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I Love Milingo: intervista con l’ideatore dello striscione. "Che faccio, vado a costituirmi?"

Quindi sei tu l'autore di I Love Milingo? 

Certe cose non si confessano neanche sotto tortura però posso cercare di spiegare un po' come sono andate le cose. Tutto comincia con un articolo sul bimestrale Balarm dove curo la rubrica “Gli Incricchiati – Tutta cricca da sgranocchiare”. Lì avevo scritto un pezzo dal titolo “Il Papa al Kals'Art” dove molto in sintesi sostenevo che visto che il Comune di Palermo avrebbe speso un bel po' e visto che le messe qui in Sicilia erano a gratis e non a pagamento come in Inghilterra (25 sterline) allora si poteva recuperare qualcosa in immagine inserendo la visita del Santo Padre nel cartellone culturale più prestigioso della città, con tanto di logo del Comune. A corredo del pezzo, il mio amico e socio di sempre Leonardo Vaccaro, tra l'altro grafico e art director di Pizzino ed Emme, propose un'illustrazione e cioè uno dei gadget del tour di Benedetto XVI, una t-shirt con il logo del Vaticano modificato dato che le due chiavi sono state sostituite da due chitarre. Insomma il Papa lo vedevamo come una rock star, o una pope-star se preferite. A quel punto assieme ad altri sei collaudatissimi amici decidiamo di dare vita al gruppo “Tutti pazzi per il Papa” per cercare di riservare un'accoglienza calorosa al Pontefice a Palermo. Per prima cosa decidiamo di stampare quelle magliette per sostenere anche i costi che avremmo avuto in seguito (mostra, stampe, stoffa ecc ecc).

Ecco, l'idea di “I love Milingo” nasce lì, è stata una delle prime idee malsane che mi balzò al cervelletto. Occorreva realizzare degli striscioni, ma in un primo momento mi sono dedicato all'organizzazione della mostra “La papamobile del futuro”, allestita da Altroquando. Ho chiesto un aiuto a molti dei vignettisti amici con cui si lavora assieme da anni, e nel giro di quattro giorni la mostra era pronta. Una quindicina di validissimi autori hanno aderito e il 29 settembre abbiamo potuto annunciare che la mostra sarebbe stata inaugurata l'indomani. Ma nei tre giorni passati ad aspettare i lavori dei vignettisti non ci andava di restare con le mani in mano, così assieme a tutti i componenti del comitato e ad altri che mano mano si univano a noi abbiamo realizzato anche il video musicale “Viva il papa col pomodoro”.

Ci siamo divertiti da matti e abbiamo realizzato un lavoro neanche male dato che ad aiutarci, a titolo assolutamente gratuito c'erano dei professionisti del settore, dal video all'audio alla bellissima voce di Matilde Politi. E che dire dei costumi? Quello del Papa è stato confezionato e cucito da Concetta in una sola notte. Meraviglioso! Anche quel video l'abbiamo trasmesso durante l'inaugurazione della mostra che è stata molto affollata. Finora era andato tutto bene ma veramente non dovevamo fare nulla per l'arrivo del Pontefice? Ma no, la sera prima dell'arrivo del Papa chiamo Salvatore Rizzuto e gli chiedo se possiamo appendere sulla vetrina della libreria lo striscione “I Love Milingo”. Lui dice di sì. Compriamo al volo il lenzuolo ma le ferramenta sono chiuse. Riusciamo a recuperare del colore “spalmabile” da un amico e procediamo. La mattina ci presentiamo all'appuntamento alle 11 da Altroquando, la città è ormai transennata, militarizzata, zerozerosettizzata.

Appendiamo lo striscione all'interno della vetrina, gli agenti lo osservano da lontano, poi da più vicino finché lo vedono bene e dopo qualche telefonata, credo coi superiori, decidono di prenderlo. Ancora non riesco a capire se questo rapimento dello striscione di Milingo sia un'azione feticista o un atto di collezionismo estremo. Fatto sta che sembra sia piaciuto. Caro Sergio, adesso che faccio, vado a costituirmi?

Ormai a Palermo sembra essere diventato un gadget come l'iphone, cosa ne pensi? 

Molti hanno adottato questo slogan come immagine del profilo su Facebook ma mi è capitato anche di vederlo in città esposto su una bicicletta a mo' di targa e anche in un profumatissimo cesso di un pub del centro. Mi commuove tutta questa solidarietà per Milingo.

Ho notato un grande agitarsi intorno a questa questione, di cui rimane la gravità della violazione di alcuni elementari diritti di espressione, ma è tanto rumore per nulla? 

Se non ci fosse stato quel video che riprende gli agenti nell'esercizio delle loro funzioni la faccenda sarebbe finita lì. Però non è stato così. Il messaggio in sé è una stronzata ma il segnale che le autorità hanno voluto mandare è importante: “Non importa cosa volete dire, noi non vi permetteremo di esprimervi”. Questa sì è una cosa importante. Ha prevalso il non sense in tutta questa storia. Del resto, qualcuno poteva anche immaginarlo, con “I Love Milingo” non si va da nessuna parte, quindi teoricamente, si può arrivare dappertutto. Credo che la forza di questo messaggio sia nella sua inutilità, nella sua apparente indecifrabilità.

La satira colpisce dritto al cuore, oppure la mostra di una nuova Papa Mobile è semplicemente far funzionare la propria creatività? 

La satira a volte mette a dura prova il senso comune, rivela delle “schizofrenie sociali”, delle insofferenze spesso nascoste. Ma la satira non può porsi il problema dell’opportunità politica o sociale o religiosa. Smetterebbe di esserlo se lo facesse. Per il resto, per le violazioni, c'è il codice papale...scusate, volevo dire penale.

Ho avuto il piacere di lavorare con la tua direzione a Emme dell'Unità, anche in quel caso querele e soprattutto il caso Biani. Perché oggi non c'è una satira su carta veramente efficace? 

Beh, non è proprio così, c'è Mamma, c'è il Vernacoliere, c'è Frigidaire che sono delle validissime esperienze di editoria indipendente ma ritengo che a volte le difficoltà siano più delle soddisfazioni e quindi si abbandona. Da un bel pezzo in Italia manca il coraggio delle proprie idee e si fatica a tenere il pubblico in una fibrillazione satirica permanente. Ci si rifugia nel privato in mancanza di una prospettiva di emancipazione sociale, là dove tanti soggetti, ognuno capace di pensare con la propria testa, potrebbe concorrere alla realizzazione di un progetto comune. Però ogni tanto il miracolo si realizza. Adesso si aspetta l'uscita del nuovo Male, diretto da Vauro e Vincino. La cosa sembra molto interessante. Credo che se ne vedranno delle belle.

Emme, appena si è cominciato a ristrutturare l'Unità è stato chiuso. Mancano i denari e la satira ne fa subito le spese? 

In realtà Emme, diretto da Staino con l'aiuto del sottoscritto è nato proprio per dare una boccata di ossigeno alle esauste casse dell'Unità e l'obbiettivo è stato pienamente raggiunto grazie anche al fatto che era un settimanale low-budget fino a che non si è deciso di dare vita al nuovo corso formato mini. Da lì in poi hanno iniziato a vederci come un costo, poi hanno deciso di dare vita allo spazio satirico online che hanno chiamato Virus. Grazie alla satira di Virus sono scoppiate tante di quelle polemiche nell'ultimo anno che non riesco a ricordarmene nemmeno una. Chissà come mai. Non so come funzionino adesso le dinamiche all'interno de L'Unità. Per quello che mi riguarda mi fido solo di Staino e pochissimi altri. Il resto che ho visto mi è piaciuto poco. Oltre a me anche quelli che hanno portato avanti il giornale per quasi due anni sono stati messi alla porta senza uno straccio di alternativa o di collaborazione. Hanno fatto le loro scelte.

Posso osare e dire che anche nella satira, nel prendere per il culo il potere, non c'è meritocrazia? 

In realtà la meritocrazia esiste ma solo se hai davanti persone che sanno riconoscere il merito. Spesso manca questa preparazione e allora ci si affida ad altri criteri. Non è il segno del disegnatore che viene valutato ma i salotti che frequenta. Poi c'è il problema degli squali, di quelli che non aspettano altro che tutti siano fatti fuori per avere il loro misero spazio personale. Già, perché ad esempio, rileggendo la faccenda di Emme, non credo che tutti abbiano pianto la chiusura di Emme, qualcuno ha potuto persino occupare lo spazio che era prima riservato a Travaglio. Così va il mondo e da ogni cosa se ne ricava un insegnamento. Mai fidarsi degli astemi.

Prima del rumore papalino hai firmato altri progetti a Palermo che hanno suscitato qualche rumore, ce li vuoi ricordare? 

Ma sì, ad esempio il messaggio scritto sulle lenzuola che recitava “Il mio voto non è in vendita, ma giusto per sapere, tu quanto mi offri?” che prima delle elezioni regionali di quest'anno è stato diffuso in tante città d'Italia e d'Europa grazie al collettivo di “Fuoribusta” dislocato tra Palermo e Roma. Ma anche il progetto “La barca di Cammarata per il Festino” con l'omonima pagina su Facebook attraverso la quale si invitava il sindaco Cammarata a mettere a disposizione la sua barca (quella dove lavorava come skipper un impiegato del Comune durante i suoi turni di lavoro) per il Festino di Santa Rosalia come carro per la Santuzza. Ma non pensate che ci siamo limitati al virtuale, quello non basta. Ricordo che alla conferenza stampa di presentazione del Festino chiesi personalmente al sindaco se poteva fare questo sforzo, con tanto di lettera protocollata al Comune e incazzatura di Philippe Daverio che ha poi abbandonato l'incarico. 

Quali nuovi scuotimenti di italica coscienza stai preparando? 

Top secret. Ormai dovresti conoscermi. Un'azione senza sorpresa è come far sesso senza godere. Però se vogliamo entrare nei preliminari, posso dirti che a breve dovrebbe essere pubblicato un mio libro dal titolo “Sdisonorata Società”.

Mi dici la differenza tra Comunicazione e Scomunicazione? 

Beh, cosa significa comunicazione lo sappiamo tutti. Invece per sapere cosa significa scomunicazione basta andare sull'omonimo sito dove c'è scritto che “L'associazione intende operare in una prospettiva sperimentale di comunicazione disintegrata, dalla de-costruzione alla demolizione dell'ovvio, sulla base di processi di scomunicazione, di comunicazione rovesciata, dove il vertice si mostra più appiattito della base. Una comunicazione disintegrata che contestualizza criticamente i processi e i modelli comunicativi fondati sulla sola ufficialità e ortodossia”. Pensa che per scrivere questa mappazza mi è venuto un pelo della barba bianca.

Ultima domanda: ami veramente Milingo? 

Alla follia, pensa che lo preferisco persino al Premier.

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