti a vivere sotto scorta permanente a causa delle minacce dei boss casalesi, ai quali poi si aggiunge Lirio Abbate, corrispondente da Palermo per l’agenzia Ansa, autore del libro I Complici.
A questa lista ci sentiamo di dover inserire a pieno titolo anche Giulio Cavalli per il suo impegno dal palcoscenico contro mafiosi e affaristi. Ma questi nomi non sono gli unici.
 
Secondo RSF la particolare situazione politica italiana non aiuta il lavoro dei giornalisti, soprattutto in seguito alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che nel mese di novembre del 2009 aveva detto di voler "strangolare" gli autori di film e di libri sulla Mafia che, a suo dire, sono colpevoli di danneggiare l’immagine del Bel Paese all’estero.
 
E’ di pochi giorni addietro la polemica scaturita dalle parole del premier italiano durante la conferenza stampa indetta a palazzo Chigi per autoelogiarsi circa i risultati che il suo governo ha ottenuto nella lotta alla mafia durante gli ultimi due anni. Una falsa vittoria, come abbiamo già avuto modo di affermare.
 
Secondo Freedom House, l’organizzazione indipendente statunitense, nel ranking internazionale l’Italia occupa il 73° posto, in compagnia dela repubblica del Togo, e viene pertanto classificato come paese parzialmente libero.
 
Ovviamente ciò anche a causa della concentrazione della proprietà dei media, direttamente o indirettamente, nella disponibilità del nostro Presidente del Consiglio, un autentico Predatore. 

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